Calendario dell'Avvento

Avvento 2017 – Giorno 7: Roberta Pinotti

Il settimo giorno si riposò anche Nostro Signore, la politica invece non dorme mai. Soprattutto quando si tratta di dire e fare sciocchezze.

Non si spegne ancora l’eco dell’ultima uscita di Roberta Pinotti, Ministro della Difesa e gaffeuse ufficiale del governo Renzi, prorogato Gentiloni. Nell’ambito di una quota rosa che ha destato più di una perplessità (peraltro tutte confermate, come si conviene alle proverbiali prime impressioni) – dalla giunonica Maria Elena protettrice delle Riforme, all’eterea (qualcuno dice inconsistente) Marianna persecutrice dei furbetti, alla Valeria che non avrà i titoli ma di sicuro ha il phisique du role della professoressa dei nostri incubi peggiori di scolari, alla Beatrice che ormai alle figuracce è abbondantemente vaccinata, una sorta di reincarnazione della Gelmini -, la Pinotti sembrava in principio quella più quadrata, normale.

E invece. E’ rimasta celebre la sua risposta a chi le chiedeva tempo fa a proposito della reintroduzione della Leva obbligatoria in Italia, avvertita da più parti (non dalla sua) come provvedimento opportuno se non necessario sotto tanti punti di vista: «Assolutamente no, sarebbe pericoloso, si ricreerebbe una cultura militarista». Eh, già, perché lei ha la delega alle Poste e Telecomunicazioni, mica alla Difesa…..

Sei lì a domandarti come faccia una gentile signora come lei – che per età e per il fatto di essere tale non ha potuto svolgere un giorno di servizio militare in tutta la sua vita – ad essere idonea, prima donna nella storia della repubblica, alla carica di Ministro per la Difesa. Forse l’AGESCI è stata equiparata all’esercito Italiano e l’essere stata da ragazza Capo Guida le ha fatto curriculum?

Ed ecco che arriva la perla. Tuoni e fulmini – e richieste di esemplari e draconiani provvedimenti – sullo sprovveduto carabiniere che ha appeso in camerata la bandiera della Marina da guerra del Kaiser. La ministra invoca la severa reprimenda di questo rigurgito di nazismo, salvo scoprire – sarebbe bastata Wikipedia, come le hanno suggerito i quattro quinti del popolo del web – che quella bandiera era in vigore nel Secondo Reich, non nel Terzo.

In attesa che si spenga l’eco dei pernacchi, la mettereste nel presepio? Pensateci bene, non vorremmo che scatenasse una querelle con il primo pastorello che incontra, per pubblicità occulta al consumo di agnellini sotto le Feste. E poi, che ci fa quella stella a cinque punte sulla capannuccia? Chiara apologia delle Brigate Rosse, e di un periodo della nostra storia che nessuno vuole rivivere più???

Autore

Simone Borri

Simone Borri è nato a Firenze, è laureato in scienze politiche, indirizzo storico. Tra le sue passioni la Fiorentina, di cui è tifoso da sempre, la storia, la politica, la letteratura, il cinema.

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