Il terzo giorno non poteva toccare che alla terza carica dello Stato. Colei che ha fatto dell’aggettivo insopportabile il più usato nel dibattito politico quotidiano. Sulle sue labbra – perennemente atteggiate a quella posa che Camilleri definirebbe a culu di gaddrina (absit iniuria verbis, è letteratura), come avesse l’Italia a gran dispitto (e qui la parafrasi è di Dante) – quando parla delle battaglie che vuole combattere. Su quelle di tutti gli altri, quando parlano di lei tout court.
Per questa donna, che ha fatto dell’aula sorda e grigia di Montecitorio, da quando comanda lei, un bivacco di leggi inutili e pleonastiche, per combattere comportamenti che i Codici vigenti sanzionavano già oppure avevano a ragion veduta ritenuto di non sanzionare, è tutto insopportabile. Basta che sia italiano, che sia autoctono, già presente sul nostro suolo e non da accogliere, proveniente da fuori.
Per questa donna, che dice di combattere la #violenzasulledonne e ne compie ogni giorno una più grande ricordando a tanti mariti la più bisbetica e insopportabile delle mogli, che propugna lo #JusSoli facendo venir voglia di emigrare anche a quei bebé a cui la maggioranza di cui anche lei è espressione ha appena tolto il bonus, la libertà di pensiero è quella stabilita dalla Polizia Postale. E’ quella che fa rimettere il velo in testa alle donne di fronte a qualsiasi autorità religiosa E’ quella che brucia sul rogo Paola Perego, ed elegge patrona d’Italia Asia Argento. O Cécile Kyenge.
La mettereste nel presepe? Fate un po’ come vi pare, poi non vi lamentate se il bambinello scappa, magari già a Santo Stefano. Un consiglio, comunque: non troppo vicino a Oriana Fallaci, per il suo bene.
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