Musica

Woodstock

Michael Lang ed Artie Kornfeld erano due organizzatori di concerti musicali che avevano in mente un festival di musica rock che magari ripetesse il successo di quelli di Monterey e di San Francisco del 1967, o dell’Isola di Wight nel 1968. Bethel era una città rurale dello Stato di New York, più che altro una distesa di appezzamenti agricoli il cui proprietario aveva già dato la disponibilità ad affittarli per eventi musicali.

Doveva essere un festival di provincia, ma il passa parola fu tale che si presentarono nella località quasi 500.000 ragazzi, armati di cannabis, LSD e tanta voglia di pace, amore libero e musica rock. L’afflusso fu tale da coinvolgere la vicina cittadina di Woodstock, contea di Ulster, N.Y., e da coinvolgere una quantità tale di musicisti da costringere gli organizzatori ad un programma ripartito in tre giorni, che poi furono tre giorni e mezzo.

Richie Havens apre il concerto

Richie Havens apre il concerto

Cominciò a suonare Richie Havens alle 17 del giorno 15 agosto 1969, con High Flyin’ Bird. L’ultimo fu Jimi Hendrix con Hey Joe, alle ore 9 di mattina del giorno 19. Tra i due si esibirono quasi tutti i nomi più importanti dell’epoca. Solo per citare i principali: Richie Havens, Country Joe McDonald, Ravi Shankar, Arlo Guthrie, Joan Baez, Santana, Canned Heat, Janis Joplin, Grateful Dead, Creedence Clearwater Revival, The Who, Jefferson Airplane, Joe Cocker, Crosby, Stills, Nash & Young, Jimi Hendrix.

Rifiutarono l’invito i Beatles, che ormai si stavano sciogliendo, i Rolling Stones che avevano appena perso Brian Jones, Bob Dylan (spaventato dalla confusione creatasi, malgrado – o forse proprio per quello – abitasse a poca distanza dall’area del festival), i Doors alle prese con guai giudiziari per le loro precedenti esibizioni pubbliche, i Led Zeppelin, i Procol Harum, i Jethro Tull, Frank Zappa, i Byrds, Joni Mitchell ed altri con le più varie motivazioni.

A distanza di 50 anni, Woodstock resta il più importante festival musicale di tutti i tempi, ineguagliato nello spirito e nei numeri, e secondo stime non ufficiali finì per richiamare nei campi della Contea di Ulster oltre un milione di persone. Fu definito l’apoteosi della cultura hippie, che da allora andò declinando negli Stati Uniti in cui era nata per spostarsi in Europa.

Il brano del giorno? Ma anche tutti. Da allora e per sempre. Scegliamo l’ultimo, suonato da Jimi Hendrix quando ormai l’alba del quarto dei tre giorni di pace e musica rock era sorta da ore.

 

Autore

Simone Borri

Simone Borri è nato a Firenze, è laureato in scienze politiche, indirizzo storico. Tra le sue passioni la Fiorentina, di cui è tifoso da sempre, la storia, la politica, la letteratura, il cinema.

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