Calendario dell'Avvento

Avvento 2018- Giorno 16: Religione

«Io non ho religione e qualche volta vorrei vedere tutte le religioni affondare in fondo al mare». Non l’ha detto Voltaire, nemmeno Marx. E nemmeno John Lennon, che pure ci ha regalato sul tema una delle più belle canzoni di sempre. Imagine, immagina un mondo dove non ci sono né Paradiso sopra di noi, né Inferno al di sotto, e soprattutto non ci sono religioni.

No, l’ha detto Mustafà Kemal  Ataturk, il padre dei Turchi moderni, l’uomo che è andato più vicino di ogni altro a fare di un paese islamico un paese laico, moderno, civile. I turchi, che oscillano periodicamente tra ritorni al passato confessionale e presenti europeizzanti garantiti dalle armi di un esercito ancora costretto a sostituirsi alla società civile, lo venerano come un grand’uomo. E sanno che molti altri popoli e paesi, come il nostro per esempio, non possono fare altro che invidiarglielo.

Ci sono momenti della vita in cui capita a molti di desiderare di vedere tutte le religioni in fondo al mare. Ogni giorno, la religione organizzata – quale che essa sia – non si contenta di convivere con l’assenza di religione, il laicismo, la morale che Kant chiamava provvisoria ma che in realtà avrebbe dovuto diventare definitiva, perché aveva la possibilità di rendere l’uomo un essere civile senza più bisogno di ricorrere a un Dio. No, la religione organizzata ha bisogno di eliminare qualsiasi concorrente, nella testa degli uomini e nella pratica del loro vivere in comune. Con le buone o con le cattive.

Ogni giorno, la religione organizzata arma la mano a qualcuno, che non sa trovare il suo Dio senza ammazzare qualcun altro. Oppure si incarica direttamente di togliere vite, proibendo pratiche mediche, vietando pratiche civili, imponendo conformismi. Ogni giorno, milioni di persone ricevono le direttive della propria vita da qualcuno che si affaccia ad un balcone o ad una torretta e parla di realtà che non conosce e distribuisce precetti in una lingua morta.

Ogni giorno, altri milioni di persone si trovano costretti a rimpiangere quegli Dei dell’Antichità che assomigliavano tanto ai fenomeni naturali che rappresentavano nell’immaginario umano e di cui non erano in fondo più pericolosi. Quegli Dei che avevano accettato, nel corso del progresso umano, di dissolversi, confluire, rinascere nei principi filosofici che poi avevano fatto grandi le nostre antiche civiltà: gli Egizi, i Greci, il Medio Oriente e l’Oriente buddhista. Difficile morire per colpa di Dio in quelle civiltà, al loro apogeo. Più facile morire per qualche imbecille che – come oggi – credeva di potersi sostituire a Dio.

Le nostre attuali religioni sono nate quando l’uomo è tornato a sentirsi fragile, bisognoso di regole che le istituzioni civili e laiche non fornivano più. E così, il figlio del falegname venuto ad allungare la tradizione dei predicatori esseni di buone e rivoluzionarie novelle è diventato l’archetipo di una religione che ha fatto più vittime delle calamità naturali che gli antichi attribuivano alla responsabilità di divinità capricciose. Il cammelliere il cui orizzonte non andava molto più in là delle sabbie dell’Arabia dove aveva vissuto e dei beduini che vi campavano alla meglio è diventato il profeta di una religione che prevede soltanto conquista e sterminio. Il Dio dell’Antico Testamento è rimasto per il Popolo che una volta era Eletto a bloccarne futuro ed evoluzione, con la sua presenza ingombrante e implacabile rimasta tale e quale dal giorno in cui ordinò ad un padre di sacrificare il figlio, giusto per vedere se stava attento ed era obbediente.

Nei giorni che dovrebbero essere pieni di religiosità più di ogni altro, nei giorni in cui invece l’Europa piange altri morti causati da una religione che – al pari di chi la professa secondo tradizione – semplicemente ai nostri giorni non dovrebbe esistere più, non possiamo che riandare all’anatema lanciato dal più laico dei politici moderni: potessero tutte le religioni affondare in fondo al mare.

Da Santo Stefano ad Antonio Megalizzi, in memoria di tutti i martiri di qualsiasi religione.

Autore

Simone Borri

Simone Borri è nato a Firenze, è laureato in scienze politiche, indirizzo storico. Tra le sue passioni la Fiorentina, di cui è tifoso da sempre, la storia, la politica, la letteratura, il cinema.

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