Nel posticipo serale del lunedì, all’Artemio Franchi, la Fiorentina nel decimo turno di campionato affronta il Genoa, gara delicata e fondamentale per le due squadre che si trovano nella zona bassa della classifica, con i grifoni penultimi e i viola quartultimi. Una sorta di spareggio salvezza, anche se ancora sono tante le gare da giocare fino al termine della stagione.
Il tecnico Prandelli regolarmente in panchina, dopo la positività al Covid19, rientrata nei successivi controlli. La squadra di partenza parte con il modulo del 4-3-3, o meglio, con il 4-3-2-1, Dragowski tra i pali, Caceres, Milenkovic, Pezzella (cap.), Biraghi, Pulgar, Amrabat, Castrovilli, Callejon, Ribery, Vlahovic.
Prima della gara le due squadre osservano un minuto di silenzio in onore dell’ex viola Mario Maraschi, uno dei protagonisti del secondo scudetto scomparso in settimana, i viola con il lutto al braccio.
Prime battute con le due squadre bloccate, gara nervosa, diversi passaggi in orizzontale, due corner guadagnati dai padroni di casa, ritmo basso e solita noia. Alla mezz’ora quanto spunto verso la porta avversaria, Ribery su cross di Castrovilli manda alto sopra la traversa. Nei minuti finali colpo di testa di Vlahovic, su cross di Biraghi, che termina al lato della porta. Prima dell’intervallo primo cambio esce Castrovilli per infortunio al suo posto Bonaventura. Dopo due minuti di recupero termina la prima frazione di tempo.
Nella ripresa i viola partono con più determinazione, Bonaventura spreca una buona occasione, subito dopo Ribery in area viene fermato da un difensore, il francese mostra tutto il suo disappunto, ma ancora sottotono anche in questa gara. La Fiorentina ancora in avanti e in crescendo, i grifoni difendono con qualche difficoltà il pari, Vlahovic in due circostanze sfiora il vantaggio.
Poi va di scena il Var, al settantesimo gol di Bonaventura che sblocca il risultato, ma l’arbitro Doveri, annulla la rete per un fallo con Lerager dello stesso centrocampista prima del tiro. Al settantottesimo tre cambi, fuori Vlahovic, Ribery, Callejon, per Cutrone, Eysseric e Borja Valero. Dopo un buon secondo tempo da parte dei viola, gli innesti dei tre giocatori subentrati sembrano rallentare il gioco, con una Fiorentina più dimessa.
Nei minuti finali poi succede di tutto, ancora il Var annulla una rete a Destro per evidente fuorigioco, e due minuti dopo da un palla persa da Borja Valero , contropiede del Genoa, l’ex di turno, il croato Pjaca che batte Dragowski in uscita, in vantaggio gli ospiti. I viola tramortiti sembrano non trovare sbocchi, il terrore della terza sconfitta consecutiva diventa reale.
Nei sei minuti di recupero, ancora un cambio fuori Pulgar per Kouame. Ma è ancora il Genoa con Destro che sfiora il raddoppio, provvidenziale il recupero di Dragowski in uscita. Terminato il lungo recupero, si gioca ancora altri sessanta secondi per un fallo, tutta la squadra viola compreso il portiere polacco in area avversaria, un groviglio di giocatori, da una mischia dopo una serie di tiri, un fortissimo destro di Milenkovic, trova il goal all’ultimo secondo.
La gioia irrefrenabile di giocatori e dirigenti sottolinea la paura vissuta e l’importanza della gara recuperata, anche se con un solo punto guadagnato. Un pareggio meritato per quello visto in campo, equilibrio nel primo tempo, propositivi e vivaci nel secondo, anche se contro un avversario di livello inferiore, con il rischio reale di una beffa finale che poteva diventare un contraccolpo psicologico forse irrecuperabile.
Restano purtroppo i soliti problemi ad oggi irrisolti : una squadra alla ricerca del gioco, lenta, incerta, fragile mentalmente, in difficoltà nella fase realizzativa, con il reparto offensivo in crisi di astinenza (mancava il goal da 489 minuti). Parlare dei singoli ci porta inesorabilmente a sottolineare i migliori , il portiere Dragowski che tiene in partita i viola e salva il risultato, e l’autore della pesante rete Milenkovic, buone le prove di Biraghi e di Bonaventura (vivacizza il gioco al suo ingresso) ed Eysseric (tiro dal quale poi innesta il goal di Milenkovic), il trio d’attacco , abbiamo detto poco convincente, anche se Vlahovic ha mostrato piccoli segnali , ancora irriconoscibili i giocatori-leader che dovrebbero fare la differenza, da Ribery a Callejon, ma ancora sottotono la mediana, Castrovilli condizionato dall’infortunio ma in ombra da settimane, cosi come Amrabat, ancora lontano dalla sua forma migliore.
La situazione resta complicata con nove punti in dieci gare, quart’ultima in classifica con la vittoria che manca da 43 giorni, ma con segnali di ripresa almeno nel carattere e nella voglia di rivalsa. Dall’abisso dove è sprofondata la squadra, alla reazione che ha mostrato una flebile luce, un cammino ancora tortuoso e pieno di insidie per arrivare alla quota salvezza il prima possibile.
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