Fiorentina

Canzone viola

Fiorentina 1968-69

Fiorentina 1968-69

Pochi lo sanno, ma di tutti gli inni delle squadre di calcio italiane quello della Fiorentina è il più antico. Il testo risale addirittura al 22 novembre 1931, l’A.C. Fiorentina era stata costituita da appena 5 anni e la squadra che solo da due anni aveva scolorito le maglie biancorosse in quelle viola si stava trasferendo a giocare da Via Bellini al nuovo Stadio Giovanni Berta (poi Comunale, poi Artemio Franchi) appena finito di costruire.

Tra i tifosi veniva distribuito prima delle partite un volantino con le parole di Enzo Marcacci musicate dal maestro Marco Vinicio. Quello che questi tifosi, per iniziativa dell’Ordine del Marzocco (che si può considerare il precursore degli odierni Viola Club), presero a cantare a squarciagola per incitare i loro beniamini Petrone & C. ebbe un tale successo che alla fine l’editore musicale Marcello Manni ne comprò i diritti e lo pubblicò in vinile.

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Da allora, Canzone Viola altrimenti intitolata Oh Fiorentina divenne parte integrante della colonna sonora cittadina, al pari di capolavori come Firenze sogna, Mattinata fiorentina o La porti un bacione a Firenze. E al pari di questi capolavori, trovò il suo degno interprete nel cantante-tifoso Narciso Parigi. Era il 1959, nel frattempo la Fiorentina aveva trionfato nel primo campionato della sua storia, e siccome anche negli anni successivi al ’56 la squadra viola si manteneva ad altissimi livelli, l’inno rinfrescato dalla splendida voce di Narciso Parigi parve un’ottima idea.

A parte l’aneddoto secondo cui Parigi si trovava a Milano ad incidere la sua versione e per avere un coro adeguato si dovette rivolgere a dei giocatori dell’Inter che si resero disponibili (tra cui il fiorentino Egisto Pandolfini, tifosissimo viola), la versione del 1959 riuscì splendidamente e divenne quella definitiva. Narciso Parigi ne comprò poi i diritti, e da quel momento a nessuno venne più in mente di metterla in discussione.

Oddio, a quasi nessuno. Quando nel 1980 i Pontello comprarono la Fiorentina, per dare un segno di cambiamento tangibile rispetto al passato pensarono bene di andare a innovare rispetto a due delle cose a cui i fiorentini tenevano di più: la maglia e l’inno viola. La storica maglia con il giglio dei due scudetti fu sostituita da un’altra viola acceso su cui campeggiava un giglio-alabarda (che qualcuno per la verità assimilò a ben altro, per esempio ad un organo sessuale maschile ritratto, diciamo così, non nel suo momento migliore, ….).

L’inno di Narciso Parigi invece fu sostituito con un motivetto in stile bossanova intitolato Alé Fiorentina. La squadra messa in campo dai Pontello piacque molto, ed arrivò a sfiorare il terzo scudetto. Maglia ed Inno cambiati invece non piacquero per niente, e quando Cecchi Gori comprò a sua volta la Fiorentina e restaurò le versioni storiche di entrambe, ai fiorentini parve nient’altro che un atto dovuto.

 

Autore

Simone Borri

Simone Borri è nato a Firenze, è laureato in scienze politiche, indirizzo storico. Tra le sue passioni la Fiorentina, di cui è tifoso da sempre, la storia, la politica, la letteratura, il cinema.

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