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Bella Ciao

Partigiani a Milano, in prima fila - come si vede - le donne

Alla fine, quella del 25 aprile 1945 fu per l’Italia l’ultima alba di guerra, la prima della Liberazione. Gli Alleati si aprirono finalmente la strada oltre la Linea Gotica, dilagando nella Pianura Padana. Con loro c’erano i Partigiani, che avevano fatto la loro parte per tutto quell’inverno e si assunsero in quegli ultimi giorni il compito di stanare i cecchini nazifascisti e combattendo casa per casa. Al momento di sfilare finalmente per le città liberate, cantavano per lo più questa canzone.

Bella ciao. E’ diventata il simbolo della nostra Guerra Partigiana, così come Ay Carmela lo era stata della Guerra di Spagna. E come tutti i simboli è stata usata spesso – allora e dopo – a sproposito. Identificata come un canto delle Brigate comuniste, era in realtà un canto di origine popolare che fu riadattato (da ignoti) fino a radunare al suono delle sue note tutte le formazioni combattenti, senza distinzione di ideologia o provenienza.

La risentiamo – al di là degli usi impropri e delle strumentalizzazioni contingenti – ogni 25 aprile, e serve a ricordare a tutti la strada fatta, e quelle giornate drammatiche di cui i vecchi professori e i vecchi partigiani ci raccontavano quando eravamo ragazzi e studenti.

lacasadicarta-190811-001 (1)Dovendo scegliere una versione, abbiamo scelto quella della serie TV cult La casa di carta, fiction singolare dell’ultima stagione televisiva che in modo accattivante inscena una rapina alla zecca di stato spagnola riuscendo a farci identificare i suoi artefici con i combattenti della Resistenza.

Al di là delle interpretazioni politiche e morali, anche in questo caso sempre difficili e pericolose, ci sembra estremamente suggestiva la canzone intonata dai fratelli Sergio e Andrés (gli attori Alvaro Morte e Pedro Alonso) nel finale della prima stagione. Accompagnata da quel coro dell’Armata Rossa che, malgrado il rischio di appropriazione indebita ideologica che sottintende, resta da un punto di vista squisitamente musicale sempre un bel sentire.

Questo è il fiore del partigiano…..

 

Autore

Simone Borri

Simone Borri è nato a Firenze, è laureato in scienze politiche, indirizzo storico. Tra le sue passioni la Fiorentina, di cui è tifoso da sempre, la storia, la politica, la letteratura, il cinema.

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