E’ l’incertezza la grande protagonista dello scenario economico per il 2023, come emerge da un’indagine realizzata da Cna nazionale su 1.000 imprese che offre un quadro a tinte fosche sull’anno appena iniziato. Caro-energia e inflazione sono per molti le principali criticità che avranno un impatto negativo sull’attività delle imprese.
Oltre 6 imprenditori su 10 non formulano previsioni sull’economia italiana, il 13,5% prevede una recessione e all’incertezza le aziende rispondono con prudenza e cautela. Quasi il 40% degli intervistati dichiara che ridurrà gli investimenti e quasi uno su tre prevede una discesa del fatturato. Nel complesso è prevista però una tenuta dei livelli occupazionali: il 66,5% indica stabilità degli organici, il 21% una diminuzione del personale e il 12,5% un incremento.
Secondo il 65,5% delle imprese il caro-energia rappresenta la principale minaccia alla crescita, e oltre alle bollette c’è forte preoccupazione sul prezzo dei carburanti. Subito dopo vengono le spinte inflazionistiche per il 47,7% degli intervistati mentre il 41,8% indica la mancata attuazione degli investimenti del Pnrr e il 39,7% il venir meno delle politiche di sostegno all’economia. Dalle risposte delle imprese non emergono timori legati a una eventuale recrudescenza della pandemia ma ben una su tre lamenta difficoltà nel reperimento di personale specializzato.
Rispetto alle prospettive, conclude l’indagine, gli imprenditori esprimono una maggiore consapevolezza circa le aspettative sulla propria attività e l’area dell’incertezza scende al 37%, che tuttavia rappresenta un valore molto elevato mentre i restanti si dividono tra chi prevede un 2023 soddisfacente (29,8%) e chi si attende un andamento negativo (33%).
Lascia un commento