E’ il 24, stanotte è l’ultima notte, quella dell’Avvento del Natale. Scegliere l’ultimo personaggio, l’ultima bestia di questo bestiario non era facile. Ci voleva una bestia fuori discussione. Il più bestia di tutti.
Nel calendario, Dario Nardella c’era anche l’anno scorso. I fiorentini sperano che l’anno prossimo non ci sia più. Topo Gigio è arrivato a fine mandato, a primavera 2019 si vota. Dopo Nosferatu Domenici e Rificolona Renzi, anche il cartone animato che ha portato Firenze all’ultimo stadio di degrado è arrivato a fine corsa. Il violino lo aspetta di nuovo, al Conservatorio il massimo danno che può fare è una stecca musicale.
L’anno prossimo, magari, a Palazzo Vecchio ci finirà qualche altra bestia peggiore di lui (é difficile), ma sarà una bestia diversa e soprattutto è auspicabile che non sia una bestia PD. La città non è più governata da tempo da una signoria illuminata come quella dei Medici, ma una via di mezzo tra il massimo ed il minimo storico deve pur esserci.
Intanto, l’uomo che promette di proiettare Firenze nel futuro con l’aeroporto, la tramvia e lo stadio nuovo ci ha regalato, se Dio vuole, un ultimo Natale di casino. Per andare dall’aeroporto alla stazione centrale (e ancora la tramvia non è entrata in funzione ad aggiungere ostacoli, ed è nel mondo dei sogni il cantiere del nuovo stadio) al presente ci vuole più di un ora, per due chilometri scarsi di strada.
Quando i progetti del PD su Firenze affidati a Nardella dovessero completarsi, qualcuno dovrebbe prendere la residenza nella propria autovettura, perché di scenderne per rientrare in casa non se ne parlerà più. Molti dovrebbero eleggere domicilio ed ufficio in macchina, come l’Avvocato di strada di quel film.
Quel giorno, Firenze avrebbe uno stadio nuovo da 30.000 posti quando in quello attuale (da 35.000) non ne riempie più ormai nemmeno 20.000, se non per le rare partite di cartello. In compenso avrà un polo agroalimentare finito chissà dove, magari nel mezzo di quel casino dove oltre alla zona industriale, all’aeroporto ed appunto allo stadio nuovo gli strateghi dell’oligarchia corporativa che governa Firenze hanno ben pensato di piazzare anche Mercafir.
Quel giorno, avremmo un treno che collega le periferie al centro, a condizione di sgonfiarsi e mettersi in tasca la macchina quando si arriva ai parcheggi scambiatori che non ci sono. Quel giorno, gli aerei transoceanici decollerebbero verso i cinque continenti, se non si schiantano prima contro il Duomo di Prato o il Municipio di Campi Bisenzio.
Quel giorno, se l’elettorato non ci avrà pensato prima, perfino il Magò Zurlì maledirà il Topo Gigio che si è lasciato dietro, e perfino la TV dei Ragazzi.
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