30 gennaio 1933. Le elezioni generali in Germania hanno dato un risultato clamoroso. La Repubblica di Weimar è scossa dalla crisi economica succesisva al 1929 e dall’incapacità dei partiti tradizionali di trovare una via d’uscita che metta d’accordo da un lato le forze che vorrebbero un ritorno alla grandeur imperiale del Kaiser – proprietari terrieri, militaristi prussiani, revanchisti nei confronti del trattato di Versailles che aveva messo in ginocchio il paese nel 1919 -, dall’altro le forze popolari che vorrebbero in modo più o meno radicale una virata del paese verso il socialismo.
In due successive consultazioni elettorali a breve distanza, nel luglio e nel novembre 1932, il popolo tedesco ha fatto sapere di essere stanco di tutto ciò e di volersi affidare ad un partito emergente (malgrado i suoi metodi antidemocratici e decisamente violenti) e ad un uomo nuovo. Con oltre 200 voti Adolf Hitler ed il Partito Nazionalsocialista sono diventati il partito di maggioranza relativa al Reichstag.
Il presidente della repubblica, l’eroe di guerra maresciallo Paul von Hindenburg ha tentato varie strade prima di rivolgersi inevitabilmente all’unico che in quel momento ha probabilità di costituire un governo. Adolf Hitler giura il 30 gennaio 1933 come cancelliere. A marzo di quell’anno, la Germania scossa dall’incendio del Reichstag é già diventata una dittatura sottoposta a leggi speciali. Il 2 agosto 1934 muore il presidente Hindenburg, e Hitler assume i poteri di presidente del Reich, trasformandoli nella carica appositamente istituita per se stesso di Fuhrer. Il 19 agosto 1934 i tedeschi convocati alle urne da apposito referendum confermano a maggioranza dell’80% circa i nuovi poteri a quella che fino al 30 aprile del 1945 rimarrà l’unica carica pubblica effettiva al vertice dello stato tedesco, denominato semplicemente Terzo Reich.
Lascia un commento