Oggi è amarcord a ruota libera, perché chiunque l’ha visto giocare o anche solo ne ha sentito parlare alla voce Antognoni conserva in archivio una montagna di ricordi e di sensazioni come forse nessun altro dei tanti campioni che hanno indossato la maglia viola ha saputo suscitare.
Giancarlo Antognoni è stato la bandiera per eccellenza, in un calcio che viveva ancora di bandiere. Come riconosce lui stesso e come tutti ormai comprendono, una storia come la sua oggi non sarebbe più possibile. Il fuoriclasse assoluto, destinato ad alzare addirittura la Coppa del Mondo, che fa una scelta di vita preferendo il viola ad altri colori che gli avrebbero garantito il successo in misura ben maggiore, e l’affetto incredibile di gente che non ne aveva dimostrato granché neppure per concittadini consegnati alla storia dell’umanità come geni assoluti, da Dante Alighieri a Michelangelo Buonarroti.
Oggi, ha ammesso lo stesso Antonio, sarebbe difficile resistere a certe sirene sia per uno come lui che per un grande e ben intenzionato presidente come lo scomparso, e anche lui compianto, Ugolino Ugolini, che fece il gran rifiuto all’Avvocato. Già lo era pochi anni dopo, nel 1990, in un calcio dove ormai sport e business si intrecciavano già in modo praticamente inestricabile. Baggio e Pontello caddero sotto i colpi di un rinnovato assalto dello stesso Avvocato, e la storia fu molto diversa. Da allora Firenze smise di credere alle bandiere, anche se poi è stato lo stesso Antonio a riabilitare Codino, giustamente.
Ma allora, negli anni 70, si poteva ancora scegliere di andare dove ti porta il cuore. Gigi Riva lo fece a Cagliari, Giancarlo Antognoni a Firenze. Le chiavi del cuore di questa città sono sue da gran tempo, quelle che gli offrì quattro anni fa il sindaco Nardella sono state soltanto un atto politico e civile, che per una volta mise d’accordo tutta la cittadinanza a maggioranza bulgara. Così come ha messo d’accordo tutti la decisione della Fiorentina dei Della Valle di farlo entrare finalmente nei ranghi societari.
Buon compleanno unico 10.
Lascia un commento