Economia

Première Vision e Milano Unica: domanda vivace, ma molte zavorre limitano la ripresa

Maurizio Sarti

PRATO – Prosegue la marcia dei produttori di tessuti pratesi verso la piena ripresa dopo il crollo pandemico del 2020: una marcia lenta ma decisa, come attestano i dati del Centro studi di Confindustria Toscana Nord secondo cui il livello della produzione di tessuti del distretto del 1° trimestre 2022 ha chiuso a +12,4% sullo stesso periodo del 2021.

Un buon inizio d’anno, quindi, dopo il -18,2% del 2020 e il +6,8% del 2021. Ancora più elevato il dato dell’export, che, per lo stesso periodo 1° trimestre 2022 rispetto al 1° trimestre 2021, si colloca a quota +40% (fonte Istat): un dato che tuttavia, essendo espresso in valori, va contestualizzato in un quadro di rapporti commerciali internazionali con dinamiche di prezzo particolari.

E’ in questo quadro che si collocano le due imminenti fiere del settore tessuti per l’autunno-inverno 2023-2024, Première Vision con inizio il 5 luglio e Milano Unica con inizio il 12 luglio, che costituiscono i principali appuntamenti fieristici per i produttori pratesi. Saranno rispettivamente 60 e 64 le imprese del distretto pratese in partenza per le due fiere.

«Quello che stiamo vivendo è un momento eccezionale da più punti di vista – commenta Maurizio Sarti, coordinatore del gruppo Produttori di tessuti della sezione Sistema moda di Confindustria Toscana Nord, oltre che presidente della stessa sezione -. Il rimbalzo della domanda dopo lo stop imposto dalla pandemia è alimentato anche da fattori quali una rinnovata attenzione da parte del mondo dell’abbigliamento per catene di fornitura di prossimità, dopo molti anni in cui appariva più conveniente approvvigionarsi anche da paesi geograficamente lontani: un fenomeno, questo, in cui anche la destabilizzazione provocata dalla guerra in corso gioca un suo ruolo. Ma non è solo questione di vicinanza territoriale: è in atto una riscoperta del tessile più qualificato sia dal lato dello stile che sotto il profilo della sostenibilità. Una tendenza, questa, che indubbiamente ci favorisce. Non è la domanda che manca, in questo momento: spesso manca la possibilità di soddisfarla pienamente».

«C’è carenza di tutto o quasi continua Sarti -, a partire dalle materie prime o quantomeno da quelle certificate. I colleghi produttori di filati hanno sottolineato pochi giorni fa come sia necessario ampliare la disponibilità di fibre animali certificate: un appello al quale mi associo. Negli ultimi mesi, che da sempre per noi sono momenti di picco di lavoro, è emerso che non sono sufficienti nemmeno le strutture produttive stesse: segnale preoccupante ora che i brand stanno riportato in Italia, in modo stabile e non temporaneo, una parte delle loro produzioni. Ma anche la scarsità di risorse umane sta diventando un problema molto grave: i richiami che facciamo da anni, sia col progetto E’ di moda il mio futuro sia in altre modalità, non sono pura teoria. La mancanza di personale qualificato è un problema col quale dobbiamo sempre più spesso fare i conti».

Giovanni Gramigni

«Le fiere, per quanto nel tempo profondamente cambiate, continuano a rimanere un momento cruciale per presentarsi ai nostri interlocutori commerciali – aggiunge Giovanni Gramigni, presidente del consorzio Pratotrade -. Première Vision rimane un appuntamento primario, Milano Unica cresce sempre più e come italiani non può che farci piacere: in entrambe le manifestazioni la presenza pratese è rilevante, e non solo quantitativamente. Accanto ai punti di forza nostri propri, come la specializzazione nei tessuti fantasia e l’attenzione allo stile, abbiamo saputo interpretare al meglio, e coniugare alle nostre specificità, anche quella sostenibilità che non si può considerare certo solo una tendenza ma un approccio necessario per affrontare responsabilmente le produzioni future. Le fiere sono occasioni per valorizzare tutto questo, ogni azienda a suo modo e coerentemente alle proprie scelte. Le zavorre tuttavia ci sono, e pesanti.

Dai costi energetici e dei materiali, dai trasporti alle competenze – prosegue Gramigni -, il quadro è nell’immediato complesso; a questo si aggiungono le incognite di un momento storico turbolento e incerto. Sarà interessante vedere cosa è accaduto nel trimestre appena concluso, quando saranno disponibili i dati: le rilevazioni del Centro studi di Confindustria Toscana Nord evidenziavano un buon portafoglio ordini per questi ultimi mesi. Intanto affrontiamo questi appuntamenti fieristici forti degli investimenti fatti e di proposte che, per quanto mi è dato conoscere dal mio punto di vista in Pratotrade, sono come sempre di grande interesse e attualità».

I produttori di tessuti pratesi sono oggi 215 (stima del Centro studi di Confindustria Toscana Nord); indicativamente, il 60% fabbricano tessuti trama-ordito (drapperia, tessuti moda per abbigliamento), il restante 40% tessili diversi e tessuti speciali come tessuti a maglia, jacquard, pellicce sintetiche, tessuti tecnici, tessuti non tessuti, spalmati, geotessili e altri.

Gli ultimi dati disponibili (2021) indicano per queste aziende 1,145 miliardi di euro di valore delle esportazioni, che si stima rappresentino circa il 65% del fatturato, valutato per il 2021 a quota 1,7 miliardi; l’occupazione diretta è attualmente di 3.700 addetti.

Autore

Redazione

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