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Storia delle Olimpiadi 1920: Anversa

Il mondo che si ritrovò ad Anversa otto anni dopo era profondamente cambiato. Le macerie del conflitto mondiale erano ancora presenti, soprattutto in quel Belgio che aveva subito il primo, durissimo attacco dell’esercito prussiano teso ad aggirare le difese anglo-francesi che erano state disposte ad evitare una nuova rotta come quella dei tempi di Napoleone III.

De Coubertin poté constatare che la gioventù francese questa volta si era comportata con maggiore saldezza morale e di carattere, ma che del mondo che aveva sognato lui in quel lontano 1894 in cui aveva ridato vita alle Olimpiadi rimanevano poche tracce. Lungi dal funzionare come sacro deterrente come nella Grecia antica, la tregua olimpica era fallita miseramente. Le nazioni si erano scannate con le armi e il campo di battaglia era stato l’unico terreno di gioco.

Restavano solo, a far ben sperare per il futuro, i traumi di una inutile strage, come la definì il Papa Benedetto XV, che perlomeno nessuno sembrava aver voglia di rivivere in un futuro ragionevolmente prossimo. La Società delle Nazioni voluta dal presidente americano Woodrow Wilson sembrava sul momento un comitato assai più potente di quello olimpico nell’assicurare serenità al futuro della razza umana.

La bandiera dei cinque cerchi sventola per la prima volta ad Anversa

La bandiera dei cinque cerchi sventola per la prima volta ad Anversa

Per onorare comunque lo spirito di Olimpia, fu stabilito che quella di Anversa sarebbe stata la settima Olimpiade, mentre la sesta, quella di Berlino, sarebbe rimasta come non disputata. Olimpiade era definito anche il lasso di tempo di quattro anni che intercorreva tra una edizione dei Giochi e la successiva. Quel tempo era trascorso regolarmente, e se alla fine anche inutilmente, ciò restava a perpetuo disdoro delle nazioni che avevano provocato la guerra. E che l’avevano persa, tra l’altro, finendo per sedersi al tavolo della pace a Versailles come sconfitti.

Come conseguenza di quella pace, fu deciso che le potenze sconfitte (Germania, Austria, Ungheria, Bulgaria e Turchia) non sarebbero state ammesse ai giochi del 1920. La Russia, nel frattempo precipitata nella Rivoluzione Bolscevica e diventata Unione Sovietica, si autoescluse in segno di rifiuto verso istituzioni borghesi in cui non si riconosceva più e con le quali si era trovata in guerra fino a poco tempo prima per effetto del cordone sanitario e della reazione anticomunista.

Nedo Nadi

Nedo Nadi

Il Belgio semidistrutto fece salti mortali perché il giorno della cerimonia di apertura, il 20 aprile 1920, tutto fosse pronto ed all’altezza delle Olimpiadi che tornavano a fermare il mondo e a portarlo pacificamente in gara.

Ad Anversa, come esigenza evidentemente sentita a causa delle recenti tragiche esperienze, fece la sua comparsa il Giuramento Olimpico. Altra novità, il lancio delle colombe durante la cerimonia d’apertura, particolarmente suggestivo per una opinione pubblica mondiale che inclinava decisamente al pacifismo in quel momento. Anche la bandiera dei cinque cerchi fu issata per la prima volta sopra il braciere olimpico ad Anversa.

I Giochi compresero, per la prima ed unica volta, una sezione di sport invernali che poi sarebbero stati disputati a parte, a decorrere dall’edizione successiva. Le gare di tiro ebbero una preponderanza tale da far dire: si è sparato più ad Anversa che durante la Grande Guerra.

Paavo Johannes Nurmi

Paavo Johannes Nurmi

Gli atleti italiani sfoggiarono per la prima volta la maglia azzurra. Tra di essi, il portabandiera Nedo Nadi entrò nella leggenda confermandosi medaglia d’oro nel fioretto e aggiungendoci anche quelli della spada e della sciabola, sia individuali che a squadre.

Altri personaggi carismatici di quelle Olimpiadi furono l’hawaiano Duke Kahanamoku, the Big Kahuna, che confermò la sua vittoria di Stoccolma nei 100 s.l. migliorando di tre secondi il proprio record. E il finlandese Paavo Nurmi, vincitore del 10.000 metri piani e dei 10.000 di corsa campestre, ritenuto uno dei più grandi fondisti di sempre.

Il campo di regata nella vela fu posto in acque olandesi. Per questo motivo i Giochi di Anversa sono considerati i primi della storia organizzati da due nazioni in collaborazione. La cerimonia di chiusura presieduta da Re Alberto I del Belgio il 12 settembre 1920 pose termine ad una edizione delle Olimpiadi che aveva avuto successo, nonostante l’eco dei cannoni si fosse spenta da poco e da ancor meno fossero state rimosse le macerie insanguinate della Grande Guerra.

Autore

Simone Borri

Simone Borri è nato a Firenze, è laureato in scienze politiche, indirizzo storico. Tra le sue passioni la Fiorentina, di cui è tifoso da sempre, la storia, la politica, la letteratura, il cinema.

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