In questo bestiario italiano che ci accompagna verso il Santo Natale, non poteva mancare lei. La vedi, e ti viene da chiederti se la Disney oltre alla Lucasfilm ed alla Fox non abbia comprato a suo tempo anche il governo italiano. Delle cui ultime edizioni lei ha fatto parte come ministro per la semplificazione, e non è un lapsus né una classificazione lombrosiana. (Disclaimer: vi preghiamo di non fermare l’attenzione sulle parole bestiario e semplificazione, anche se ci rendiamo conto che nel suo caso sono irresistibili. Del resto, trattasi di una creatura di Walter Veltroni).
In un casting Disney che si rispetti, Marianna Madia farebbe il personaggio delle Avventure di Bianca e Bernie e darebbe la caccia ai topolini in fuga, piuttosto che ai furbetti del cartellino. Ma non siamo così fortunati, e presidente del consiglio non è lo zio Walt, bensì piuttosto Paolo Gentiloni.
La Marianna, pardon la ministra, avrebbe un cursus honorum di tutto rispetto, dal liceo francese de Roma alla laurea cum laude alla Sapienza (nomen omen, l’università si chiama così, non è colpa sua ma nemmeno nostra). Poi ti imbatti in una tesi di laurea copia e incolla e ti casca l’asina, ancor più che sui congiuntivi della sua collega Valeria Fedeli.
L’ex nuora di Giorgio Napolitano – ma questo sui CV europei e su Linkedin non lo trovate – è stata a suo tempo una furbetta niente male. Quindi, avrà pensato il Renzi, perché non metterla a dare la caccia a quelli come lei, così come la Norton assume gli hacker per far sviluppare loro le difese informatiche contro i loro ex colleghi?
Questo governo, del resto, si sta specializzando nel rifare leggi che esistevano di già, come quei remake cinematografici che vanno tanto di moda adesso. Certo, paragonare il Decreto Madia a Blade Runner 2049 o all’Assassinio sull’Orient Express di Kenneth Branagh a qualcuno parrà eccessivo, ma l’effetto è lo stesso. Ti viene da dire: ma non era meglio, e soprattutto sufficiente, l’originale?
Di leggi contro i furbastri della pubblica amministrazione ce n’erano a bizzeffe, bastava applicarle. Adesso un caffè preso nel bar e nel minuto sbagliato si paga caro, carissimo. Ma l’opinione pubblica ha avuto finalmente i suoi untori additati al pubblico ludibrio. E pazienza se nel frattempo i furboni, quelli di alto livello, vanno a dritto inosservati mentre si magnano e bevono ben altro che un caffè.
Ma la Marianna, pardon la ministra, che avrebbe avuto un futuro nel cinema d’animazione (non per nulla ha sposato un produttore, come Sofia Loren) non si accontenta, vuole passare alla storia come colei che ha riformato la pubblica amministrazione e la nostra vita di cittadini in senso digitale in modo che finalmente non funzioni più una mazza (non per nulla ha avuto i complimenti di colui che per primo ha iniziato l’opera di devastazione amministrativa, Sabino Cassese). E tra le tante sciocchezze per cui questa legislatura a guida PD andrà in archivio, quelle contenute nei suoi decreti non sono seconde a nessun’altra. La perla rimane a tutt’oggi la fusione tra Carabinieri e Corpo Forestale dello Stato, grazie al quale in Italia i delinquenti non si arrestano più, ma le piante sì.
La mettereste nel presepio? A condizione che non pretenda di riformarlo accorpando le pecorelle con i coccodrilli di Bianca e Bernie, che non persegua i Re Magi per falsa attestazione di presenza in servizio dal 25 dicembre al 5 gennaio, che non pretenda che San Giuseppe e la Madonna regolarizzino la loro posizione convertendo il PACS in un regolare matrimonio. Le oche, a stretto rigore, nel presepio tradizionale non ci starebbero, ma come dice Sabino Cassese, per la Marianna, pardon la ministra, si può fare un’eccezione.
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