Ombre Rosse

Diario del coronavirus – Giorno 7

Nelle religioni più antiche, dell’era in cui l’uomo possedeva ancora una spiritualità istintiva, sopra la quale non si era ancora costruito alcuna sovrastruttura mentale e con la quale riusciva forse a spiegare ed accettare qualsiasi fenomeno del mondo che lo circondava (sicuramente più di adesso, che le cose in cielo e in terra che la nostra filosofia non può sognare, per dirla con Shakespeare, aumentano continuamente piuttosto che diminuire), non è un caso che la divinità principale, la Madre di tutti gli altri Dei fosse invariabilmente una entità femminile.

Gaia200331-001Gea, o Gaia, per gli antichi greci era Madre Terra, o Madre Natura, la prima e più potente delle divinità, quella che aveva partorito non solo tutte le altre ma addirittura il mondo intero, in quanto femmina. Il più naturale e comprensibile dei Big Bang.

Era una religione semplice, essenziale ed esaustiva, che avrebbe potuto funzionare nei secoli dei secoli se l’uomo, che non è mai in pace con se stesso e l’ambiente circostante, non avesse preteso ad un certo punto di sostituirla con monoteismi più simili ad una burocrazia implacabile e ad una feroce tirannide che a quella spiritualità che l’aveva mantenuto in costante contatto con il resto del Creato (chiunque l’avesse creato).

Uno degli aspetti più singolari e clamorosi dei giorni in cui il coronavirus spazza la Terra trionfante diventandone il padrone al posto dell’uomo, è che tra le prime a sparire sono proprio le religioni monoteiste, le cosiddette religioni del Libro (Vangelo, Torah, Corano, verità assolute sovrapposte a quella naturale), che negli ultimi due-tremila anni hanno preteso di regolamentare tutto senza spiegare nulla, di rendere invivibile la vita stabilendo come unico premio finale la morte.

coronavirus200331-001C’é una vignetta che gira su internet nei giorni in cui l’Italia si chiude al mondo ed a se stessa: uno scienziato in camice bianco chino sugli strumenti di laboratorio ed attorno a lui delle figure in costume, o per meglio dire addobbate con tutti i paramenti delle religioni conosciute al mondo attuale, che si affannano a mettergli fretta, terrorizzate, mentre la sagoma del virus letale si avvicina. Hurry up, sbrigati, trova la soluzione. Noi non abbiamo la più pallida idea di quale sia, è il sottinteso.

CoronavirusInfermieri200313-001Ai primi di marzo, ogni autorità ecclesiastica si dissolve al pari di quelle civili mentre pare che tra la razza umana (o almeno la razza italiana) e la sua estinzione non rimangano a fare da scudo altro che un pugno di medici e infermieri. Soli, coraggiosi e male armati come partigiani dopo l’8 settembre 1943. Lo stato si è dissolto come neve al sole, resta solo un presidente del consiglio che emana ordinanze come uno sparatutto e fa le veci di ogni altra istituzione, a cominciare da un presidente della repubblica che sembra più uno degli anziani relegati dappertutto in case di riposo che diventano dal giorno alla notte carceri di massima insicurezza piuttosto che il leader di una nazione che si è ritrovata improvvisamente in ginocchio ed ha bisogno di essere rialzata subito.

GiusepepConte200331-001Si è dissolto anche il Vicariato di Cristo in Terra, passerà un mese buono prima che Papa Francesco si faccia sentire di nuovo, pregando la misericordia di un Dio che evidentemente non lo ascolta, se mai lo ha fatto. Come accade agli ayatollah iraniani, il portavoce di Dio assiste impotente al martirio del suo popolo. Se Covid19 è il Diavolo, il Diavolo a quanto pare sta vincendo. E questa è una Apocalisse che neanche San Giovanni aveva saputo prevedere.

Oppure c’é un’altra spiegazione. L’Unica Dea, Gaia, Madre Natura ha presentato finalmente il conto, dimostrando di essere l’unico Essere Supremo, l’unica entità che può tutto: toglierci vita ed esistenza stessa così come ce le aveva date. Chiudere il Paradiso Terrestre senza bisogno di ordinanze né pattuglie, così come un giorno di tante ere fa ce l’aveva aperto.

E’ l’unica che può chiamarsi Dea, ma non è una Dea benevola, in questo momento. E’ infuriata peggio di Baal-Moloch, di Quetzacoatl il Serpente Piumato. Chiede sacrifici umani per placarsi, ne chiede tanti, e chissà se basteranno. Gaia ci aveva avvisati, estati sempre più lunghe e torride, vulcani che esplodono senza preavviso cospargendo di cenere il cielo di interi emisferi, terremoti sempre più devastanti ed alluvioni sempre più apocalittiche, ma stavolta senza che nessun novello Noé abbia il tempo di costruire Arche.

