Economia

Chianti: vendemmia al top, ma i rincari frenano tutto il settore

Un grido di allarme per l’aumento dei costi di energia e materiali (+10%), ma anche uno sguardo positivo sul futuro con la fine delle restrizioni per il Covid e la prossima vendemmia che potrebbe riportare la produzione intorno agli 800mila ettolitri, dopo cinque anni di calo.

E’ quanto emerso dal mondo produttivo del Chianti in occasione dell’Assemblea dei Soci del Consorzio Vino Chianti che si è svolta ieri nella sede di Confartigianato Firenze. Oltre a fare il punto sulla situazione della produzione e delle vendite del comparto, i soci hanno anche eletto i nuovi consiglieri del Consorzio.

«Questa situazione con alti costi per l’energia e per i materiali, come bottiglie, sughero e imballaggi, sta indubbiamente portando problematiche alle aziende – ha detto il presidente del Consorzio Vino Chianti, Giovanni Busi, nella sua relazione ai soci -. Abbiamo calcolato un rincaro di circa il 10% sui prezzi che sta frenando il mercato del vino e questo non è certo di buon auspicio visto che tra pochi mesi siamo in vendemmia e questa situazione porta molti pensieri».

I rincari legati alla guerra in Ucraina e alla mancanza di materie prime pesano sulle aziende che, però, non scaricano i rialzi sul prodotto finale assorbendo loro stesse i costi aggiuntivi e mettendo a rischio la propria redditività.

Per non frenare le vendite, quindi, le aziende assorbono i rincari, ma rischiano pesanti ripercussioni sulla propria liquidità. Per questo il presidente del Consorzio ha lanciato un appello e una richiesta di aiuto al sistema bancario.

Se da una parte c’è il problema dei prezzi, dall’altra però il mondo si sta riaprendo dopo oltre due anni di pandemia. Durante l’emergenza pandemica il Chianti ha visto aumentare notevolmente le vendite, grazie soprattutto alla spinta proveniente dalla grande distribuzione. Altra nota positiva, infine, arriva dalle vigne che quest’anno promettono una vendemmia come non se vedono da cinque anni.

Autore

Redazione

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