(Foto Eden Arena, le due squadre prima della gara)
Da Praga a Firenze, asse Eden Arena-Franchi, migliaia di cuori viola pronti a battere per l’ultimo atto di una straordinaria cavalcata europea. Nell’impianto che ospita la finale di Conferenze League, circa seimila tifosi assistono alla sfida, con più di tremila supporter nella capitale ceca davanti ai maxi schermi, nel capoluogo toscano, 32mila spettatori davanti ai megaschermi allestiti all’interno del Franchi.
Prima del match lo spettacolo rock con due gruppi, che fanno il giro dei diversi settori, la musica echeggia e rimbomba, la coppa già sul terreno di gioco, aspetta un vincitore, a metà campo l’immagine della competizione con davanti i due loghi delle società.
Dal tunnel le squadre pronte ad entrare sul terreno di gioco, con i fumogeni alle spalle che fanno da cornice. La Fiorentina in maglia viola, il West Ham bianca. Lo speaker, che in genere annuncia le formazioni al Franchi, Alessandro Capasso, inizia ad elencare con la stessa voce di incitamento, i nomi degli undici di partenza, momento di emozione, in questa serata di ansia e aspettativa.
Il modulo è del 4-2-3-1, Terracciano tra i pali, Dodo, Milenkovic, Ranieri, Biraghi, Amrabat, Mandragora, Bonaventura, Gonzalez, Jovic, Kouame. Nella fase iniziale, gara contratta con diversi interventi ed interruzioni, il primo colpo subito da Gonzalez in area, per l’arbitro tutto regolare, si prosegue.
Non ci sono occasioni rilevanti per entrambe le squadre, il primo tiro verso la porta è dell’inglese Rice che termina al lato dalla porta, la risposta viola è immediata con Kouame che lancia Jovic, il tiro del serbo murato dalla difesa. Alla mezz’ora, Biraghi pronto a battere un corner, dalla parte del settore inglese, è colpito da diversi oggetti, bicchieri di plastica e altro genere (già accaduto in precedenza), il capitano con una ferita sulla testa, necessita di cure dei sanitari, ma resta in campo con una evidente fasciatura. La gara sospesa per qualche minuto.
Lo speaker solo in questo caso annuncia di evitare di lanciare oggetti per l’incolumità dei giocatori e degli addetti in campo. Al 49esimo goal annullato per fuorigioco a Jovic, dopo il controllo Var. Si va all’intervallo a reti inviolate, ma con diversi falli e soprattutto con gli episodi deprecabili di una parte della tifoseria inglese che condiziona la gara.
Nella ripresa il primo cambio per mister Italiano, esce Jovic, infortunato in occasione del goal annullato (rottura del setto nasale), per Cabral. I gigliati cercano di imporre il gioco, gli Hammers chiudono gli spazi per ripartire in contropiede.
Al 57esimo si chiede un check Var per un tocco di mano di Biraghi in area, l’arbitro spagnolo Carlos Del Cerro Grande, si porta al monitor, e dopo la visione indica il rigore. Si porta sul dischetto l’algerino Benrahma che con un tiro potente manda in rete, per il vantaggio inglese.
Nel frattempo Saponara entra al posto di Kouame. Pochi minuti dopo, al 68esimo sponda di Gonzalez di testa, controllo e conclusione di Bonaventura che con un diagonale di destro, manda il pallone in rete sul secondo palo. Esplosione di gioia dal settore viola dopo la rete che riporta il risultato in parità.
La gara resta aperta, i gigliati pressano con un maggiore possesso palla, Mandragora manda di poco fuori, un tiro di Biraghi fermato dal portiere Areola, gli avversari chiudono gli spazi. All’83esimo esce un esausto Ranieri per Igor.
All’89esimo lancio lungo da centrocampo per Bowen, che salta Milenkovc e Igor, e davanti la porta batte Terracciano, il 2 a 1, per gli inglesi, che di fatto decreta la sconfitta, per il poco tempo a disposizione rimasto. Nei 5 minuti di recupero l’ultimo cambio esce Mandragora per Barak, che non cambia il risultato. I vincitori della seconda edizione sono gli inglesi del West Ham, che alla vigilia non avevano il pronostico a favore.
Al triplice fischio il campo diventa una bolgia, mister David Moyes, giocatori e staff in panchina, nel tripudio totale, i viola a bordo campo, impotenti e rassegnati assistono alla seconda finale sfumata. Ennesima delusione e amarezza per la squadra di mister Italiano e la tifoseria gigliata, una sconfitta dolorosa e immeritata, che lascia l’amaro in bocca per l’avversario alla portata e le solite disattenzioni.
Il popolo viola, lascia l’impianto a capo chino tra le lacrime, l’amaro epilogo di un sogno infranto, ma anche con gli applausi verso i ragazzi in campo che hanno trasmesso un nuovo entusiasmo per due finali storiche, hanno rappresentato la maglia con il giglio in giro per l’Europa.
L’ennesima delusione non sminuisce un percorso incredibile di 60 gare disputate (l’unica squadra in Italia, ndr), positivo non solo per la crescita e la maturazione di alcuni giocatori, ma soprattutto per i diversi aspetti che hanno fatto la differenza. La forza del gruppo, l’identità di squadra, lo spirito di appartenenza, la volontà di lottare oltre ogni limite, il cuore oltre gli ostacoli e le difficoltà.
Ottimi presupposti dai quali ripartire, con la società, pronta ad intervenire sulla parte tecnica, con l’inserimento di giocatori funzionali nei diversi reparti, per creare una rosa competitiva che serva a migliorare e superare questa buona base di partenza.
Si archivia questa stagione europea, partita in sordina, inaspettata e inimmaginabile, ma in crescendo di gara in gara per vittorie ed emozioni, con la passione viscerale che contraddistingue la città verso la squadra, Firenze e Fiorentina inscindibili, da sempre. Dalle vittorie alle sconfitte, una accanto all’altra, pronte a ripartire per altre avvincenti sfide, con l’orgoglio di vivere e scrivere altre pagine della gloriosa storia viola.
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