Avvento 2023

Avvento 23 – Giorno 10 – Addio Lugano bella

«Nella mia mente c’è un’irrazionale scala di valori».

(Virginia Woolf)

26 febbraio 2023, Elly Schlein vince le elezioni primarie del Partito Democratico ribaltando nelle votazioni aperte il risultato di quelle riservate agli iscritti. E’ la prima volta che succede nella storia del Partito, e sarà anche l’ultima.

A Firenze si vota per il sindaco, nella prossima primavera. A sostituire il non rieleggibile Nardella sarà – in caso di vittoria del centrosinistra – un candidato scelto dalla segretaria nazionale, non da consultazioni popolari.

Proprio lei, la segretaria venuta dal popolo, non si fa scrupolo di dichiarare apertamente: «Le primarie restano uno strumento valido ma dipende dal contesto locale. In alcuni territori si fanno le primarie, in altre la coalizione trova un accordo».

Come dire, la democrazia non è per tutti. A nord dell’Appennino sì, se la possono permettere (anche se poi se la giocano una pasionaria dal background quanto meno sui generis ed un governatore uscente come il Bonaccini che per non correre rischi in campagna elettorale aveva pensato bene di togliere il logo del PD dal suo manifesto), a sud no.

A sud la Schlein nomina di sua autorità Sara Funaro, nardelliana, nipote dello storico sindaco dell’Alluvione Piero Bargellini, mentre la base chiede a gran voce le primarie. Soprattutto le chiede Cecilia Del Re, ex assessore all’urbanistica destituita da Nardella, che sulla materia nella Firenze dei Grandi Lavori e dei Grandi Affari non tollera dissidenti. Nel PD, scrivono tutti i giornali, è guerriglia aperta.

Che dire, al Partito Democratico, così come ai suoi predecessori, la democrazia di base non è mai piaciuta. Il popolo, una volta reso libero di dire la sua, nell’ovile poi ci si riporta male. E poi il capoluogo toscano è stressato da più di un decennio di urbanistica creativa e di scarsi affari economici e sicuri disastri sociali. Il vertice a sollecitare la base stavolta rischia troppo.

Alla prima uscita elettorale Elly Schlein rischia di tornare da dove è venuta, addio Lugano bella. Mentre gongolano tutte le opposizioni, a cominciare da quel Renzi che a suo tempo il Giamburrasca del PD seppe farlo meglio di lei.

Autore

Simone Borri

Simone Borri è nato a Firenze, è laureato in scienze politiche, indirizzo storico. Tra le sue passioni la Fiorentina, di cui è tifoso da sempre, la storia, la politica, la letteratura, il cinema.

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