Il 25 marzo, giorno del Capodanno Fiorentino (il primo dell’anno fino al 1749), la Fiorentina presenta ufficialmente il nuovo logo e il suo primo manifesto. Nei giorni precedenti la società viola anticipa, con dei “teaser” sotto forma di cartelloni pubblicitari dislocati su tutta la città, i cambiamenti in termini di marketing a breve svelati. La conferenza stampa per annunciare il nuovo marchio è presentata nella Rinascente Lounge all’intermo dello stadio Artemio Franchi.
All’evento sono presenti il Direttore Generale Joe Barone, il responsabile della comunicazione Alessandro Ferrari, il difensore viola campione del primo scudetto Alberto Orzan, il presidente Museo Fiorentina David Bini e l’onorario Raffaele Righetti. Da cornice due splendidi cimeli, la maglia originale con il numero 5 di Alberto Orzan e la Coppa Italia del 1960/61.
Introduce Alessandro Ferrari che sottolinea quanto siano importanti i loghi e i brand in un mondo che va avanti per immagini, del lavoro capillare iniziato un anno e mezzo prima, di aver tratto spunti importanti da tifosi e cittadini. Il direttore Jo Barone parla di giornata storica perché si presenta il rebrand del marchio, di come il presidente Commisso ha creduto nella bellezza della città e nella tifoseria che la rappresenta. Continua dicendo che l’investimento fatto nel Viola Park ha contribuito anche ad investire in un nuovo logo.
La Fiorentina, aggiunge, ricorda il passato, il presente e il futuro, un cammino da condividere insieme con pazienza. Ha spiegato inoltre la scelta grafica, e le parole scritte sul manifesto (l’identità del club, delle sue radici, ma anche la dichiarazione di un impegno: che il calcio dei Viola sia sempre distintivo, autentico, che sia espressione della bellezza della città di Firenze e dello spirito passionale dei fiorentini), che è stata tolta la sigla ACF che resta comunque per il sito e negli indirizzi mail, di aver rispettato il giglio, il colore viola e la V, che si vede nel Viola Park e che nel mondo identifica la Fiorentina.
Prende poi la parola il presidente David Bini che ripercorre la storia degli stemmi della società gigliata dal 1926 ad oggi. Dopo lo storico scudetto arrivato nella stagione 1955/56, il marchese Luigi Ridolfi, fondatore del Club, disegnò un nuovo giglio (il sedicesimo) che propose al presidente di allora Enrico Befani, con l’intento di rinnovare lo storico simbolo. Il nuovo stemma fece il suo debutto il 28 agosto 1957 in un’amichevole, nello stadio S. Siro di Milano (nell’occasione inaugurato il nuovo impianto di illuminazione), con la squadra viola campione d’Italia, con capitano Sergio Cervato, contro il Milan guidato da Nils Liedholm. Il giglio stilizzato fu usato dal 1957/58 al 1966/67. In questo decennio la Fiorentina ha vinto 12 trofei, dei quali 9 in prima squadra, in assoluto il giglio più vincente tra i 21 utilizzati.
Interviene infine il campione del primo scudetto Alberto Orzan, che fa i complimenti alla società per le idee innovative, per il viola Park da poco visitato (13 marzo prima della gara contro il Bologna, ndr), patrimonio per la città e la squadra, di come anche i suoi compagni sarebbero stati orgogliosi, dell’attaccamento da sempre dei tifosi, di riuscire a vedere qualche traguardo sportivo.
Conclusi gli interventi la presentazione continua con il video ideato per il nuovo stemma, con la voce al primo Manifesto del club con lo slogan Play to be different. Il logo cambia forma dal rombo al quadrato, sopra è posizionato il giglio stilizzato rosso, e sotto una V di colore viola che appunto indica come spesso è definita la squadra, la Viola. Un logo moderno che rappresenta la città con il giglio, la squadra e la tifoseria con la V, sulle nuove divise dalla prossima stagione.
Di certo i risultati e le vittorie conquistate daranno il giusto valore e l’importanza alla maglia e al suo logo, sull’estetica ognuno farà le proprie considerazioni ed esprimerà il suo parere insindacabile. La Fiorentina torna al suo passato glorioso, con la prospettiva di scrivere nuove pagine di storia, “per esser di Firenze vanto e gloria”, nel futuro che è già adesso.
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