(Nella foto, la Curva Fiesole, di Paolo Giuliani)
La 37esima giornata di campionato, la penultima della stagione, si apre con l’anticipo serale del venerdì delle 20.45, con la Fiorentina che affronta tra le mura del Franchi, il Napoli, Campione d’Italia dello scorso anno.
La tifoseria in fermento da più di una settimana, più concentrata ad organizzare la trasferta verso Atene, sede della finale della Conference League ( le associazioni del tifo in movimento per agevolare con voli charter nel giorno del match), complicata dal punto di vista logistico, anche per i costi elevati delle diverse compagnie aeree, che per le gare rimaste. Per i tagliandi, rispetto allo scorso anno, la solita registrazione al sito della Uefa, ma più semplice per i 9.000 biglietti totali, messi a disposizione.
Prima della fatidica data ormai segnata di rosso del 29 maggio, ancora due gare (tre se si considera il recupero con l’Atalanta, fissato per il 2 giugno), in casa con il Napoli, la più importante, avversario in crisi di risultati, ma sempre temibile, divisi in classifica da due punti a favore dei viola, un match da spareggio per conquistare un posto in Europa.
L’ultimo giorno al Franchi, non è come le altre volte, ma assume un significato particolare per intere generazioni, che dal 1932 hanno frequentato, un settore dello stadio, diventato negli anni il cuore del tifo, la Curva Fiesole.
Dal prossimo anno, dopo 92 anni, la tifoseria sarà costretta a traslocare nella parte opposta nella Curva Ferrovia, per il restyling dell’impianto, che prevede la demolizione, per essere modernizzata e ricostruita in modo diverso.
Il giorno feriale, con i disagi che consegue la giornata lavorativa, come da tanti mesi e gare disputate, portano ancora una volta un numero cospicuo di spettatori, nei diversi settori 28.267 totali.
All’ingresso delle squadre, con l’inno di Narciso Parigi che echeggia e rimbomba, la sciarpata che copre tutta la Curva Fiesole, i giocatori viola accompagnati dai loro bambini, una festa come avviene nell’ultima gara, con le foto di rito.
La squadra indossa la nuova maglia per la prossima stagione, svelata poche ore prima sui canali ufficiali, splendido il viola che rappresenta la Fiorentina, curata nei particolari, con il logo sul petto, la scritta dietro, i 13 gigli nel colletto in onore di Davide Astori.
Si parte con il modulo del 4-2-3-1, la migliore formazione per mister Vincenzo Italiano, Terracciano tra i pali, Dodo, Milenkovic, Quarta, Biraghi, Bonaventura, Arthur, Gonzalez, Beltran, Kouame, Nzola.
Al fischio d’inizio, gli occhi sul tappeto di gioco, pochi passaggi con gli azzurri che si portano in avanti, Quarta chiude su Kvaratskhelia rinviando in angolo, dal conseguente corner battuto da Politano, colpo di testa di Rrahmani, che manda il pallone in rete, vantaggio per gli ospiti all’ottavo minuto.
Il Napoli continua a creare azioni, i gigliati non trovano spazi in questa fase iniziale. Al 37esimo fallo di mano dal limite dell’area di Lobotka, punizione per i padroni di casa. Sul pallone si porta Biraghi, che con un sinistro colpisce la traversa con il pallone dentro la porta, pari dei viola, con il Franchi in festa.
Al 42esimo esplode il Franchi con il vantaggio di Nzola, l’angolano recupera il pallone sulla sinistra, entra in area e con un destro manda il pallone in rete, gara ribaltata in pochi minuti.
Dopo un minuto di recupero si va all’intervallo.
Nella ripresa al 48esimo Gonzalez con un sinistro da fuori area impegna il portiere Meret che devia in angolo. Al 56esimo punizione magistrale dell’attaccante georgiano Kvaratskhelia che riporta il risultato in parità sul 2 a 2, Terracciano sulla traiettoria, non evita la rete.
Al 62esimo palo dell’attaccante Politano che fa tremare la porta. Al 65esimo doppio cambio escono Kouame e Nzola per Ikoné e Belotti. La gara prosegue tra ribaltamenti di fronte, punizione di Gonzalez che Meret manda in angolo, un rasoterra di Politano parata da Terracciano.
