Aldo Reggiani era nato a Pisa il 19 dicembre 1946, aveva intrapreso la carriera di attore ed era giunto alla celebrità nel 1968, interpretando da co-protagonista con Loretta Goggi, Arnoldo Foà ed altri una delle più prestigiose riduzioni televisive, o più volgarmente sceneggiati della RAI – come si chiamavano allora le fiction -, la Freccia Nera di Robert Louis Stevenson, sotto la regia di Anton Giulio Majano.
Il successo era stato travolgente, tanto da farne per qualche stagione un attore di primo piano, sia per la televisione che per il cinema ed il teatro. Al cinema era stato scritturato da Dario Argento (Il gatto a nove code), Pasquale Festa Campanile (Conviene far bene l’amore), Luigi Comencini (La donna della domenica), Giuliano Montaldo (L’agnese va a morire). Alla televisione aveva interpretato tra l’altro sempre con Anton Giulio Majano La Pietra di Luna, tratto dall’omonimo romanzo di William Wilkie Collins. A teatro era stato attore e regista (la Norma di Vincenzo Bellini). Era stato anche doppiatore, tra l’altro, di attori come Jeremy Irons, Patrick Swayze e di un personaggio della popolare serie televisiva M.A.S.H.
Il 26 giugno scorso durante una vacanza in Sardegna era stato colto da un’ischemia. E’morto a Roma all’età di 66 anni, lascia un figlio, Primo, che ha intrapreso anch’egli la carriera di attore.
…musica di trombe, cavalieri al galoppo nella foresta, le mura di un castello avvolto nella nebbia inglese, presagi di guerra, e la musica di Riz Ortolani che catapultava d’improvviso la nostra domenica nel Medioevo, bianco e nero come tutta la televisione di allora, ma vivido come poteva essere soltanto nella nostra fantasia, a cui la RAI ed i migliori registi dell’epoca davano vita in maniera impareggiabile.
La Freccia Nera era il capolavoro di Robert Louis Stevenson, lo scrittore principe del Romanticismo inglese che aveva scritto solo capolavori, l’Isola del tesoro, Il Master di Ballantrae, Lo strano caso del Dottor Jekyll e Mister Hyde. I libri su cui avevamo sognato da bambini, fintanto che la televisione aveva dato vita, volti e colonna sonora a quei nostri sogni. Era il 1968, Anton Giulio Majano realizzò quello che probabilmente era destinato a restare nella storia televisiva italiana come “la madre di tutti gli sceneggiati”. La sua regia si sposò alla perfezione con la piéce di Stevenson, con la musica di Riz Ortolani e la popolare sigla a cui Sandro Tumminelli aveva dato le parole ed il cantante Leonardo la voce.
“Sibila il vento e la notte s’appresta, e la nera foresta minacciosa si fa…”. Alzi la mano chi era un bambino a quell’epoca e non ha cantato questo motivetto fino all’infinito, il tormentone di quel 1968. Alzi la mano chi, con la famiglia al completo, non si metteva alla televisione la domenica sera dopo cena, per seguire le vicende delle Frecce Nere che si battevano contro il malvagio Sir Daniel Brackley, magistralmente interpretato da Arnoldo Foà, il signorotto schierato con la Rosa Rossa dei Lancaster al tempo della Guerra delle Due Rose che insanguinò l’Inghilterra alla metà del quindicesimo secolo. Le Frecce Nere che catturano e poi adottano il giovane Dick Shelton, figlioccio di Sir Daniel ma in realtà figlio di Harry, legittimo signore del feudo ucciso da Sir Daniel stesso, e amico di Ellis Duckworth, capo dei ribelli.
Dick Shelton era lui, il giovanissimo Aldo Reggiani, che insieme alla giovanissima Loretta Goggi tenne avvinta l’Italia per sette settimane nella fuga da Daniel Brackley fino al trionfo ed alla vendetta finali, quando la guerra termina con la vittoria della Rosa Bianca del Duca di Gloucester. Destinato a regnare come Riccardo III, ed a rimanere nella storia inglese come un sovrano non certo benevolo per i suoi sudditi, che furono ben felici di passare sotto la signoria dei Tudor pur di liberarsi di quel gobbo malefico.
Quante storie racchiuse in quella piccola scatola che proiettava immagini in bianco e nero, e che ci portava lontano, grandi e piccini. Alla fine di ogni puntata, la sigla di Tumminelli cantata da Leonardo era il segnale che la domenica era finita, cominciava un’altra settimana di scuola, in attesa di veder cavalcare di nuovo le Frecce Nere. I padri restavano alzati a vedere la Domenica Sportiva di Alfredo Pigna, noi bambini filavamo a letto, contenti della deroga domenicale all’orario limite di Carosello, pronti a risognare le avventure di Dick e Joan, di Aldo Reggiani e Loretta Goggi, a sentire nei nostri sogni il sibilo della Freccia vendicatrice.
Dick Shelton è andato a raggiungere le Frecce Nere. Un altro pezzo della nostra infanzia se n’è andato per sempre. Ma basta chiudere gli occhi e…….
“sibila il vento e la notte s’appresta….”
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