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Meritiamo di più

Nel trentunesimo turno di campionato, la Fiorentina ospita il Frosinone nel lunch match della giornata. Molti spazi vuoti nei diversi settori del Franchi, anche se gli spettatori presenti risultano 26.958. Dopo il pari del turno infrasettimanale all’Olimpico, pochi cambi negli undici titolari, Chiesa al posto di Simeone, mentre in difesa Laurini si posiziona a destra al posto di Vitor Hugo, Milenkovic si sposta al centro. Si parte con il modulo del 4.3-3, Lafont tra i pali, Laurini, Pezzella,(cap.) Milenkovic, Biraghi, Benassi, Veretout, Gerson, Mirallas, Muriel, Chiesa. Come in tutte le gare, viene osservato un minuto di silenzio per le vittime del terremoto dell’Aquila avvenuto dieci anni fa.

In avvio di gara una occasione per parte, controllano i portieri. I viola con il solito ritmo lento, ci prova Milenkovic in un paio di occasioni, nella seconda con una rovesciata in area, alla mezz’ora un colpo di testa di Chiesa di poco fuori. Gli ospiti risondono con Beghetto ma Lafont blocca in due tempi. Nel frattempo dalla Curva Fiesole partono i primi cori contro la proprietà, su quello più offensivo,qualche fischio di disapprovazione da altri settori. Dopo due minuti di recupero termina il primo tempo.

Nel secondo tempo parte bene la squadra di Pioli, ma le incursioni di Benassi e Chiesa sono controllate dalla difesa ospite. Il Frosinone con il passare dei minuti recupera metri, i viola in difficoltà nel trovare spazi. Mister Pioli intanto effettua un doppio cambio entrano Dabo e Simeone per Gerson e Benassi, si passa al modulo del 4-2-3-1. Ma sono i ciociari a mettere in apprensione i gigliati con Pinamonti e Paganini.

Dagli spalti i primi fischi verso la squadra. Il terzo cambio esce Muriel per Vlahovic. All’ottantesimo la prima palla goal dei viola, azione personale dal lato sinistro di Chiesa con un rasoterra che si ferma sul secondo palo. Pochi minuti dopo il Frosinone passa in vantaggio, dalla destra Pinamonti passa a Ciofani, subentrato dalla panchina che con un diagonale sorprende Lafont.

Nei minuti finali e nei sei di recupero, forcing dei viola con Simeone e Chiesa, in entrambi i casi le conclusioni sono bloccate dall’ex di turno il portiere Sportiello. Al termine della gara parte la contestazione, cori a gran voce contro la proprietà, questa volta gli altri settori non disapprovano, una bordata di fischi anche per la squadra e l’allenatore, che si avvia verso lo spogliatoio a capo chino, il solo Chiesa con un gesto chiede scusa sotto la curva.

In questa debacle totale l’unica luce nel buio totale il solito Chiesa che sta recuperando in condizione fisica e ci prova sempre, al contrario dei compagni di reparto mai in partita, solito discorso per il centrocampo in ombra, anche la difesa in calo fisico. La peggiore prestazione vista al Franchi, una squadra inguardabile, una brutta sconfitta arrivata con un avversario inferiore tecnicamente, relegato in fondo alla classifica, che ha mostrato la volontà per provare a restare ancora nella massima serie. La Fiorentina spenta, senza gioco ed idee è mancata di motivazioni, grinta e carattere, che spesso si erano elogiati oltre le prestazioni deludenti, oltre i limiti tecnici dei singoli e del collettivo.

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Numeri impetuosi da retrocessione nel girone di ritorno, sette gare senza vittorie, 4 pareggi e 3 sconfitte, 13 punti in dodici gare, al Franchi manca la vittoria dal 16 dicembre, con una serie di pareggi . Una squadra senza anima, aggrappata al ritorno della semifinale del 25 aprile, la partita dell’anno, dove servirà una vera impresa per superare l’ex Ilicic e compagni, ma senza dimenticare che solo un trofeo potrebbe evitare il tracollo e il fallimento su tutti i fronti.

La pesante sconfitta inaspettata, ha costretto proprietà e dirigenza nella serata ad emettere un comunicato per decidere ed analizzare nelle successive 48 ore la situazione creatasi, per «garantire l’impegno e i risultati della squadra nell’ultima parte dell’anno». Si parla di ritiro fino alla delicata gara contro il Bologna della prossima domenica, o l’esonero di Pioli.

In ogni caso non saranno ammessi altri passi falsi, la pazienza serafica della tifoseria è finita, la tregua di sostenere la squadra fino alla delicata semifinale non ammette umiliazioni di questo genere, con la mancanza di rispetto verso la maglia viola. Poi alla fine della stagione ognuno dei protagonisti valuterà errori e responsabilità. Il coro a gran voce al Franchi che ha messo tutti d’accordo è eloquente: Meritiamo di più. Una richiesta che si può realizzare con poco, dopo aver toccato il fondo in questa triste e avvilente stagione.

Autore

Patrizia Iannicelli

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