Irruppero sul grande schermo il 9 giugno del 1934 in una delle tante produzioni di quella che stava già diventando la più grande e prestigiosa factory di cartoni animati del mondo, la Walt Disney. Secondo una felice intuizione del padre di tutti i moderni cartoonists, i protagonisti dei cortometraggi a disegni animati erano quasi tutti animali, dotati di anima e comportamento umani.
Dal mondo animale venivano anche i protagonisti de La gallinella saggia, ennesimo episodio della serie animata The Silly Simphonies. Oltre alla gallinella, il cartoon raccontava le imprese del Club dei Pigri e dei suoi due membri, il presidente Meo Porcello ed il vicepresidente Donald Fauntleroy Duck. In italiano, perché allora in Italia per decreto del governo dell’epoca si traduceva tutto, Paolino Paperino.
Il papero dal becco lungo cominciò così le sue avventure che ne avrebbero fatto nei successivi 90 anni probabilmente il personaggio istintivamente più amato dai bambini di tutte le generazioni succedutesi da quando il grande Walt aveva fondato la sua company in un garage dei sobborghi di Los Angeles. Delle sue innumerevoli creature, due soprattutto erano destinate a renderlo immortale. La prima era il topo dalle grandi orecchie. Mickey Mouse, qui da noi Topolino (da Topo Michelino), aveva debuttato nel ’28, appunto, con Steambot Willie, il primo cartone prodotto autonomamente da papa’ Disney. Il fratello papero era arrivato sei anni dopo.
Paperino compie oggi 89 anni. Il suo becco si è scorciato, ha mantenuto la leggendaria blusa da marinaio con tanto di berretto, e grazie soprattutto al lavoro di un’altra leggenda cartoonist, Carl Barks, ha definito il suo personaggio come lo abbiamo conosciuto noi, i nostri padri, i nostri figli e, crediamo, lo conosceranno i nostri nipoti.
Paperino è l’uomo moderno, non solo americano, ma con l’omologazione della nostra società a quella americana, ormai planetario. Le sue nevrosi, le sue pigrizie, i suoi fallimenti, il suo carattere irascibile ed il suo controverso rapporto con la sua famiglia – dallo Zio Paperone, nato come trasposizione a fumetti del dickensiano Uncle Scrooge, ai nipotini Qui, Quo e Qua, le Giovani Marmotte – sono quelli di ognuno di noi.
Il motivo del successo del personaggio, al di là della simpatia istintiva che ha sempre suscitato è proprio questo, sia che lotti con l’esercito delle formiche o con gli astuti e dispettosi scoiattoli Cip e Ciop, sia che si trovi alle prese con il cugino fortunato Gastone o con quello disastroso Paperoga, con lo Zio avaro, tormentatore e sfruttatore o con gli insopportabili nipotini primi della classe. Le sue disavventure, sempre peraltro a lieto fine e politicamente corrette secondo la mutevole sensibilità delle varie epoche che ha attraversato, sono le nostre.
Peraltro, la mitologia americana dell’uomo medio che addirittura può realizzare il sogno più recondito e diventare supereroe non è incarnata tanto da Superman, Batman o dagli eroi di Stan Lee e della Marvel, ma proprio da questo papero. Nel 1969, quando ormai la scuola italiana dei vari Romano Scarpa, Giovan Battista Carpi e Guido Martina si era dimostrata la più degna erede di quella americana di Carl Barks, fu proprio il Paperino le cui storie animavano il periodico settimanale edito dalla Mondadori (a cui prima o dopo siamo stati tutti abbonati) a trovare il misterioso baule di Fantomius, ladro gentiluomo del passato, e a chiedere l’aiuto dell’inventore Archimede Pitagorico per poterne ripetere le imprese, stavolta come giustiziere mascherato. E Paperino divenne Paperinik.
Da allora il papero ha seguito un’evoluzione al passo coi tempi e la tecnica grafica. Mentre la sua identità segreta si è evoluta in quella di PK, supereroe che lotta addirittura contro la minaccia aliena degli Evroniani, il suo alter ego quotidiano è rimasto – pur passando di mano ad un esercito di sceneggiatori e disegnatori – quello uscito dalla fantasia di Disney e dalla tecnica di Wilfred Jackson, il regista della Gallinella saggia. I suoi nemici sono sempre quelli della quotidianità, la sua lotta è contro tutto ciò che lo costringe ad alzarsi da un divano diventato altrettanto mitico di quello di Andy Capp, il celebre personaggio uscito dalla vena satirica di Reg Smythe.
I suoi nipotini sono sempre quelli che rompono il salvadanaio per fargli un regalo di compleanno, e che incorrono proprio per questo gesto nelle sue ire, salvo tardivo pentimento. Stessa sorte per Paperina, che malgrado 80 anni e passa di litigi e riappacificazioni è tuttavia sempre la sua fidanzata. Perché, come sa lei e come ben sanno i bambini di tutto il mondo (e non solo loro), di Paperino ce n’è e ce ne sarà sempre uno solo.
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