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Bloody Sunday not forgotten

Lord Louis Francis Albert Victor Nicholas Mountbatten of Burma

Il 27 agosto 1979 lo yacht Shadow V ormeggiato nel porticciolo di Mullaghmore, un piccolo villaggio sulla costa nordoccidentale dell’Eire, veniva fatto saltare in aria da un attentato dei Provisionals, il braccio armato dell’Irish Republican Army (I.R.A.), il movimento indipendentista dell’Ulster, o Irlanda del Nord.

A bordo di quello yacht, una figura leggendaria della politica e del governo della Gran Bretagna, il nemico per antonomasia dell’I.R.A., l’ostacolo a quella indipendenza inseguita dai tempi di Oliver Cromwell, il primo colonizzatore dell’Ulster.

Ai tempi della guerra mondiale

Ai tempi della guerra mondiale

Lord Louis Francis Albert Victor Nicholas Mountbatten of Burma era un eroe di guerra, l’ultima figura di spicco dell’epopea dell’Impero Britannico dopo la scomparsa di Winston Churchill avvenuta quindici anni prima, zio materno del principe consorte Philip di Edinburgo, tutore ufficiale dell’erede al trono Charles principe di Galles. Il simbolo, nel bene e nel male, di tutto ciò che la Gran Bretagna rappresentava, e in parte rappresenta ancora, nella storia e nel mondo.

Viceré dell'India, con la moglie Edwina e Nehru

Viceré dell’India, con la moglie Edwina e Jawaharlal Nehru

Lord Mountbatten era stato il comandante in capo delle forze britanniche nella seconda guerra mondiale sul teatro del sud-est asiatico, e poi l’ultimo Viceré del British Raj, il governo britannico sull’India, la gemma più fulgida della corona imperiale inglese, fino a quella notte del 14 maggio 1947 in cui il subcontinente aveva ottenuto la tanto agognata libertà per cui Gandhi ed il suo movimento avevano lottato. Assieme a lui ed al leader nazionalista Jawaharlal Nehru, era stato l’artefice della transizione dell’India da Vicereame a Governatorato e poi finalmente a stato sovrano, proclamato finalmente repubblica nel 1950 dopo aver subito nel frattempo l’assassinio del Mahatma e la perdita del Pakistan musulmano.

Mountbatten190827-004Come Ammiraglio e Primo Lord del Mare Mountbatten era arrivato alla fine degli anni settanta come la figura più prestigiosa dell’establishment governativo britannico, tuttora benvoluto e rispettato in tutto il Commonwealth. Quando l’I.R.A. lo fece saltare in aria insieme al suo equipaggio – lui era andato incontro al suo destino ignorando gli avvertimenti della polizia irlandese -, sapeva di colpire realmente al cuore il nemico britannico. Gerry Adams, allora vicepresidente del Sinn Fein, il movimento politico indipendentista dell’Ulster di cui l’I.R.A. fungeva da braccio armato, dichiarò senza mezzi termini che «Mountbatten era una figura di spicco nella politica britannica ed irlandese. Quello che l’IRA ha fatto a lui, è ciò che Mountbatten ha continuato a fare per tutta la sua vita ad altre persone; e, visti i suoi trascorsi militari, non penso che egli abbia avuto qualcosa da obiettare contro il morire in quella che è chiaramente una situazione di guerra. Lui conosceva i pericoli implicati nel venire in questa contea. Secondo me, l’IRA ha raggiunto il suo obiettivo: la gente ha iniziato a prestare attenzione a ciò che sta avvenendo in Irlanda».

Fu l’inizio dell’ultima fase cruenta della plurisecolare lotta per l’indipendenza dell’Ulster entrata nel suo periodo più dramamtico dopo l’Easter Rising, la Rivolta di Pasqua del 1916, e l’indipendenza dell’Eire (costituita dalle contee irlandesi del sud) ottenuta da Michael Collins nel 1922. Due anni dopo, lo sciopero della fame iniziato da Bobby Sands e dagli altri Provisional nel carcere di Long Kesh (in seguito proprio al giro di vite determinato dagli inglesi come conseguenza dell’assassinio di Mountbatten), e lasciato arrivare dal governo di Margaret Thatcher alle estreme conseguenze, portò all’apice l’attenzione dell’opinione pubblica mondiale sulla questione irlandese esattamente come aveva previsto Adams.

La domenica di sangue a Derry il 30 gennaio 1972

La domenica di sangue a Derry il 30 gennaio 1972

Quel 27 agosto rimase nella storia come il giorno della vendetta per il Bloody Sunday, quel 30 gennaio 1972 in cui i militari britannici avevano aperto il fuoco sulla folla a Derry, lasciando al suolo 13 morti irlandesi. La restituzione di quel sangue non si fermò alle quattro vittime di Mullaghmore. A Warrenpoint, sul confine tra le due Irlande, 18 militari inglesi del reggimento Queen’s Highlanders saltarono in aria in un altro attentato dinamitardo. Nei quartieri cattolici di Belfast e nelle zone repubblicane dell’Ulster comparvero scritte che proclamavano: «Bloody Sunday not forgotten, we got 18 and Mountbatten» (La Domenica di Sangue non deve essere dimenticata, ne abbiamo presi diciotto e Mountbatten).

Narrano le cronache che il più colpito dalla tragedia fosse a gioco lungo il principe ereditario Charles, per il quale lo zio Louis era stato una figura di riferimento importante. Sempre le stesse cronache concordano sul fatto che la catena di eventi che portò al celebre matrimonio del principe con Lady Diana Spencer fu avviato proprio dalla tragedia di Mullaghmore.

Autore

Simone Borri

Simone Borri è nato a Firenze, è laureato in scienze politiche, indirizzo storico. Tra le sue passioni la Fiorentina, di cui è tifoso da sempre, la storia, la politica, la letteratura, il cinema.

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