PRATO – Al Museo del Tessuto ha aperto Mr & Mrs Clark, la prima mostra in Italia dedicata ad Ossie Clark e Celia Birtwell. Grazie al loro connubio hanno definito un immaginario e uno stile inconfondibile, il Flower Power, diventando un punto di riferimento nella Swinging London. Questa collaborazione tra il Museo del Tessuto di Prato e la Fondazione Sozzani vuole raccontare – anche tramite l’allestimento espositivo progettato da Arianna Sarti – il percorso dei due creativi. Mr & Mrs Clark – l’abilità nel disegno di Celia, mentre Ossie con la sua abilità nei tagli e nella modellistica dava vita ad abiti sensuali e femminili.
La mostra, che resterà in allestimento fino all’8 gennaio, a cura di Federico Poletti, sviluppa e valorizza un importante nucleo di abiti disegnati dallo stilista londinese e provenienti dalla preziosa collezione di Massimo Cantini Parrini, celebre e pluripremiato costumista. A quel nucleo iniziale di abiti, le ricerche di Federico Poletti hanno aggiunto materiali inediti, provenienti dalla collezione privata di Lauren Lepire a Los Angeles, e dagli archivi di Celia Birtwell e dalla famiglia Clark.
La mostra si apre con la foto che vede Celia e Ossie abbracciati, un ritratto scattato dall’amico Norman Bain (1967), che sintetizza il loro connubio professionale e personale. Protagonista di questa prima sala è la grande proiezione con la video intervista a Celia Birtwell (classe 2 gennaio 1941, ancora attiva come textile designer) che racconta del primo incontro con Ossie al Royal College of Art di Manchester. E poi la collaborazione con Alice Pollock e il periodo di Quorum, boutique e punto di incontro di artisti e musicisti (da David Bailey, Rudolph Nureyev, David Gilmore dei Pink Floyd) fino alle performance con le modelle e muse Pattie Boyd e Amanda Lear.
Sempre nello stesso spazio viene raccontato la storia professionale di Ossie Clark, che già dai primi disegni di ammissione al Royal College of Art di Manchester del 1962 (esposti in mostra) rivela un precoce talento, in mostra anche i suoi i sketchbook, dai primi databili ai tempi del Royal College of Art Manchester (inizi Sessanta) fino a quelli del periodo d’oro (1968-69) dove il segno di Ossie si fa più spigoloso e astratto, giocando sulle forme di abiti a vita alta, i botticelli dress, e i pantaloni svasati con pattern floreali, che diventeranno i must have dell’epoca.
La seconda parte del percorso racconta il mondo artistico di Celia Birtwell, che si forma alla Salford Art School di Manchester. La sala grande è dedicata alle foto scattate agli abiti di Ossie e Celia, è stato anche allestito un corner dedicato al rapporto speciale tra Celia Birtwell e David Hockney. Dopo il doppio percorso su Ossie e Celia, si entra nel cuore della mostra con la scenografica esposizione dei quaranta abiti disposti su pedane in ordine cronologico, dal primo abito a pois del 1965 per arrivare alle creazioni del 1974, data che segna la loro ultima collezione: da quel momento le strade di Ossie e Celia si dividono per continuare in modo autonomo.
Sono stati selezionati i capi con i pattern divenuti cult, dalla Lamborghini Suit del ’69 e il completo di ispirazione orientale (1968) indossato da Amanda Lear, il mini dress aeroplane ( del 1969 e fotografato da Jim Lee) e quello con stampa Monkey Puzzle, ispirato dai tappeti medievali; diversi gli abiti fluidi in chiffon e moss crepe con le stampe Candy flowers e Mystic Daisy (1970), Tulips (1972), tra cui anche i modelli con taglio a sbieco e l’abito floreale realizzato con la tecnica della stampa a riserva.
Non mancano inoltre gli abiti con decorazione più astratta e geometrica, come quelli ispirati all’avanguardia russa e Kandinsky (1974) passando per i modelli dove è protagonista il color block, come il celebre abito “semaforo-traffic light” (1972) e altre creazioni della linea Ossie Clark/for Radley, che presentano solo stampe nella parte superiore. L’ ultima parte è il guardaroba che comprende 10 abiti di carta, che rappresenta il senso di rinnovamento culturale e sociale che incalzava negli anni Sessanta e che divenne un fenomeno di massa che si diffuse negli Stati Uniti d’America e in Europa.
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