Una situazione ancora da determinare, fluida, una strada ancora da intraprendere. Gli amanti sono la carta di chi si ritrova di fronte a un bivio, ad una scelta da compiere che ha però il potere di determinare tutto ciò che verrà dopo. Quando la carta è rovesciata sono i dubbi a prendere il sopravvento, il vizio ha la meglio sulla virtù e tutto sembra spingere ad intraprendere la strada sbagliata, che sembra portare da qualche parte ma è in realtà un abbaglio. Incontri pericolosi e inganni.
Le favole, anche quelle nere, hanno sempre gli stessi protagonisti. Amanti infelici, amanti felici, amanti diabolici. Filtri magici, pozioni d’amore, pozioni velenose per stroncare l’amore altrui. Incantesimi e maledizioni, sulle persone, sui popoli, sulle terre. Grandi eroi, grandi malvagi. Villains, come si dice in inglese. Nani e incantatori, stregoni e armigeri. Morale e lieto fine, incantesimi spezzati, pace che torna a regnare, e vissero tutti felici e contenti. Magari non subito.
In favole così, persino i cattivi devono essere all’altezza. Non puoi far lanciare un sortilegio mortale a una coppia come Myrta Merlino e Domenico Arcuri, questi sono personaggi da commedia all’italiana, mariuoli di quart’ordine. Come il gatto e la volpe, la conduttrice che dice: i novax mi fanno schifo! in trasmissione, il commissario che se la svigna con respiratori, mascherine e tutto ciò che serviva ad arginare il terribile morbo. Che poi tanto terribile non era, ma lo sappiamo adesso.
No, ci vuole qualcosa di più grande, di più importante, di maggiore statura, anche nella malvagità. Per una favola come quelle del Nord, ci vuole almeno una Strega del Nord.
Ursula Gertrud Albrecht avrebbe fatto la felicita dei fratelli Grimm, o di Hans Christian Andersen. Nella sua vicenda gli ingredienti delle grandi fiabe ci sono tutti. Figlia scapestrata di un importante politico tedesco, avrebbe combinato ben poco se il padre non le avesse combinato il matrimonio con il principe non proprio azzurro Heiko von der Leyen, signore di Origenesis, azienda di biotecnologia americana specializzata in terapie cellulari e geniche. Vi dice niente?
Il resto lo combinò la Grande Strega Angela che regnava su Europa, chiamandola a governare assieme a lei gli infelici sudditi di quella terra disgraziata. La strega Ursula generava figli, e intanto rendeva più difficile al popolo averne di propri tassando e maledicendo il lavoro, la famiglia, la società del suo paese. Finché la grande strega Angela la mandò al castello di Bruxelles, perché combattesse i sovranisti, che volevano il ritorno del legittimo re sul trono, e portasse il vento dell’inclusione e della globalizzazione a spazzare via ogni traccia di felicità da Europa.
Il popolo soffriva, il potere – nelle mani di Ursula – sghignazzava beffardo e crudele. Nessuno pareva in grado di abbatterla, né il magistrato che indagava sui tanti scandali che le giravano attorno, né il politico di corte, che sembrava prostrarsi sempre più a terra al suo cospetto.
Quando il minuscolo nemico all’apparenza letale si diffuse nel paese, gli europei caddero in preda al terrore. E la strega seppe che il suo momento era arrivato. Chiamò a raccolta i maghi oscuri del regno di Pfizer, col suo telefono fatato su cui non restavano mai impressi i messaggi. Ed evocò per magia milioni e milioni di pozioni magiche che avrebbero dovuto essere iniettate in corpo ad ogni suddito del reame. Nessuno seppe mai cosa c’era in quelle pozioni. Molti caddero malati e perirono. La terra d’Europa sembrò sempre più maledetta, senza speranza.
A questo punto nelle grandi favole entra in scena il prode cavaliere, che abbatte la strega, il drago, il gigante feroce, la belva ed ogni sortilegio, ridando vita e felicità alla terra ed al popolo. Non è ancora questo però il punto a cui sono arrivate le cose in Europa, e della favola nera della strega Ursula e del suo misterioso e malvagio amante ne dovremo ancora riparlare. Forse nel calendario dell’anno prossimo?
Sam: «È come nelle grandi storie, padron Frodo, quelle che contano davvero, erano piene di oscurità e pericolo, e a volte non volevi sapere il finale, perché come poteva esserci un finale allegro, come poteva il mondo tornare com’era dopo che erano successe tante cose brutte; ma alla fine è solo una cosa passeggera, quest’ombra, anche l’oscurità deve passare, arriverà un nuovo giorno, e quando il sole splenderà, sarà ancora più luminoso. Quelle erano le storie che ti restavano dentro, anche se eri troppo piccolo per capire il perché, ma credo, padron Frodo, di capire ora, adesso so: le persone di quelle storie avevano molte occasioni di tornare indietro e non l’hanno fatto; andavano avanti, perché loro erano aggrappati a qualcosa».
Frodo: «Noi a cosa siamo aggrappati Sam?».
Sam: «C’è del buono in questo mondo, padron Frodo: è giusto combattere per questo!»
(Il Signore degli anelli – Le due torri)
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