Fiorentina

Da un’incredibile rimonta ad un’amara sconfitta

Nell’anticipo serale del sabato, nell’undicesima giornata di serie A, gara di cartello al Franchi, con una big del campionato, l’Inter. La presenza degli spettatori registra il nuovo record della stagione, con 36.699 tifosi sugli spalti, testimonia l’importanza del match. La Curva Fiesole, come annunciato sui social, propone una splendida coreografia piena di significati. Prima con uno striscione che recita ” Nessun sacrificio fu ritenuto inaccettabile per la difesa di quella dolce libertà”, riferito ai 25 Daspo, comminati ad altrettanti tifosi della Curva, passo relativo all’assedio di Firenze (iniziato il 14 ottobre 1529 dal predominio imperiale di Carlo V d’Asburgo).

All’ingresso in campo delle squadre, la coreografia vera e propria, con migliaia di bandierine raffiguranti le mura di Firenze con una grande immagine dei combattenti di quello storico assedio (dal quale il 17 febbraio 1530 ebbe origine il calcio storico, ndr). La formazione titolare parte con il 4-3-3, Terracciano tra i pali, Dodo a destra, centrali difensivi Milenkovic e Quarta, Biraghi a sinistra, centrocampo con Bonaventura, Amrabat, Duncan, trio offensivo formato da Gonzalez, Cabral e Kouame.

Neanche il tempo di posizionarsi in campo e sugli spalti, che Barella su invito di Lautaro, beffa la difesa gigliata e batte Terracciano. Al settimo minuto mister Italiano costretto al primo cambio, problemi fisici per Gonzalez costretto a lasciare il campo, al suo posto Ikonè. Mister Italiano esprime con gesti plateali tutto il suo disappunto.

L’incredibile shock iniziale prosegue con il raddoppio dei nerazzurri, Lautaro Martinez salta Quarta e trova l’angolino della porta. Alla mezz’ora fallo in area di Dimarco su Bonaventura, l’arbitro Valeri è richiamato dagli assistenti al Var, dopo la visione delle immagini indica il dischetto. Diverse perplessità per il rosso non dato al nerazzurro che non viene sanzionato neanche con il giallo. Dagli undici metri si porta Cabral che con un gran tiro dimezza lo svantaggio.

Si va all’intervallo con la gara che resta aperta a qualsiasi risultato. Nella ripresa in evidenza i portieri, Kouame impegna con un sinistro Onana, ma è Terracciano che si oppone a Lautaro. Al 52esimo secondo cambio esce Duncan per Jovic. Al 60esimo Kouame lancia Ikonè che sulla fascia destra salta un avversario e con un sinistro realizza con uno splendido goal, il pareggio.

La gara  intensa a buoni ritmi, i nerazzurri in avanti mettono a repentaglio la retroguardia viola, Terracciano salva ancora su Barella. Al 70esimo da un contropiede Lautaro davanti il portiere cade in area. Ancora una decisione al Var, che assegna il secondo rigore, questa volata agli ospiti, dalle immagini il portiere sembra andare sul pallone, con l’argentino che gli cade addosso, restano molti dubbi. Lautaro sul dischetto porta a tre le reti, con i viola costretti a rincorrere il risultato.

Al’83esimo triplo cambio per i padroni di casa, in campo Barak, Terzic e Venuti al posto di Amrabat, Biraghi, e Dodo. Al 90esimo arriva il meritato pareggio viola, corner battuto dalla sinistra da Terzic, sponda di Milenkovic, mischia in area e semirovesciata di Luka Jovic che fa esplodere il Franchi. Il serbo festeggia sotto la Fiesole con un gesto polemico.

Nei 5 minuti di recupero, da un fallo di Dzeko su Milenkovic, parte l’azione di contropiede degli ospiti, con Barella che crossa nel mezzo dell’area, Venuti per allontanare il pallone lo manda verso Mkhitaryan che lo manda in rete. Un incubo già vissuto! Anche dopo il check Var, il goal è confermato. Si chiude la gara con una bordata di fischi verso la terna arbitrale, mentre lascia il terreno di gioco.

Una beffa per la squadra di casa, ancora una volta costretta ad uscire sconfitta per limiti individuali e per le discusse e controverse decisioni arbitrali che hanno penalizzato oltremodo l’indirizzo della gara. Senza creare alibi o giustificazioni, un match che con la posta divisa sarebbe stato il giusto risultato. Sul banco degli imputati il reparto difensivo, disattenzioni gravi con una prova insufficiente, pesante ancora una volta l’episodio finale di Venuti, in mediana, impreciso Amarabat che fa un passo indietro rispetto alle precedenti prestazioni, Duncan non entra nel gioco e nella manovra offensiva.

I tre goal finalmente dagli attaccanti, Cabral titolare inizia in sordina ma con volontà recupera per impegno, per gli spazi creati, il goal che riapre la gara un buon segnale per il futuro in una prova più che sufficiente. L’autore del secondo goal, il francese Ikoné, giocatore sempre in discussione, più attivo del solito, il pari con il secondo goal, potrebbe dare non solo una scossa a livello personale ma un  maggiore contributo verso la squadra. Il serbo Jovic subentrato a gara in corsa, resta in ombra per quasi tutto il match, ma il pari purtroppo momentaneo, che poteva dare altro risultato, potrebbe sbloccare un giocatore arrivato con molte aspettative, ad oggi con prestazioni in chiaro scuro. L’ivoriano Kouame ancora tra i migliori (con Ikoné), corre, salta l’avversario, crossa per i compagni che non trovano la precisione di spingere i palloni in rete, cerca il tiro personale, una bella sorpresa di questo inizio di stagione.

Un’incredibile rimonta, quasi una vittoria per l’avversario affrontato e per la reazione e il carattere mostrati dopo il doppio disastroso svantaggio (che poteva diventare goleada), trasformata in un’amara sconfitta, immeritata quanto incomprensibile. Un punto sarebbe servito ben poco ai fini di una classifica che resta deficitaria, ma avrebbe portato morale e fiducia per i successivi impegni. Il prossimo appunto, il turno di Conference di giovedì, di nuovo al Franchi, con la capolista Instanbul Basaksehir, un banco di prova per cancellare l’ennesimo ko, per superare un periodo di difficoltà, per proseguire nel cammino europeo.

Autore

Patrizia Iannicelli

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