Musica

Amelia

Charles Lindbergh aveva pilotato lo Spirit of Saint Louis nella prima trasvolata dell’Atlantico della storia da appena un anno, quando lei ne ripeté l’impresa – prima donna in assoluto – a bordo di un Fokker F.VII battezzato Friendship. Era il 18 giugno 1928.

Lei aveva 31 anni, veniva dal Kansas, e fin da bambina non aveva sognato altro che diventare pilota d’aereo. Nel film di Mira Nair in cui Hillary Swank interpreta la donna volante e Richard Gere fa la parte di George Palmer Putnam, dapprima suo finanziatore e poi suo marito, uno scambio di battute tra i due, al loro primo incontro, basta a raccontare tutta la storia:

George P. Putnam: «Amelia Eahrart, perché vuole volare?»
Amelia Earhart: «Per essere libera.»

Nel 1928 quindi la sua prima trasvolata oceanica, come membro femminile dell’equipaggio del Friendship. Non le bastava. Nel 1932, il 21 maggio (lo stesso giorno del calendario in cui Lindbergh aveva realizzato la sua impresa), compì la sua prima trasvolata dell’Atlantico in solitaria e senza scalo.

Nel 1937, infine, l’impresa che l’avrebbe resa ancor più leggendaria, e avrebbe deciso il suo destino: dalla California all’Australia, trasvolando stavolta l’Oceano Pacifico.

Un primo tentativo effettuato a marzo andò a male per un guasto al suo apparecchio, l’Electra. Ci riprovò in estate, stavolta invertendo la rotta. Non più partenza dalla California, ma da Miami, rotta per il Sudamerica, l’Africa, l’India e finalmente la Nuova Guinea.

Era diventato un giro del mondo. Il 2 luglio Amelia Eahrart ed il suo copilota Fred Noonan decollarono per la tappa più lunga e difficile: da Lae in Nuova Guinea all’atollo Howland, circa 3.100 km a sud-ovest di Honolulu. Un luogo suggestivo, essendo tra l’sltro l’ultimo al mondo in cui avviene ogni giorno il cambio di data. Ogni anno il capodanno vi inizia per ultimo rispetto a qualsiasi altro posto sulla Terra.

Amelia non ci arrivò mai. sette ore e mezzo circa dopo il decollo, le navi di supporto e le stazioni radio persero il contatto con l’Electra. le sue ultime parole ascoltate furono: «Dovremmo essere sopra di voi, ma non riusciamo a vedervi — ma il carburante si sta esaurendo. Non siamo riusciti a raggiungervi via radio. Stiamo volando a 1.000 piedi [n.d.r. 300 m circa]». E poco dopo: «Siamo sulla linea 157 337. Ripeteremo questo messaggio. Ripeteremo questo messaggio a 6210 kHz. Attendete».

Da allora, nessuno ha mai saputo che fine abbia fatto. E come sempre succede quando la storia latita, la leggenda si sbizzarrisce.

Ci sembra giusto renderle omaggio sulle note di un’altra leggenda, un’altra donna volante le cui ali erano quelle della musica.

Autore

Simone Borri

Simone Borri è nato a Firenze, è laureato in scienze politiche, indirizzo storico. Tra le sue passioni la Fiorentina, di cui è tifoso da sempre, la storia, la politica, la letteratura, il cinema.

Lascia un commento