Diario Viola Fiorentina

Emozioni, delusione e lacrime

Nella foto, coreografia tifosi viola)

Finalmente la finale di Coppa Italia, fissata dalla Lega Calcio, mercoledì 24 maggio, stadio Olimpico, a Roma, ore 21.00. La Fiorentina affronta la seconda finalista classificata, l’Inter. L’impianto esaurito in ogni settore con le due tifoserie che si dividono i tagliandi. La maggior parte dei 25mila tifosi viola sono collocati nella Curva Sud (da sorteggio come squadra di casa) e nella parte adiacente dei Distinti, ma molti presenti in tribuna.

Il viaggio del popolo gigliato verso la capitale inizia in prima mattinata, pullman, pulmini, e mezzi propri, un lungo interminabile serpentone percorre  l’autostrada, in autogrill maglie, sciarpe e accento fiorentino. Coloro che non possono raggiungere lo stadio, si riversano nei posti dove sono i maxi schermi, nelle diverse zone della città: dal parco dell’Anconella, alle Murate, ai giardini di Campo di Marte, dalla Fortezza alle Cascine. Dopo nove lunghi anni, (dal fatidico maggio 2014), si attende una finale che parli di calcio giocato, ma anche di un trofeo che manca dal 2001.

Migliaia di tifosi dal primo pomeriggio nella capitale, dal centro, alla zona adiacente lo stadio, gruppi eterogenei, di ogni età da bambini a ragazzi, famiglie intere, club da tutta Italia con i loro vessilli in corteo, in un clima di grande entusiasmo tra cori e canti. Dalle 17.30 davanti all’ingresso, con serafica pazienza attendono controlli accurati su persone e tagliandi, filtraggio tornelli, prima dell’apertura dell’impianto intorno alle 18.00.

I primi tifosi posizionano gli striscioni che rappresentano i club, (decisi in anticipo), e iniziano a preparare la coreografia annunciata e programmata dai gruppi organizzati della Curva Fiesole. All’ingresso in campo per il riscaldamento, entra in un corridoio di fumogeni di luce, la squadra viola con il capitano Biraghi in testa, che porta sulle spalle una bandiera con i colori dei quattro quartieri della città, il giglio al centro, un grazie per il sostegno verso i sostenitori, applausi e cori dai tifosi.

La lunga fase pre gara inizia con uno spettacolo di luci sul tappeto verde, i simboli dei monumenti delle due città, le gigantografie delle maglie tra giochi di fuochi pirotecnici, uno spettacolo. La temperatura è quasi estiva, ma il coinvolgimento emotivo tra immagini, musica, luci e colori, crea un’atmosfera da brividi. Il trofeo della Coppa a bordo campo, mentre da programma come rituale la cantante Gaia (in questa  edizione) esegue l’inno di Mameli.

Dal settore appare uno striscione che recita: “entra nel mito sconfiggi il nemico”, poi come incanto in una cornice di bandierine bianche e viola, la scritta “PER NOI!” ,con al centro il mezzobusto di Perseo con Medusa tra le mani, statua bronzea simbolo di Firenze, di Benvenuto Cellini collocata nella Loggia dei Lanzi in Piazza Signoria. Un tripudio mozzafiato di forti emozioni tra cori incessanti e applausi.

Prima del fischio d’inizio un minuto di raccoglimento per le vittime dell’ alluvione dell’Emilia Romagna. Al fischio d’inizio, primo pallone per i viola, con Bonaventura subito in evidenza che passa sulla destra ad Ikonè, l’ex Lille crossa al centro per Gonzalez che mette in rete. Al terzo minuto viola in vantaggio. Esplode l’Olimpico in tutti i suoi settori, una bolgia totale.

Preme la Fiorentina che ci prova con Amrabat su assist di Bonaventura, palla di poco fuori. Al 24esimo contropiede nerazzurro con Dzeko che manda alto davanti a Terracciano Stesso copione al 29esimo, contropiede con ampi spazi, Martinez Lautaro, con un diagonale sul secondo palo, trova il pari. L’Inter ancora in avanti, al 36esimo ribalta la gara, con un gran goal di Lautaro, splendida girata al volo. Si va all’intervallo con i gigliati meno brillanti,  gli avversari in crescita.

Nella ripresa al 59esimo primi cambi, entrano Sottil e Mandragora per Ikoné e Casrovilli, al 70esimo Ranieri e Jovic al posto di Quarta e Amrabat. I viola lottano e con volontà cercano il pareggio, Biraghi con un tiro da lontano di poco alto sulla traversa,  Handanovic salva la porta su tiro di Jovic.  Si gioca in area nerazzurra, un assedio sotto porta con tiri di Cabral e Jovic, la difesa degli avversari resiste. Ultimo cambio Terzic al posto di Dodo.

All’87esimo ci provano Gonzalez e Cabral, ma senza fortuna. Nei cinque minuti di recupero non cambia il risultato. Al triplice fischio, mentre si aspetta la premiazione per i vincitori, la squadra viola si porta sotto il settore ricevendo applausi e cori, resta la delusione ma ancora uniti per le prossime sfide. Sulla pedana scorrono i giocatori che ricevono il premio da secondi classificati,  Cabral, Jovic, e Gonzalez, evidenziano la loro amarezza con lacrime di sconforto, il presidente Commisso a fine gara negli spogliatoi rincuora tutta la squadra.

I ragazzi di Italiano non demeritano, in alcune fasi dominano per gioco e occasioni, il cuore oltre l’ostacolo con grinta e impegno, alla pari con un avversario forte (finalista di Champions), con il rammarico di disattenzioni difensive e occasioni sprecate sotto porta.

Un sogno infranto, che non intacca il forte legame tra squadra e popolo viola, lo spirito di appartenenza che lo contraddistingue, l’orgoglio di una città che soffre e gioisce, ma l’uno accanto all’altro. Le emozioni di una serata magica, di una notte di primavera, fanno già parte della storia viola, perché anche se la bacheca resta vuota, Firenze vince sempre.

Autore

Patrizia Iannicelli

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