Avvento 2021

Avvento 2021: Giorno 15 Il Diavolo

È la carta che rappresenta la lussuria, la debolezza umana verso gli eccessi, la seduzione, gli istinti più selvaggi, una forte arrabbiatura o una grande carica erotica o emotiva in senso negativo, che porta solo all’aspetto peggiore delle cose. Ma soprattutto il legame inconscio a sentimenti istintivi e deleteri. Il Diavolo raffigurato dai Tarocchi è il lato oscuro della natura, la sua forzatura, essendo rappresentato come un ermafrodito perché ha gli organi sessuali maschili ma al tempo stesso i seni sviluppati.

Narrano le Scritture che il Diavolo ad un certo punto tentò addirittura Gesu Cristo, portandolo nel deserto e tenendocelo 40 giorni, durante i quali gli offrì tutto ciò che un uomo può desiderare, soprattutto l’appagamento degli istinti più eccessivi di una bestia, quella umana, che conserva la ferinità animale delle sue origini e che vi ha aggiunto quella più sofisticata elaborata attraverso secoli di presunta civiltà. Cristo rifiutò, sconfiggendo Satana e ricacciando per sempre indietro le sue lusinghe, a cui da quel giorno offrì con il suo messaggio tradotto efficacemente in fatti una alternativa sempre più appetibile.

Ne erano passati poco più di 40 dall’inizio della pandemia che la storia conoscerà come Covid che si diffuse la voce che erano già pronti i vaccini. Una parte dell’umanità si dispose dunque ad una attesa messianica del novello Corpus Christi che avrebbe sconfitto il morbo e salvato la specie. Un’altra, inizialmente più esigua e ridotta quasi ad esercitare il proprio pensiero nelle catacombe come i primi cristiani, si dispose a fare quello che fa l’uomo saggio da quando Cartesio ed altri filosofi moderni gli hanno fornito consapevolezza di sé. Pensa, e pensando dubita.

Albert Bruce Sabin mise a punto il vaccino che gli avrebbe dato fama immortale, quello contro la poliomielite, nell’arco di più di vent’anni, da quando il più celebre malato di polio dell’epoca, Franklin Delano Roosevelt, gli mise a disposizione i primi fondi a quando il virologo più famoso della storia annunciò la scoperta del siero ed iniziò a testarlo. Quando negli anni sessanta i nostri governi occidentali iniziarono la campagna vaccinale per debellare quello che allora era un flagello soprattutto per l’infanzia, al pari di difterite, vaiolo, tubercolosi, tetano ed altre orribili patologie dalle conseguenze devastanti, i vaccini di Sabin e di altri ricercatori come Salk (che mise a punto una versione dell’anti-polio alternativa a quella di Sabin, usando virus uccisi anziché attenuati, e si dibatte ancora su quale sia il più efficace dei due) erano stati ampiamente sperimentati ed analizzati in termini di costi-benefici per la salute dei cittadini di un paese moderno.

Quando si parla di vaccino, si parla di questo. Poi negli ultimi tempi si è parlato invece di ostie consacrate, di pozioni magiche, di elisir di lunga vita da elargire ad una massa di persone che improvvisamente hanno avuto paura del raffreddore. Soprattutto paura di ciò che tocca invariabilmente ad ogni componente della razza umana: morire.

Negli ultimi tempi, un vaccino a quanto pare si crea, si testa e si produce in tre mesi, o anche meno. I russi annunciarono di avere lo Sputnik già a luglio 2020. Per chi vuole farsi domande, cioè, la sua gestazione risaliva più indietro del virus che dichiarava di combattere. A Wuhan il presunto sbadato non aveva ancora rotto al prima ampolla del coronavirus diffondendolo nell’aria, che già qualcuno in Russia aveva trovato l’antidoto.

Ursula von der Leyen firmò pochi mesi dopo, a settembre 2020, i contratti che impegnavano al buio l’Unione Europea ad acquistare qualunque porcheria prodotta da committenti accuratamente selezionati. Della strega Ursula e del suo diabolico consorte abbiamo già parlato in questo calendario, qui ricordiamo che inizialmente i Fantastici Quattro che a gennaio cominciarono a sfornare vaccini come pagnotte dal forno erano: Pfizer (celeberrima produttrice della pillolina blu più ambita dai maschi occidentali), Moderna, Astra Zeneca, Johnson & Jonson (quest’ultima riconvertita da produttrice di shampoo per l’infanzia a produttrice di veleni sempre per la stessa fascia di età).

Nessuna delle quattro aveva lavorato sui vaccini smerciati per un tempo più lungo di quello occorso a Satana per tentare Cristo. Addirittura si favoleggiava di un nuovo prodigioso liquido che agiva nientemeno che su un componente del DNA (nessuno si ricorda più che i primi studi li aveva fatti in materia il medico tedesco Joseph Mengele ad Auschwitz) messo a punto dalla Pfizer anch’essa dal nome così inquietantemente germanico. Gli altri si contentavano del vecchio metodo del virus attenuato che deve fare da sparring partner ai nostri anticorpi. Peccato che questi partner cominciarono ben presto, come c’era da aspettarsi, a produrre più danni che benefici. Finché ne rimase una sola, come nei romanzi di Agatha Christie: la Pfizer, quella che a regola non aveva fatto i test migliori tanto sulle cellule, quanto direttamente sui nostri politici e sui nostri dirigenti sanitari. E a poco a poco i morti per vaccino superarono quelli fatti direttamente dal Covid (fonte Istat).

Satana cammina di nuovo sulla Terra, e finora forse Cristo è stato distratto. O forse, avendoci già mostrato una volta come resistere, ha pensato bene di lasciarci al nostro libero arbitrio. Una umanità che tra le altre cose ha dimenticato anche quel catechismo impartitole negli stessi anni in cui le veniva inoculato il Sabin, dovrebbe ricordare che quel Cristo appena venuto al mondo affrontò subito la sua prova di sopravvivenza, allorché l’assessore Erode emanò l’ordinanza che sterminava tutti i primogeniti del popolo di allora.

Satana partecipa alle sedute del nostro governo e del nostro parlamento, e cammina in mezzo a giornalisti, medici e gente varia che ha rinnegato tutti i propri giuramenti. La lotta tra bene e male durerà quanto la razza umana ed il tempo che le sarà concesso nel creato. Siamo liberi di scegliere la parte da cui stare. Ma lasciamo stare i bambini, per favore. Perfino Erode avrebbe avuto schifo a sterminarli come facciamo noi.

Autore

Simone Borri

Simone Borri è nato a Firenze, è laureato in scienze politiche, indirizzo storico. Tra le sue passioni la Fiorentina, di cui è tifoso da sempre, la storia, la politica, la letteratura, il cinema.

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