(Nella foto, la squadra festeggia la rete di Yacine Adli, di Andrea Martini)
Nell’esordio della Conference League la Fiorentina tra le mura di casa affronta i gallesi del The New Saints.
Come nelle altre competizioni europee, cambiato il format, nella prima fase sei gare da disputare con altrettante squadre diverse, tre in casa e tre in trasferta, la classifica generale porta le prime otto classificate direttamente agli ottavi, dalla nona alla ventiquattresima avranno un turno di play off intermedio, con la definitiva griglia di partenza per le successive fasi.
Dopo la giornata di pioggia copiosa e l’allerta arancione diramata su tutta la regione, con la giornata infrasettimanale lavorativa, si conferma il dato di pochi spettatori tra gli spalti, come già avvenuto nelle precedenti edizioni, circa diecimila in totale.
Nella formazione titolare mister Palladino adotta un turn over, la difesa resta a 4, ma completamente modificata, dato le assenze di Pongracic per infortunio e le squalifiche di Quarta, Comuzzo e Ranieri, con Biraghi centrale insieme all’argentino Matias Moreno, la prima in assoluto in Italia, Parisi a sinistra, Kayode a destra.
In mediana debutto anche per il francese Yacine Adli, in avanti Ikonè, Beltran, Sottil, dietro a Kouamé. Gli undici di partenza sono: Terracciano tra i pali, Kayode, Moreno, Biraghi, Parisi, Mandragora, Adli, Ikonè, Beltran, Sottil, Kouamé. L’arbitro dell’incontro l’austriaco Sebastian Gishamer.
I viola partono subito in avanti, la prima occasione di Ikonè che davanti la porta manda sul fondo, ci provano Kouamé che impegna il portiere gallese Roberts, con il primo corner della gara e ancora il francese Ikonè ma senza precisione.
La gara prosegue con pochi sussulti, i bianco verdi non escono dalla loro metà campo, i viola con totale possesso palla controllano ma non trovano il passaggio vincente.
Il più attivo in fase offensivo Ikonè che mette la solita volontà ma non trova lo specchio della porta.
Al 22esimo un destro di Beltran deviato dal portiere.
Una gara con lo stesso canovaccio delle precedenti, ritmo lento e azioni sporadiche ma poco concrete .
I tifosi della Curva intonano cori e espongono uno striscione contro i supporter della Salernitana, per vecchi dissapori, giusto per svegliarsi dal torpore generale.
La fase finale con evidenti errori su passaggi, Sottil all’ennesimo pallone perso, Ikoné si fa recuperare.
Al 42esimo Mandragora entra in area e con un gran destro batte il portiere ma il pallone si ferma sul palo destro, il centrocampista subito dopo chiede il cambio pe infortunio.
Dopo pochi secondi sostituzione forzata per il tecnico viola, Mandragora esce in lacrime, al suo posto Amir Richardson.
Dopo 3 minuti di recupero si va all’intervallo, qualche fischio all’indirizzo dei giocatori, per una prima frazione sottotono, più per demeriti dei viola mai incisivi e pericolosi, soprattutto con un avversario inferiore, che non ha mai provato a fare l’impresa.
Nella seconda frazione qualche spunto in avanti genera un paio di corner, ma la gara resta ferma sul pari.
Il tecnico gigliato corre ai ripari con una triplice sostituzione, al 58esimo entrano Kean, Gudmundsson, e Dodo per Beltran, Sottil che riceve una buona dose di fischi dagli spalti, e Kayode.
I cambi sembrano rigenerare la squadra, che al 65esimo trova la rete del vantaggio, azione dalla destra di Ikonè che crossa nel centro dove Kouamé fa velo per il francese Adli, che con un potente mancino da dentro l’area, manda il pallone alla sinistra del portiere gallese.
Dopo un paio di minuti arriva il raddoppio, azione dalla destra con Dodo che crossa nel mezzo, conclusione di Moreno ma pallone che resta sulla linea di porta, Kean al posto giusto prima si fa murare dal portiere avversario, poi a porta vuota con un tap in fa rotolare il pallone in rete.
Il doppio vantaggio con i cambi adeguati rinvigorisce la squadra, che controlla, crea azioni offensive, senza subire reazione dagli avversari.
Al 78esimo azione clamorosa sprecata, Adli apre su Dodo che crossa al centro per Kean che vede parare la sua conclusione dal portiere, grande disperazione dell’attaccante.
Altro intervento del gallese Roberts su un tiro di Parisi. All’82esimo esce il francese Adli, tra gli applausi del Franchi, per Cataldi.
L’ultima azione un bel sinistro del centrocampista marocchino Richardson, che impegna ancora il portiere avversario a chiudere in corner.
Dopo 3 minuti di recupero, il triplice fischio chiude la gara, con la squadra che sotto la curva festeggia una vittoria sofferta che vale doppio per come iniziata, ma di notevole importanza per la classifica.
Le seconde linee, anche se il tecnico nel pre gara parla di 23 titolari, evidenziano limiti e difficoltà individuali, una squadra ancora in costruzione per automatismi e ruoli in campo.
Il totale sterile possesso palla, le poche idee di gioco prevedibili, la mancanza di concretezza sotto porta, hanno permesso ai mediocri gallesi di fare una dignitosa gara, senza subire una probabile goleada, cosa da valutare in seguito perché contano anche i goal realizzati.
Sulla prestazione buona il reparto difensivo, che per la seconda gara non subisce reti, sufficiente nel complesso anche se gli avversari non hanno mai dato pericoli, l’ingresso di Dodo velocizza le azioni, presente nel goal del vantaggio, offre un ottimo assist a Kean, il brasiliano migliore del reparto.
Anche il centrocampo con Mandragora e Richardson subentrato, non demerita.
Gli ingressi in campo di Gudmundsson, che alza il ritmo con ottime giocate, e di Kean ancora in goal, il terzo in Europa, cambiano il volto alla gara con classe e doti tecniche, due giocatori di qualità che alzano il livello della squadra.
Un vecchio proverbio cita che una rondine non fa primavera, una vittoria non risolve di colpo le difficoltà, manca un gioco e un’identità di squadra, ma porta morale e convinzione di avere diversi margini di miglioramento.
Abbiamo affermato nel precedente articolo, che un successo poteva dare una svolta positiva, sia dei singoli che del gruppo, la riprova sarà nella serata di domenica che chiude la settima giornata di campionato.
Partita di cartello al Franchi con il Milan, squadra reduce da due successi, ma a secco di vittorie in Champions, una sfida di pari valori in campo, con ottime individualità, dove la Fiorentina dovrà dimostrare di poter competer con le grandi.
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