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All’appello delle Piaghe che il Dio crudele di Mosé mandò già una volta sull’Egitto mancava solo lui, il virus, l’animaletto moooooolto piccolo che stavolta non si limita a mettere a letto con le bolle la perfida Maga Magò dando la vittoria a Merlino, il mago buono. No, stavolta Maga Magò finisce intubata. E poi alle Cappelle del Commiato.

coronavirus200331-002Di questo pianeta senza più un Dio o un Santo a cui votarsi, l’Italia si scopre caput mundi, come ai bei tempi dell’Impero Romano. Ma stavolta gli occhi di tutte le altre nazioni sono rivolte a lei per vedere se ce la farà. Mentre si attenua la furia di Covid19 su Wuhan e gli altri distretti cinesi (i pazienti zero del mondo), mentre nessuno sa cosa stia realmente capitando in termini di ecatombe in Iran, mentre già si paventano o si avvistano i primi focolai di quella ecatombe al cubo che sarebbe il contagio dell’Africa, l’Italia in zona rossa si sveglia al principio quasi di buon umore, ancora incerta sulla portata degli eventi che hanno reso di colpo le sue città scenari da videogames senza personaggi. La gente sventola bandiere, canta sui balconi, e intanto si scontra con la dura realtà dei supermercati trasformati in centri di smistamento razioni (ma senza tessera annonaria, come il regime precedente aveva saggiamente, o quantomeno per cause di forza maggiore, a suo tempo organizzato). Conte emana editti su editti, ogni volta c’é un pezzo delle nostre abitudini di tutta una vita che se ne va, ogni volta c’é qualcosa di meno chiaro di prima a proposito di cosa dovrebbe sostituirle, ogni volta ci si chiede: ma non avevamo a stabilire le regole un Parlamento ed una classe politica divisa tra maggioranza e opposizione? Anche quella è un’abitudine che dobbiamo rassegnarci a perdere, come dice il Presidente senza più Consiglio?

coronavirus200331-003Nei primi giorni, gli italiani possono ancora illudersi che sia tutto un gioco, e che come ogni bel gioco durerà poco. Qualcuno si prova – Cassandra ancor meno ascoltata di quella di Omero e probabilmente destinata ad una fine ancora più atroce – a far presente che una economia non si può chiudere e mettere a casa, si distrugge e basta. Oppure si protegge, come cercano o si illudono di fare altri paesi.

Viene fuori una sorta di orgoglio nazionale da miracolo italiano nel momento delle spalle al muro. Vecchio e mai abbastanza abusato cliché. Alla TV è tutto un cantar di inni e sventolar di bandiere, quanto e più che sui balconi delle nostre città. Ci inorgogliamo appresso ad una retorica di regime di cui fino a pochi giorni prima paventavamo il ritorno e giudicavamo ridicola (siamo i più forti e ce la faremo!) e nel frattempo lasciamo riaffiorare vecchi sciovinismi e vecchie storiche antipatie.

coronavirus200331-004Così, francesi e tedeschi sono i lanzichenecchi di sempre, e guardano all’Italia solo per derubarla e devastarla. Un fondo di verità ci può anche essere, ma allora perché affidarsi ad un governo che con quei lanzichenecchi ci va a braccetto e ci si siede a tavola continuamente? Il quinto di una serie che rispetto ai lanzichenecchi si fa regolarmente parte diligente per indicare loro dove sono nascoste le ricchezze nostrane da saccheggiare? Franza o Spagna, abbasta che se magna?

Gli inglesi, ah, gli inglesi. Quel ridicolo testa a pannocchia di Johnson! Dire quelle atrocità: Rassegnamoci a perdere dei nostri cari! Restiamo aperti, business as usual! L’Inghilterra non si fermerà neanche stavolta! A che prezzo? Qui da noi invece, caro assassino di un Johnson, non resta indietro nessuno!!!!! Tutti a casa!!!!!!!

coronavirus200331-005Gli inglesi sono ai nostri antipodi, non li capiremo mai. Sono tutto quello che avremmo potuto essere (e forse una volta eravamo) e purtroppo non saremo più. La schiena dritta, la nazione che non si piega né davanti all’Invencible Armada, né davanti a Napoleone, né davanti a Hitler, e che anche stavolta non intende farlo, costi quel che costi. L’Inghilterra sa reagire soltanto così. Ma quel soltanto, è tutto. Quel business as usual che Johnson riprende pari pari da Churchill, è tutto. E si ripete lo spettacolo di un popolo che ci fa tanto ridere per certe sue stravaganti abitudini, ma quando parlano il re o il premier, quando il discorso del «siamo in guerra» risuona nuovamente ai microfoni della BBC ognuno dei cittadini sa esattamente un attimo dopo cosa fare. Il Parlamento, il loro, rimane aperto sotto le bombe o il virus. Fino alla vittoria finale.

