«Gli aiuti che il settore dei panificatori ha ricevuto nelle ultime settimane sono stati scarsi e poco rilevanti: se non cambia in fretta qualcosa, anche a Pistoia e Prato c’è il rischio che il 20% dei forni tradizionali sia costretto a chiudere per sempre». Lo dice Alessandro Cioni, Presidente di Assipan interprovinciale, soppesando una situazione che si è fatta ormai insostenibile.
«L’unico supporto residuo – argomenta – è quello relativo al credito d’imposta, ma è una misura che incide relativamente. Il mondo del credito è il grande assente: non ci fornisce sponde di alcun tipo e le istituzioni non ci stanno supportando adeguatamente in questo dialogo. Nel frattempo, il caro energia e i rincari delle materie prime hanno generato effetti disastrosi. Il costo della farina, del burro e dello zucchero, solo per fare qualche esempio, una volta raddoppiato è rimasto tale. Quello dei semilavorati è addirittura triplicato. A questo aggiungiamo l’esorbitante prezzo del carburante: le consegne con i nostri mezzi sono ormai una rimessa costante».
Un contesto che mette a repentaglio una fascia specifica di forni, sia a Pistoia che a Prato: «Quelli che avevano fatto investimenti massicci poco prima del Covid – evidenzia Cioni – oggi rischiano di più. Parliamo, nel complesso, di un 20% di attività spalmate tra le due province. Chi è riuscito a sopravvivere fino ad oggi ha ormai dato fondo a tutti i suoi risparmi: lavoriamo da mesi senza generare profitto. È una situazione francamente non più sostenibile: abbiamo bisogno, al più presto, di una garanzia da parte delle istituzioni per l’accesso al credito e di una moratoria sui finanziamenti accesi».
Se questo non dovesse accadere, conclude il Presidente, l’opportunità di scendere di nuovo in piazza si profila con forza: «La scomparsa dei forni tradizionali e del pane artigianale costituirebbe un danno sociale sotto molteplici punti di vista. Un bene comunemente accessibile a tutti diventerebbe in fretta prodotto di lusso, e questo è inaccettabile. La grande distribuzione, che rischia di fagocitare i forni, non può sortire lo stesso impatto sul tessuto di un territorio. Anche per questo ci serve aiuto, in tempo rapidissimi».
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