Dopo la sconfitta nel turno infrasettimanale contro l’Inter, la Fiorentina chiude il primo ciclo di gare ravvicinate alla Dacia Arena contro l’Udinese. Una trasferta particolare dal 4 marzo 2018, quando purtroppo scomparve il capitano Davide Astori, nella città friulana. Proprio per omaggiare il giocatore viola, prima del match l’immagine del capitano d’Italia sul maxi schermo, con l’invito dello speaker agli spettatori di un applauso in suo onore.
Si torna sul terreno di gioco, in una gara con un avversario ostico che ha sempre dato problemi, per archiviare il black out del secondo tempo dello scorso martedì e confermare il buon inizio per gioco e risultati. Si parte con il consueto modulo del 4-3-3, fuori gli infortunati Venuti, Pulgar e Castrovilli, lo squalificato Gonzalez (una sola giornata dopo la doppia ammonizione e gli applausi verso l’arbitro, ndr) ancora una linea difensiva inedita, la sesta in altrettante gare. Gli undici in casacca gialla sono: Dragowski, Odriozola, Milenkovic, Martinez Quarta, Biraghi, Bonaventura, Torreira, Duncan, Callejon, Vlahovic, Saponara.
Partita tattica nei primi minuti con la Fiorentina che adotta un prolungato possesso palla, circa due minuti. Biraghi si ferma per una botta rimediata, ma dopo le cure dei sanitari resta in campo. Le squadre sono corte e compatte, il gioco spesso interrotto.
Al 14esimo grande confusione in area bianconera con un contrasto di Vlahovic con un avversario, la palla arriva a Bonaventura che viene colpito da un ginocchio dal centrocampista Walace, per l’arbitro si può proseguire, ma dopo il consulto al Var e la visione dello stesso direttore di gara, si decreta il rigore. Dagli undici metri ancora la freddezza dell’attaccante gigliato Vlahovic, che realizza il suo quarto goal in campionato, portando un vantaggio fondamentale per la squadra.
La gara anche dopo il gol non cambia ritmo, che resta basso, con la qualità dei giocatori viola nel palleggio e con tanti interventi dei padroni di casa sugli ospiti, gara dura anche dal punto di vista fisico. Nella parte finale la Fiorentina ha buoni spunti, Vlahovic viene anticipato per poco su un cross di Biraghi, Odriozola mette in mezzo un pallone che l’attaccante serbo non riesce ad agganciare per poco. Dopo tre minuti di recupero si va all’intervallo.
Nella seconda frazione la prima occasione viola con Torreira il cui tiro finisce al lato, subito dopo l’ennesimo intervento duro proprio sull’uruguaiano viola, che resta in campo. Tra il 55esimo e il 58esimo due buone parate del portiere Dragowski salvano la porta.
Il primo cambio per mister Italiano è Biraghi per Terzic al suo esordio, la fascia di capitano passa a Bonaventura. Inizia il forcing dell’Udinese che mette in apprensione la retroguardia viola, il mister risponde con innesti che possono dare supporto fisico, in campo Maleh, Amrabat e Nastasic, per Duncan, Bonaventura, e Martinez Quarta, Milenkovic subentra come capitano.
Subito in evidenza Nastasic in difesa, cosi come il centrocampista Maleh con un tiro dalla distanza che termina alto sulla traversa. Nei viola si nota la stanchezza nelle gambe, l’Udinese a trazione anteriore spinge per riportare in pari la gara, ma non trova spazi con una difesa coriacea degli ospiti. L’ultimo cambio tra i gigliati, esce un esausto Torreira per Igor, difesa rafforzata che passa a 5 con 3 centrali (Milenkovic, Nastasic e Igor).
L’occasione più pericolosa dei friulani all’85esimo con un destro di Deulofeu, Dragowski interviene con una bella parata. Minuti di sofferenza di una gara estenuante, ancora interventi duri su Vlahoovic, il muro della difesa viola regge anche nei cinque minuti di recupero, fino al triplice fischio finale, quando tutto l’entusiasmo si festeggia con i tifosi nel settore ospiti.
Ancora una prestazione di carattere, di spessore, grinta e sacrificio per i ragazzi di Italiano, che nell’arco della gara con il dispendio di energie fisiche e mentali delle gare precedenti, lottano e soffrono da squadra. Nel reparto difensivo decisivo Dragowski, il migliore dei suoi, una certezza lo spagnolo Odriozola, il capitano Biraghi combatte fino allo stremo, buona la prova di Quarta e di Nastasic, l’esordio del serbo Terzic positivo.
Ancora una prestazione di personalità di Bonaventura, un fulcro nel centrocampo, come di Amarabat che entra a partita in corso e fa un ottimo lavoro anche di copertura, l’uruguaiano Torreira si inserisce sempre meglio nella squadra e negli schemi, Duncan conferma il suo buon momento. In avanti Saponara al posto di Gonzalez meno incisivo e concreto, Callejon forse più stanco dei compagni trova qualche difficoltà, l’attaccante serbo Dusan Vlahovic oltre la freddezza del rigore realizzato, dimostra in ogni gara di essere un leadership, un trascinatore, anche se la sua è una prova di sacrificio e di supporto alla squadra. Un realizzatore che nell’anno in corso ha segnato già in 15 partite diverse, ha tutte le caratteristiche per diventare uno dei principali attaccanti del calcio internazionale.
Un plauso a mister Italiano che in questa gara difficile e complicata che aveva previsto, con poche emozioni e mancanza di quel bel gioco al quale eravamo abituati, ha dato un’impronta diversa, ha saputo modificare in corsa, con la concretezza di portare in fondo il risultato. Una gara non bella che assume un significato ancora più importante, tre punti pesanti per consolidare la posizione di alta classifica, la porta inviolata, la crescita graduale per arrivare a obiettivi di prestigio. La terza vittoria consecutiva in trasferta (che mancava dall’aprile 2018, con mister Pioli, ndr), un altro piccolo record dell’era Italiano, per diventare grande.
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