Musica

Amazing Grace

Se Auld Lang Syne è la musica  della nostalgia e dell’arrivederci, Amazing Grace è la musica dell’addio. Nel senso antico e più bello e nobile del termine: ti affido a Dio, finché non verrà il tempo di rivedersi, in un’altra vita.

Quante volte l’abbiamo ascoltata? E’ la musica che sentiamo in tutti i film americani, al momento in cui il plotone spara la salva, la bandiera viene ripiegata e viene consegnata nelle mani della moglie del fireman, del policeman o del marine caduto in servizio. Mentre gli altri, colleghi, amici, parenti, cercano disperatamente, non sempre riuscendoci, di trattenere le lacrime.

AmazingGrace201211-002Da dove viene? Non lo credereste. E’ una delle più antiche canzoni irlandesi trapiantate nel Nordamerica. Parla della grazia del Signore, i suoi versi risalgono addirittura aSan Paolo, le parole e la melodia sono quelle del Cristianesimo celtico, sia esso confluito con il tempo nell’evangelismo protestante britannico o nel cattolicesimo dei figli d’Irlanda in fuga dalla loro terra martoriata verso il Nuovo Mondo.

La compose nella seconda metà del Settecento, un pastore protestante, John Henry Newton. Era stato uno schiavista, finì la sua vita infondendo coraggio e rinvigorendo la fede a coloro che si battevano nelle Isole Britanniche affinché lo schiavismo fosse alla fine abolito. Il suo pupillo, William Wilberforce, parlamentare whig, non ebbe pace finché il Regno Unito di Gran Bretagna abolì quell’infamia, il 26 luglio 1833, tre giorni prima della sua morte. Trenta anni prima che la stessa cosa fosse legiferata dagli Stati Uniti d’America, ma a prezzo di una spaventosa guerra civile.

Anche Newton aveva avuto la soddisfazione di chiudere per l’ultima volta gli occhi, ormai stanchi e velati dall’età, pochi giorni prima che il suo paese avesse compiuto il primo passo verso la strada dell’umanità e della giustizia. Nel 1807 l’Inghilterra proibì la tratta degli schiavi africani e la loro vendita in tutti i territori del suo impero transoceanico. Un colpo duro e decisivo per il commercio di carne umana.

Amazing Grace rimase da allora come uno dei più suggestivi inni religiosi che la nostra tradizione occidentale ricordi. Passò in America con i profughi irlandesi, che a loro volta passarono in tutti i corpi civili e militari del paese che li ospitava. E ogni volta che ci fu da affidare al cielo l’anima di qualche compagno o congiunto caduto, ecco le cornamuse e le note struggenti della grazia incredibile risuonare di nuovo. Ecco le lacrime trattenute a stento, agli angoli degli occhi.

In loving memory of the fallen.

Autore

Simone Borri

Simone Borri è nato a Firenze, è laureato in scienze politiche, indirizzo storico. Tra le sue passioni la Fiorentina, di cui è tifoso da sempre, la storia, la politica, la letteratura, il cinema.

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