Il personaggio di oggi è da prendere con le molle. Appartiene alla categoria più potente in assoluto tra quelle definite dal nostro ordinamento (e con una suscettibilità direttamente proporzionale). E’ il Terzo Potere dello Stato, qualcuno definisce i magistrati una casta al pari dei politici. Con la differenza che sui politici un minimo di controllo il corpo elettorale almeno lo esercita, periodicamente. Sui magistrati, niente e nessuno.
Pier Camillo Davigo, presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati, nella foto in basso è il primo da sinistra. 1992, Pool Mani Pulite, accanto a lui Gherardo Colombo, Gerardo D’Ambrosio e Antonio Di Pietro. Il posto in questo calendario lui e la categoria che rappresenta se lo sono guadagnato allora, e se lo sono custodito gelosamente negli anni successivi fino ad oggi.
Siamo ancora in attesa di sapere perché l’inchiesta che mise fine alla Prima Repubblica non andò fino in fondo (ma quante sono le inchieste della magistratura italiana che lo fanno? Saremmo tentati di dire, amaramente e un po’ semplicisticamente: solo quelle di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino); perché delle tre gambe di quel sistema lasciò in piedi proprio e soltanto quella comunista; perché uno dei giudici, forse il più famoso a livello mediatico, alla fine dell’unico processo di Tangentopoli effettivamente celebrato, quello a Sergio Cusani, si sfilò la toga annunciando che dal giorno dopo sarebbe andato a fare altro, e non ha mai chiarito il motivo.
Recentemente Di Pietro ha parlato di intervento dei servizi segreti deviati, e questo secondo lui spiegherebbe tutto. Compreso il suo gran rifiuto propedeutico ad una entrata in politica (improvvida) che avrebbe aperto la strada a molti suoi colleghi, nonché il gran servizio reso ad un partito comunista che improvvisamente, a dar retta alla sua ricostruzione, sarebbe stato ben accetto in ambito NATO.
La Magistratura non ha mai accettato di sentirsi dire che ad un certo punto (da Magistratura Democratica in poi) si è schierata, come dice quel Silvio Berlusconi (affermazione, forse l’unica sua, che mette d’accordo un numero sempre maggiore di persone) che ci ha avuto a che fare praticamente ogni giorno degli ultimi 25 anni (attualmente siamo, per quanto lo riguarda, al Ruby-quater). Eppure lo ha fatto. Così come si è schierata a favore delle riforme dei Codici Civile e Penale che si sono succedute a partire dal 1989, e che hanno fatto del nostro ordinamento un colabrodo dal punto di vista della certezza e della giustezza delle pene.
Risultato, i cittadini che si rivolgono ai tribunali chiedendo giustizia tornano a casa sempre più spesso bestemmiando Iddio e lor parenti, come avrebbe detto Dante. Le leggi son, ma chi pon mano ad elle?
Ha un bel dire Davigo ad ogni pié sospinto che la classe politica è più corrotta che mai. Quanti suoi colleghi stanno facendo la fila per entrarci o ci sono già saltati dentro? Come quel sindaco di Napoli, o quel presidente della Regione Puglia, o quell’ex ministro dei lavori pubblici poi fondatore dell’Italia dei Valori che abbiamo già citato? O quell’altro, il fondatore di Rivoluzione Civile che pretendeva addirittura di rimanere in carica come magistrato pur presentandosi alle elezioni? O quel presidente del Senato che si prepara a lasciare il natìo PD per fondare Liberi e Uguali? O quel presidente onorario aggiunto della Corte di Cassazione che sta riscrivendo la storia d’Italia a suon di dichiarazioni e peccato non abbia saputo fare altrettanto quando era nelle aule di tribunale? O come quell’ex deputato che ha fatto andata e ritorno come Bilbo Baggins, ed al ritorno ha giudicato e condannato l’ex collega Minzolini?
Ci siamo scordati qualcuno? Sicuramente, sono tantissimi. Dice, ma non fai nomi. Nossignore, sono tutta gente suscettibile, e dotata di un potere immane, mostruoso, infinito e incontrollabile, che siano di qua o di là della barricata.
Mettereste Davigo o uno dei suoi colleghi nel presepio? Per vedere metà dei figuranti caricati di un avviso di garanzia già alla vigilia di Natale, e qualcuno portato via la mattina del 25 con un arresto spettacolare durante l’apertura dei regali? Con udienze preliminari fissate non prima di Pasqua, Re Magi che si rifiutano di comparire avvalendosi della facoltà di non rispondere, San Giuseppe incriminato nel procedimento denominato Madonna-quater e il bambin Gesu affidato ai servizi sociali con ordinanza restrittiva anche per il Bue e l’Asinello?
P.S. Buon Natale signori magistrati, ci appelliamo ad ogni buon fine al Primo Emendamento della Costituzione Americana.
Lascia un commento