Ombre Rosse

The Age of Acquarius

Bisognerebbe che qualcuno spiegasse alla sig.ra Laura Boldrini che il reato di vilipendio delle istituzioni non è stato cassato dal codice penale italiano al termine della diciassettesima legislatura, ma è tutt’ora in vigore nella diciottesima, cosicché dare del disperato a chi sta attuando legalmente la politica estera per cui è stato votato a maggioranza dal popolo italiano potrebbe, grazie a lei stessa, ampiamente configurare quel reato.

Bisognerebbe che qualcuno facesse capire al sig. Roberto Saviano che non è elegante né tantomeno intelligente dare del bandito a quel Ministro dell’Interno che cortesemente gli mantiene la scorta (a spese del contribuente) concessagli qualche anno fa per i suoi scritti contro i Casalesi. Oltre al buonsenso, anche lo stesso contribuente meriterebbe un po’ più di rispetto, a prescindere che legga e trovi interessanti o meno i pamphlet dello stesso Saviano.

Bisognerebbe far capire al sig. Gino Strada che, al netto della sua immensamente meritoria azione come medico di guerra, le sue posizioni politiche non è che contribuiscano così tanto alla creazione di quel mondo migliore che egli sogna e fa sognare. Se era per lui, in Afghanistan c’erano ancora i Talebani, e un uomo che ha girato il mondo come lui dovrebbe ormai conoscere la differenza tra un governo razzista e quello italiano, e soprattutto fra pensieri frutto di ragionamenti e parole in libertà.

Bisognerebbe che un po’ tutta la cosiddetta sinistra italiana ed europea si rendesse conto che la musica di sottofondo alle vicende nazionali ed internazionali del nostro paese è cambiata, e non è certo con le intemperanze, le fake news, le minacce fantasmagoriche di responsabilità penali pittoresche (alla Giuliano Ferrara, per capirsi) che verranno riportati in auge vecchi e ormai logori refrain non più orecchiabili dalla maggioranza dei cittadini italiani.

Rispedendo al mittente, o a porti diversi da quelli nostrani messi a disposizione da altri membri della UE la nave Acquarius ed il suo carico di futuri clandestini irregolari, non ha vinto Salvini, ha vinto l’Italia. Accusando il ministro italiano di cinismo, mancanza di cuore e addirittura di propensione a sollecitare conati di vomito non si manca di rispetto o si offende lui in persona, ma tutto il popolo italiano che egli rappresenta.

Si tratti di simpatizzanti o di addetti ai lavori, il paradigma comportamentale della sinistra sembra ormai quello stabilito dall’ira scomposta e farneticante di Graziano Del Rio in occasione della fiducia alla Camera. Basta scagliarsi urlando contro il governo al minimo pretesto (meglio se infondato) ripetendo le parole d’ordine razzismo, fascismo, ecc…. E secondo il socialismo nostrano e quello europeo il gioco è fatto.

Ognuno ci aggiunge poi ingredienti personali, per insaporire la pietanza a gusto proprio e sbatterla in faccia a questi italiani improvvisamente non più brava gente ma malvagi. Oddio, per classificare di sinistra uno come Emmanuel Macron – messo lì dov’é dalla buona borghesia francese radical chic a scongiurare l’affermazione della loro versione del leghismo, Marine Le Pen –, ci vuole fantasia e improntitudine. Quanta ce ne vuole a lui del resto per sbottare come ha fatto, offendendo gratuitamente e sconsideratamente un intero paese (che a differenza del suo ha fatto del solidarismo e dell’accoglienza una penitenza senza fine) e mettendo a rischio, per cominciare, il vertice con Giuseppe Conte previsto per questo fine settimana.

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L’erede di Sarkozy dimentica, tra le altre cose, che a Ventimiglia succede di ben peggio di quanto osservato nella deriva mediatica controllata della Acquarius. Che a Bardonecchia i gèndarmes francesi interpretano a genio loro il diritto internazionale. Che se in Libia e in Africa ancora non riesce nessuno a fare un discorso ragionato e ragionevole di assistenza a casa propria per gli africani la colpa è principalmente dei francesi, e dei beoti che come i nostri del partito democratico sono andati loro dietro infischiandosene dei nostri interessi nazionali.

C’é arrivata Angela Merkel a capire che è l’ora di smettere di tirare la corda italiana. Caro Macron, l’unica cosa che – più che far vomitare – lascia perplessi da questa parte delle Alpi, è il quoziente di intelligenza del terzo presidente a fila che i francesi hanno mandato all’Eliseo. Non è più il Secolo dei Lumi, evidentemente, dalle tue parti.

P.S. Ci siamo dimenticati della sig.ra Dolores Delgado, ministro della giustizia del governo socialista spagnolo. Ce ne scusiamo, per ragioni di spazio non possiamo occuparci delle Coppe quando briscola è Bastoni.

Autore

Simone Borri

Simone Borri è nato a Firenze, è laureato in scienze politiche, indirizzo storico. Tra le sue passioni la Fiorentina, di cui è tifoso da sempre, la storia, la politica, la letteratura, il cinema.

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