(Dal nostro inviato) La tredicesima giornata di campionato apre sabato alle 15.00 al Franchi, dove i ragazzi di Prandelli affrontano l’Hellas Verona di Ivan Juric (allenatore accostato nella campagna estiva proprio alla panchina viola, ndr).
Dopo i fuochi d’artificio per sostenere la squadra lo scorso mercoledì, ancora un’iniziativa dei tifosi, si ritrovano davanti all’albergo e scortano la squadra fino allo stadio. Anche il presidente Commisso, come avvenuto prima della gara contro il Sassuolo, si è collegato con i giocatori esortando a fare una grande prestazione.
La formazione di partenza parte con il modulo del 3-5-2, Dragowski, Milenkovic, Pezzella (cap.), Igor, Venuti, Bonaventura, Amrabat, Castrovilli, Barreca, Ribery, Vlahovic. Alla prima azione nell’area dei padroni di casa contatto di Barreca con Salcedo, l’arbitro Fourneau indica il dischetto, viene visionato dal Var. Dopo tre minuti l’arbitro è chiamato al monitor per rivedere le immagini, dopo sei minuti dal contatto viene confermato il penalty, che sembra quasi inesistente. Si porta sugli undici metri Miguel Veloso che realizza e porta in vantaggio gli ospiti.
Ancora una volta la squadra viola parte in svantaggio e deve recuperare con la solita difficoltà a portarsi in avanti. Al diciottesimo fallo in area di Gunter su Vlahovic, ancora la decisione dell’arbitro che indica il dischetto, dagli undici metri si porta Dusan Vlahovic che realizza il pareggio. Dopo il solito sbandamento dovuto allo svantaggio quasi a freddo, i viola dopo il pari sembrano più determinati, anche se arrivare verso la porta avversaria quasi un’impresa.
La gara viene sospesa ogni minuto, non si riescono a fare due passaggi di fila, la direzione arbitrale discutibile e fiscale. Dopo 4 minuti di recupero, si va negli spogliatoi. La ripresa inizia come la prima parte, interruzioni e gioco fermo. Al 60′ i primi tre cambi, escono Barreca, Venuti, e Bonaventura, per Callejon, Lirola, e Biraghi. In questa fase si contano più i falli che le azioni di gioco, brutti gli interventi su Castrovilli e Igor.
Al 67′ buon intervento di Dragowski su Lazovic. La vera occasione per i viola all’84’ con Milenkovic che davanti alla porta colpisce ma la palla va fuori di poco. Gli ultimi cambi: entra Borja Valero al posto di Ribery, Cutrone al posto di Castrovilli. Dopo 4 minuti di recupero il triplice fischio finale.
Una brutta gara, interruzioni continui, falli, gli avversari hanno indirizzato la gara verso una difesa estrema ed il gioco fisico, il tutto permesso dalla direzione arbitrale che ha determinato episodi dubbi creando del nervosismo eccessivo tra i giocatori. Della squadra viola possiamo annotare uno spirito di reazione, dopo il rigore nelle prime battute, ma poi manca di incisività, di idee, gioco carente in alcuni reparti, e da parte di alcuni giocatori più rappresentativi.
La difesa risponde bene alle poche incursioni degli avversari, il portiere Dragowski si conferma attento e decisivo, non si ripete la prestazione di Ribery, una gara dopo tre giorni pone qualche problema di natura fisica, ma il carattere non manca. Ancora sottotono e lontano dai suoi livelli Castrovilli, anche per lui diversi falli, esce stremato. L’autore del rigore Vlahovic, nel contesto generale il migliore in campo, la fiducia che il mister gli sta dando lo mette in condizione di maggiore responsabilità, una crescita di carattere, ha lottato con grinta su ogni pallone, anche se deve migliorare tanto sotto porta.
Sarà necessario nella sessione di mercato invernale accostare al serbo un attaccante di ruolo, e rinforzare un reparto carente e sotto accusa da mesi, come si nota nei numeri impietosi dell’attacco. La classifica resta deficitaria con tre pareggi nelle ultime gare in casa (Genoa, Sassuolo, Verona), la svolta positiva non è arrivata, e restano problemi e preoccupazioni per il proseguo del campionato.
La Fiorentina esce dal Franchi ancora senza vittoria, che manca ormai da circa due mesi (25 ottobre, contro l’Udinese), un girone d’andata deludente che si deve archiviare per ripartire con altro slancio, con soluzioni immediate prima che questa palude di mediocrità, diventi una sabbia mobile senza uscita. La prossima gara, prima della sosta per le vacanze natalizie, ancora uno scontro impossibile sulla carta, la corazzata Juventus a Torino, contiamo nello spirito di gruppo e nella concretezza di lottare con grinta e cuore.
Firenze e la Fiorentina meritano almeno questo.
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