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Dancing in the street

13 luglio 1985, Live Aid. Si svolge per metà a Londra, allo stadio Wembley, e per metà a Philadelphia al JFK Stadium. 16 ore complessive di musica che vengono coperte dalle televisioni più importanti del mondo, dalla BBC alla ABC a MTV e via dicendo.

David, Angela e Duncan, 1971

David, Angela e Duncan, 1971

Tra i più importanti nomi dell’epoca, David Bowie e Mick Jagger sentono di non poter mancare all’evento, ma vogliono farlo in maniera assolutamente originale, in accordo con i rispettivi personaggi. In principio pensano ad un duetto transcontinentale, ma la tecnologia dell’epoca non garantisce ancora una buona sincronizzazione, e i due rinunciano. Ripiegano, si fa per dire, su un video musicale che rivisita un vecchio successo di Marvin Gaye scritto per le groupies Martha and the Vandellas. Il brano si chiama Dancing in the street, e oltre ad essere orecchiabile (e ballabile) in modo decisamente trascinante, sembra fatto apposta per consentire alle due superstars di dare libero sfogo al proprio rispettivo istrionismo.

Mick e David sono vecchi amici, hanno avuto una carriera in parallelo e hanno condiviso molto. Di sicuro, pare accertato, la moglie di David, quella Mary Angela Barnett che gli ha dato il figlio Duncan Zowie e alla quale poi Mick ha dedicato una delle sue più belle e struggenti canzoni: Angie.

Le malelingue dicono che i due abbiano condiviso anche altro, facendo leva sulla loro ambiguità a volte accentuata per ragioni scenico-musicali.

Changes..... Amici di tutta una vita

Changes….. Amici di tutta una vita

Loro due se ne fregano, ci marciano sopra, e realizzano in poche ore un video capolavoro. David è a Londra, ad Abbey Road, e sta registrando la splendida colonna sonora di Absolute beginners, è Mick a raggiungerlo e a curare poi a New York la post-produzione. Lo street video dei due fuoriclasse è un successone, non solo durante il Live Aid in cui verrà proiettato per ben due volte. Il disco rimane per un bel po’ in testa alle classifiche sia del Regno Unito che degli Stati Uniti e destino vorrà tra l’altro che per entrambi gli artisti quella sarà l’ultima volta, almeno per quanto riguarda i singoli.

Altra curiosità sarà lo scarso favore con cui i fan ufficiali di entrambi accoglieranno disco e video. Evidentemente l’ortodossia non perdona, in musica come in religione.

Nel proporvelo, non possiamo che commentare che di eventi musicali di questo genere ne vorremmo uno a settimana, con buona pace degli ortodossi. Il fatto è che purtroppo non ne fanno più.

Autore

Simone Borri

Simone Borri è nato a Firenze, è laureato in scienze politiche, indirizzo storico. Tra le sue passioni la Fiorentina, di cui è tifoso da sempre, la storia, la politica, la letteratura, il cinema.

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