«Io ho dentro di me tante figure, tante donne, duemila donne. Ho solo bisogno di incontrarle. Devono essere vere, ecco tutto.» (Anna Magnani).
Chissà quante donne vorrebbero incontrare Giorgia Meloni in questi giorni. Per chiederle conto del suo mandato storico, ed anche di qualche cosa di pratico che magari a questo punto si aspettavano di veder fatto, per la condizione femminile in Italia e non solo.
Si va avanti al ritmo di due femminicidi al giorno, prima e dopo Giulia Cecchetin. In Parlamento si aggira una riforma della giustizia che forse le donne d’Italia avrebbero più diritto di reclamare di chiunque altro.
Si va avanti sbarcando il lunario, tante donne ed anche tanti uomini, e alla Giorgia viene in mente di bastonare dipendenti pubblici e pensionati già in pensione, per rastrellare quei soldi che l’Europa ci chiede ma che a tanta gente servono per sopravvivere. Gente che ti ha votato, disperata, e chissà se lo rifarebbe un’altra volta.
Si va avanti tra riforme abbozzate la mattina e dimenticate già dopo pranzo, se poi l’Europa alza la voce della Angelina del terzo millennio non rimane traccia.
Che delusione, Giorgia. Non si pretendeva una Thatcher nostrana, ma almeno una donna consapevole dell’occasione storica e del bisogno dei suoi connazionali, femmine e maschi.
Finirà come ha girato Luigi Zampa nel film del 1947? O finirà semplicemente male, come è successo ad ogni donna (e ad ogni uomo) che ha creduto in questo paese?
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