Non li capiremo mai, siamo troppo distanti. E quella loro determinazione a resistere, che nel 1940 ci causò tanti dispiaceri, stavolta vorrebbe farci orrore. Vorremmo disprezzarli, dall’alto del nostro ipercollaudato buonismo. Alla fine conteremo tutti i nostri morti, chi più, chi meno. Saranno tanti, troppi, per tutti. Ma quando ci sarà da rimettere in piedi un’economia, una nazione, un paese, chissà dove saremo noi e dove saranno loro.

Boris Johnson e Donald Trump: riderà bene chi riderà ultimo?

Boris Johnson e Donald Trump: riderà bene chi riderà ultimo?

Stesso discorso per gli americani. Anche Trump a qualcuno sembra una testa a pannocchia. Anche lui e la sua amministrazione sono oggetto di esecrazione continua, quando va bene mal celata. Anche il popolo americano gode del resto da più di settant’anni di cattiva letteratura dalle nostre parti, un astio di fondo che riaffiora al di sotto di una gratitudine più di maniera che sostanziale per ciò che successe nell’ultima guerra. Quando arrivano i primi aiuti dalla Cina o dalla Russia, il commento di tanti è: «Visto? Questi sono i nostri amici, altro che gli americani! Che anzi stanno speculando sopra le nostre disgrazie, come sempre!»

Il Dio stramaledica gli anglosassoni ci è rimasto dentro, Duce o non Duce. C’é poco da fare. Poco importa che magari qualche Marshall di oltre oceano stia già elaborando il suo nuovo piano, e magari anche stavolta sopravviveremo grazie alla cioccolata ed alle sigarette gettateci dai GI (non quelli dell’esercitazione NATO che fa tanto parlare – regolarmente a vanvera – in questi giorni, ma quelli che magari dovranno tornare più avanti, se le nostre strutture statali collassano).

coronavirusviolenzadomestica200331-001Ma tant’é, siamo chiusi in casa, ed un nemico bisogna trovarlo, meglio se all’esterno. All’interno, si prevede intanto un incremento dell’attività per gli avvocati divorzisti ed i telefoni rosa, per la crescita delle violenze domestiche sulle donne. Gli italiani sono brava gente, sì, ma è meglio che non stiano troppo al chiuso. Se non ce la rifanno le consorti, ce la rifanno gli animali domestici, stremati per dover giustificare le passeggiate a turno extra divieto dei padroni. O maltrattati per essere individuati spesso come untori del virus, anche in questo caso da parte di padroni più ignoranti e bestie di loro.

coronaviruscani200331-001Agli italiani chiusi in casa toccherà inventarsi qualcosa, perché la TV alla lunga frigge il cervello, e non si sopporta più neanche Fiorello. Toccherà imparare di nuovo a leggere. Hai visto mai che i libri siano un antidoto a tanti virus, compreso quello dell’ignoranza di ritorno?

Toccherà soprattutto sopravvivere senza calcio. Situazione inedita, non ci sono precedenti nell’era moderna. Dai, picchia e mena, il governo è riuscito a far capire al CONI che è ora di abbozzarla. Si mettano il cuore in pace Juventus, Inter e tutte le società sportive d’Italia. Lo sport saluta e dà l’appuntamento all’anno prossimo, per quel che è dato saperne.

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La dedica dei giocatori atalantini alla città di Bergamo

C’é solo il tempo, prima che il pallone cessi del tutto di rimbalzare sull’erba, per una singolare (e quanto mai tragica) coincidenza. L’ultima squadra a disputare in campo europeo una partita ufficiale è praticamente l’Atalanta, che si qualifica ai quarti di Champion’s League dopo aver bissato in Spagna il successo casalingo all’andata. Peccato che a quel punto a Bergamo nessuno sia in grado o se la senta di far festa per lo storico risultato.

Non ci sono caroselli di auto e suoni di clacson all’impazzata, a Bergamo. E non perché l’ordinanza Conte lo vieta. Ma perché a Bergamo sono rimasti soltanto gli occhi per piangere. Negli stessi giorni in cui i ragazzi di Gasperini toccano il tetto del mondo, la città è diventata la capitale morale e materiale di quel mondo che ormai è costretto a giocare una partita sola: quella contro la Morte Nera.

La foto che è diventata il simbolo della lotta al coronavirus in Italia

La foto che è diventata il simbolo della lotta al coronavirus in Italia: i camion dell’esercito portano via le bare dei bergamaschi defunti verso i forni crematori di altre città.

Autore

Simone Borri

Simone Borri è nato a Firenze, è laureato in scienze politiche, indirizzo storico. Tra le sue passioni la Fiorentina, di cui è tifoso da sempre, la storia, la politica, la letteratura, il cinema.

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