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Avevi perso quel sentimento……

Era uno di quei personaggi con cui l’opinione pubblica non riuscirà mai ad avere un rapporto equilibrato. Idolatrato nella buona sorte, pregiudicato nella cattiva. Come per Oscar Pistorius, O. J. Simpson ed altri, tutti sanno com’è andata, tutti l’avevano detto che finiva così, ma nessuno sarà mai in grado di provarlo, in un senso o nell’altro. E nessuno, nei giorni di gloria, l’avrebbe mai pensato, mai detto, mai immaginato.

Phil Spector era uno di quei tipi che nell’arco della loro vita alternano genio e sregolatezza in parti uguali, un Caravaggio, un Edgar Allan Poe, un Kurt Cobain ante litteram. Giorni di gloria folgorante, seguiti da altri di declino repentino e drammatico. Quasi mai in fondo alla loro strada hanno il lieto fine.

E’ stato uno dei produttori musicali più creativi. La sua tecnica Wall of Sound (Muro del Suono, una tecnica di registrazione che consisteva in un effetto denso e con forte riverbero, ottenuto raddoppiando o triplicando gli strumenti per ottenere un effetto unisono e arrivare così a un suono più pieno) ha creato un genere musicale ed ha permesso ai juke-box di diventare la sorgente della colonna sonora della vita di almeno tre generazioni di adolescenti in crescita al ritmo del rock. Dai tempi di Spanish Harlem di Ben E. King, anni sessanta, a quelli di Imagine di John Lennon, anni settanta, a quelli di End of the century dei Ramones, anni ottanta. L’ultimo successo prima dell’oblio e della trasformazione del genio in qualcosa d’altro, con l’affiorare e prevalere di quel lato oscuro che molti sostengono Phil Spector avesse sempre coltivato. La sua instabilità emotiva, la propensione per le droghe e per le armi lasciavano prevedere prima o poi l’irrompere di guai seri nella sua esistenza.

Just Imagine.....

Just Imagine…..

Successe nel 2003. Come era successo a Pretoria in casa Pistorius, una mattina la polizia trovò la modella Lana Clarkson morta ad Alhambra, Los Angeles, nell’appartamento del produttore. Aveva una pistola in mano ed una pallottola nel cuore. Spector disse che si era uccisa da sola, giocando con l’arma. La polizia non gli credette, la giuria al processo nemmeno, condannandolo a 19 anni di galera per omicidio di secondo grado, senza cioè premeditazione.

PhilSpector210121-003Gli ultimi 18 anni di una vita che avrebbe dovuto concludersi in un altro modo, Spector li ha trascorsi al Substance Abuse Treatment Facility and State Prison di Corcoran, California, dove era stato internato in quanto tossicodipendente accertato. Nel 2024 avrebbe potuto ottenere la libertà sulla parola, anche in considerazione di condizioni di salute non proprio ottimali. E’ arrivato prima il Covid19, e l’uomo che aveva trasformato la musica in un Muro del Suono si è spento il 17 gennaio scorso nell’ospedale in cui era stato ricoverato circa un mese prima.

Aveva 81 anni, e chissà quanto ricordava ormai dei suoi giorni di gloria. Noi ce li ricordiamo tutti, oltre a quelli che abbiamo già celebrato:

 

Death of a Ladies Man – Leonard Cohen, quest’ultima fortemente carica di presagio, non solo per il tema trattato, ma anche perché sembra che a seguito di un litigio durante la registrazione Spector cacciasse Cohen dallo studio minacciandolo con una pistola

Per finire, i Ramones, con End of the century, che fu anche la fine della sua carriera.

Tanti successi, alcune enormi tragedie (non solo quella della Clarkson, anche un figlio morto di leucemia a 9 anni). Un pensiero di ringraziamento verso un uomo che ci ha reso l’adolescenza e la giovinezza più orecchiabile è il minimo.

Ed una preghiera perché alla fine, dov’è adesso, abbia trovato la pace.

Al Pacino (con Helen Mirren) nei panni di Phil Spector nell'omonimo film che gli ha dedicato nel 2013

Al Pacino (con Helen Mirren) nei panni di Phil Spector nell’omonimo film che gli ha dedicato nel 2013

Autore

Simone Borri

Simone Borri è nato a Firenze, è laureato in scienze politiche, indirizzo storico. Tra le sue passioni la Fiorentina, di cui è tifoso da sempre, la storia, la politica, la letteratura, il cinema.

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