Al 77esimo altro doppio cambio, escono Beltran e Biraghi per Mandragora e Parisi. Al 78esimo contatto in area di Lobotka su Belotti, l’arbitro Marchetti indica il dischetto, dopo il consulto Var, il penalty viene annullato.
Minuti in affanno per i viola che subiscono le incursioni degli azzurri, l’ultimo cambio Maxime Lopez al posto di Arthur.
Prima del triplice fischio, striscioni in omaggio alla Curva Fiesole da parte dei tifosi.
Nei 5 minuti di recupero brivido per un tiro di Raspadori subentrato, che sfiora il secondo palo. Con il triplice fischio si chiude la gara con un pari, che lascia la Fiorentina all’ottavo posto, che non ipoteca la matematica certezza per l”Europa dal campionato, ma ci sono buoni presupposti per il vantaggio sulle concorrenti.
Prima di lasciare il campo il mister (che saluta e rientra subito negli spogliatoi) e la squadra si portano sotto la Curva Fiesole, applausi e cori ininterrotti, una gara che potrebbe essere l’ultima per diversi giocatori, un abbraccio virtuale tra tifosi e squadra, la spinta verso la partita delle partite, la finale del 29 maggio.
Sulla prova del gruppo, soliti errori di distrazione, approccio blando e squadra contratta, carattere e grinta per ribaltare, ma finale in debito di ossigeno.
Nel reparto difensivo, Terracciano subisce due reti e sembra meno brillante del solito, Quarta sottotono, Dodo, con la sua nuova capigliatura viola, lotta sulla fascia, tornato determinante, Milenhovic controlla senza rischi, Biraghi con la punizione del pari merita gli applausi del Franchi, alla sua uscita, anche se qualche intervento non è sempre perfetto.
In mediana Bonaventura rientrato dopo l’infortunio si nota poco, ma partecipa alla manovra di gioco, Arthur gestisce in modo sufficiente.
In avanti Gonzalez in ombra rispetto alla precedente gara, Beltran si vede in poche occasioni, Kouame impegna la retrovia avversaria, Ikoné da subentrato non porta supporto alla squadra. Il match winner, l’angolano Nzola, nell’ultimo periodo decisivo in area, una rete che conferma un buon momento, in prospettiva anche per le prossime gare.
Nel post gara il tecnico Vincenzo Italiano, parla di obiettivo della vittoria mancato, ma giudica il pari giusto, il pensiero resta rivolto alla finale, anche se prima concentrati per la sfida contro il Cagliari.
Una serata particolare, vissuta più sugli spalti che in campo, chi ha avito il privilegio di essere stato sui vecchi gradoni di ieri, i seggiolini di oggi, ha avuto la sua particolare emozione ed i brividi sulla pelle, per tutti i flash back riaffiorati negli anni vissuti nella amata Curva Fiesole.
Le amicizie create negli anni, consolidate e rimaste tali, la tristezza per coloro che non ci sono più, le intemperie invernali, il sole asfissiante dei mesi caldi, fermi ognuno al proprio posto incuranti delle conseguenze, le coreografie animate con bandierine, capolavori da mostrare per l’orgoglio di una tifoseria e della città rappresentata, i lividi e le ferite per i voli da una fila all’altra dopo una rete per una vittoria, le lacrime di sofferenza per sconfitte e amare retrocessioni, per l’ ingiusto fallimento, per i gravi infortuni, ma anche di gioia per vittorie storiche, in nome dello spirito di appartenenza, di una passione, di vita vissuta.
Tante emozioni intrecciate, l’una che prevale sull’altra, gli occhi lucidi, nella notte che sembra non dover mai passare.
Sul Viale Fanti, gruppi di ragazzi giovani con un seggiolino in mano, non è un cimelio qualunque o un atto di vandalismo, ma qualcosa da conservare e tramandare, un coro nella notte, una canzone urlata migliaia di volte, piano piano si affievolisce, come l’ultimo canto per una parte di stadio, che ha cresciuto intere generazione, che non sarà mai dimenticata.
L’ultima gara al Franchi, di questa stagione, della nostra amata Fiorentina, un pezzo di storia di tanti di noi, tra addii, nostalgia e indelebili ricordi.
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