Economia

Al via Pitti Filati, un terzo degli espositori sono pratesi

Pitti Filati 2023

PRATO – E’ sempre più consistente il plotone delle imprese pratesi che espongono a Pitti Filati: questa 95ª edizione, al via il 25 giugno e incentrata sull’autunno-inverno 2025-2026, vede la partecipazione di 31 produttori provenienti dal distretto, oltre un terzo degli espositori. A questi si aggiungono altre imprese di settori vicini al mondo dei filati per legami di filiera o di servizio.

Stefano Borsini

«Pitti Filati si conferma la fiera d’eccellenza che è da sempre, con espositori, quasi esclusivamente italiani ed europei, accuratamente selezionati ed espressamente invitati a parteciparvi – commenta Stefano Borsini, imprenditore del settore, espositore e componente il Comitato tecnico di Pitti Immagine -. Un lavoro importante che dobbiamo all’impegno assunto dall’amministratore delegato di Pitti Immagine Raffaello Napoleone e dal direttore generale Agostino Poletto a tenere il livello della fiera molto alto dal punto di vista della creatività e della qualità delle proposte. E’ grazie a questa cura e attenzione che Pitti Filati è la manifestazione fieristica di maggior prestigio a livello mondiale per i filati fantasia di alta gamma.

Ma la fiera ha anche un altro primato, quantomeno fra le manifestazioni importanti: ogni sua edizione è la prima che si proietti avanti di oltre un anno e mezzo, in pratica di tre stagioni. Nel caso di questa 95a edizione, è a Pitti Filati che si comincia a rivolgere lo sguardo alla stagione autunno-inverno 2025-2026. Da qui la particolare importanza dell’area tendenze, che getta con autorevolezza una prima luce su stili, colori, materiali che faranno moda in quella stagione. Come sempre, accanto agli espositori del mondo della filatura ci saranno colleghi di segmenti della filiera a monte e a valle, dalle materie prime ai maglifici, così come di settori a latere del nostro: Pitti Filati è un punto di incontro non solo per i filati ma anche per tutto ciò che vi ruota intorno».

I produttori di filati pratesi affrontano questa fiera nella consapevolezza di operare in un contesto economico complesso a livello trasversale e particolarmente fluido per il settore moda. I dati economici consolidati su produzione ed export riguardano ancora il 1° trimestre dell’anno e risentono delle particolari vicende che hanno interessato il distretto, in particolare la disastrosa alluvione del 2-3 novembre 2023 nella quale sono rimaste coinvolte alcune importanti aziende del comparto.

Gabriele Innocenti

«L’andamento produttivo del comparto filati del distretto pratese è coerente con il quadro non brillante del tessile nel suo complesso, che vive, come tutto il mondo della moda, un momento di stallo – osserva Gabriele Innocenti, coordinatore del gruppo Produttori di filati della sezione Sistema moda di Confindustria Toscana Nord -. Il 2023 si è chiuso con la compromissione della produzione dovuta anche all’alluvione di novembre, che ha colpito duramente alcune aree tessili del nostro territorio; gli effetti si sono inevitabilmente protratti anche nel 1° trimestre 2024, che tuttavia ha dato segnali di decisa reazione.

Così nella produzione di filati si è registrato a Prato nei primi tre mesi del 2024 un netto incremento (+6,2%) rispetto al trimestre precedente, quello più direttamente segnato dall’alluvione, a fronte di una significativa contrazione (-6,5%) rispetto invece al 1° trimestre 2023. L’andamento congiunturale e tendenziale dei volumi di produzione dei filati è analogo ma ancora più spiccato per il valore dell’export: +16,9%  rispetto al 4° trimestre 2023, viceversa -13% rispetto al 1° trimestre 2023. Numeri, questi, che raccontano una storia di resilienza anche se in un contesto di frenata. Di fronte all’evento catastrofale le imprese hanno reagito con prontezza ed efficacia: non sono riuscite, inevitabilmente, a recuperare sull’inizio del 2023, che peraltro aveva registrato risultati apprezzabili, ma hanno dato comunque un colpo d’ala rimettendosi subito in moto.

Questo 2° trimestre ormai al termine è segnato invece da un altro fenomeno, comune a tutto il tessile di alta gamma: una rilevante contrazione degli ordinativi dovuta anche alla necessità del mondo della moda di smaltire i consistenti stoccaggi accumulati. Una situazione che ad oggi è e rimane complessa, quindi, con molte ombre ma anche con una forte e radicata fiducia delle imprese nelle proprie risorse e nella capacità di intercettare i segnali di inversione di tendenza non appena questi si manifesteranno».

L’impegno dei produttori di filati pratesi è forte da sempre sul versante della qualificazione delle aziende stesse e delle loro filiere. Dopo 5 mesi dal varo del progetto collettivo, sostenuto da Confindustria Toscana Nord, per la diffusione della certificazione GRS, sono stati fatti importanti passi avanti su un percorso che si presenta, come previsto, piuttosto complesso. Aggiorna sull’argomento Raffaella Pinori, che ha preceduto Gabriele Innocenti alla guida del gruppo Produttori di filati e che in tale veste ha dato il via all’iniziativa:

Raffaella Pinori

«Il progetto sta procedendo con le modalità programmate. Abbiamo in primo luogo realizzato una mappatura delle aziende terziste che hanno rapporti più frequenti con le imprese produttrici di filati di Confindustria Toscana Nord, chiedendo poi la loro disponibilità. La risposta c’è stata: fatta una selezione preliminare, abbiamo cominciato a lavorare con un primo nucleo sperimentale di 25 aziende terziste che, assistite da un consulente, stanno verificando in fase di pre-audit la loro conformità ai requisiti richiesti per l’acquisizione della certificazione GRS.

La distanza dall’obiettivo è più o meno accentuata nelle diverse realtà aziendali: sarà una marcia di avvicinamento non per tutti semplice, ma stiamo riscontrando attenzione e interesse; certamente poter fruire di una consulenza gratuita, finanziata dalla nostra associazione, è un incentivo importante. L’idea di promuovere una più ampia diffusione della certificazione autonoma GRS fra le imprese terziste locali nasce dalla constatazione che in questo modo verrebbero gettate le basi per arrivare più agevolmente alla tracciabilità.

Il percorso è lungo: del resto, non ci risultano precedenti di operazioni del genere nell’ambito di interi sistemi distrettuali. Se arrivassimo a obiettivi anche solo parziali sarebbe un risultato importante, perché una diffusione ampia della certificazione GRS potenzierebbe l’efficienza della filiera semplificando drasticamente adempimenti e oneri. Gli aspetti di eticità e trasparenza del settore risulterebbero così evidenziati e valorizzati».

Le imprese produttrici di filato del distretto pratese sono 80 con oltre 2000 addetti diretti e un fatturato di circa 750 milioni di euro, di cui il 40% realizzato con l’estero. I produttori di filati per maglieria esportano mediamente oltre la metà della produzione in valori, mentre i filati da tessitura sono assorbiti per lo più dal mercato interno e dunque l’incidenza del fatturato estero risulta inferiore. I principali paesi di destinazione dei filati pratesi rimangono quelli europei, sia come importatori propriamente detti sia come luoghi di lavorazione e riesportazione: Germania, Romania, Francia, Portogallo e Croazia rappresentano da soli intorno al 40% del totale dell’export.

 

Autore

Andrea Sarti

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