«I danni da ungulati sono talmente tanti da essere difficilmente quantificabili. Oltre ai cinghiali che danneggiano le uve in maniera grave, abbiamo anche i caprioli, che sono animali eccezionali ma si cibano dell’uva quando è matura e soprattutto dei germogli: in un colpo solo portano via tutto. Intervenire si può, ma è necessario modificare la legge sulla caccia».
A dirlo è Ritano Baragli, presidente della cantina sociale Colli fiorentini, dopo l’ultimo raid di ungulati che ha danneggiato le sue vigne. «Naturalmente il cinghiale crea ancora più danni – spiega Baragli -. Mentre i caprioli ‘piluccano’ l’uva e comunque arrivano a mangiare fino a 20 kg di verde al giorno, i cinghiali strappano tutto. Abbiamo visto campi di girasole che, in due-tre notti, sono stati azzerati».
Secondo Baragli «noi dobbiamo da un lato proteggere questi animali, ma dall’altro dobbiamo evitare che questi siano un flagello per gli agricoltori. Per questo motivo è necessario modificare la legge sulla caccia e sulla proprietà degli animali, che non possono essere un bene indisponibile dello Stato». Tra i problemi che stanno affrontando gli agricoltori c’è anche quello della peste suina. «E’ causata dai cinghiali – dice Baragli – e per gli allevamenti significa abbattere tutti i capi e da qui si capisce la gravità per tutto il settore. Bisogna intervenire».
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