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Aux armes citoyens

La frase emblematica della notte che ha sconvolto la Francia la cantano i manifestanti davanti alla Prefettura di Lille: «Abbiamo decapitato Luigi XVI. Adesso tocca a Macron».

E‘ quello che abbiamo sempre invidiato ai cugini francesi. La consapevolezza di una storia, la loro, che ha all’attivo un rapporto ben diverso dei cittadini con il potere. Almeno fino ad adesso.

Nella notte in cui esplode la rabbia del popolo francese contro un governo che ha fatto quello che in altri paesi è già stato fatto, la riforma sanguinosa delle pensioni, le cronache ci presentano un paese a ferro e fuoco, una polizia che picchia e arresta come altrove, un governo che intenderebbe “andare oltre” con nonchalance (ma era l’intenzione anche del suddetto Luigi XVI….).

La riforma voluta dal governo di Elisabeth Borne e sostenuta dall’ormai screditato presidente Emmanuel Macron, l’uomo dei poteri finanziari forti, è passata all’Assemblea Nazionale per 9 voti. Il governo è teoricamente salvo e la norma che porta il minimo pensionabile a 64 anni (dai precedenti 62) è legge. Al momento del voto, la gente era già in piazza ad aspettare l’ufficialità del responso, e come i gilets jaunes di qualche anno fa era uscita di casa previdentemente armata di intenzioni poco benevole.

Da Parigi a Lione, a Lille, le Bastiglie stanotte sono state tante. Nessuna per ora è stata presa, i flic – o per meglio dire i robocops – bastonano troppo forte, ma a leggere i commenti e le dichiarazioni dei leader radicali siamo solo all’inizio.

La mente torna inevitabilmente allo scenario nostrano. Nessuno protestò in piazza o altrove contro la scellerata riforma Monti – Fornero, né protesta adesso contro l’inerzia dei parolai Meloni – Salvini che con nonchalance la stanno mantenendo in vita perché l’Europa continua a chiedercelo. Tuttavia, quando il popolo ha protestato, la polizia ha comunque menato selvaggiamente, altro che togliersi i caschi. La vicenda del Green Pass è ancora fresca nella mente di ognuno.

E’ la fine della democrazia come illusione storica contemporanea? Forse. Chissà se Tocquevlle scriverebbe ancora elogiando la democrazia in America. Chissà se Robespierre chiederebbe ancora la testa del re o non piuttosto ci si metterebbe d’accordo. Chissà se Maria Antonietta sarebbe al posto della Lagarde adesso, a mangiare di gusto le brioches di tutta Europa.

I ragazzi che manifestano davanti alle prefetture francesi gridano «odiamo la polizia». Tra parentesi, la polizia negli ultimi anni ha fatto di tutto, più o meno ovunque, per farsi odiare. A Roma le donne dal volto insanguinato medicate dopo le manganellate subite magari da dietro i passeggini dei figli ce le ricordiamo tutte. A Trieste la polizia non si fermò nemmeno di fronte alle donne sedute a terra, obbedendo alla carica ordinata da stizziti funzionarietti.

E’ la fine di un nuovo ancien regime, stavolta europeo, e l’atto eclatante, forse conclusivo, avviene ancora a Parigi.

Nei prossimi giorni parlerà Macron, ma ha poco da dire. In passato Chirac esautorò un governo che insisteva su una riforma della scuola che il popolo avversava, prima che quel popolo si rovesciasse nelle piazze come minacciava. In quella circostanza esaltammo ed invidiammo la democrazia francese, ma fu a ben vedere l’ultima. Anche gli inglesi hanno nella loro storia il collo segato di un re, per mandare via la Thatcer e la sua odiosa Poll Tax (una specie della Flat Tax di recente nostrana memoria) fu sufficiente anche in quel caso riempire le piazze di Londra.

Oggi occupare le piazze non basta più. Né basta più illudersi di eleggere rappresentanti del popolo con un qualche vincolo di mandato. Per quanto odiosa si renda, non serve nemmeno più odiare la polizia. Siamo entrati in una fase storica nuova. La Bastiglia è altrove, non sappiamo ancora dove, vedremo dove nei prossimi mesi.

Parigi si appresta nuovamente a fare la storia.

Autore

Simone Borri

Simone Borri è nato a Firenze, è laureato in scienze politiche, indirizzo storico. Tra le sue passioni la Fiorentina, di cui è tifoso da sempre, la storia, la politica, la letteratura, il cinema.

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