Nella ventiduesima giornata di campionato la Fiorentina affronta al Franchi l’Hellas Verona. Diversi sono gli obiettivi delle due squadre, i viola devono riscattare la brutta sconfitta della scorsa settimana a Genova, mentre gli scaligeri in piena lotta salvezza, necessitano di punti per sperare di restare nella massima competizione.
Diverse ore prima del calcio d’inizio le due tifoserie, legate da uno storico gemellaggio, si ritrovano nei pressi dello stadio, i colori viola e giallo blu si confondono e sono una cosa sola, tra cori e slogan che incitano l’una e l’altra squadra. Sugli spalti risultano presenti 22.796 spettatori. All’ingresso in campo si alternano i cori da una parte all’altra dello stadio:Verona, Verona, Firenze, Firenze, il clima decisamente tranquillo e amichevole.
Mister Pioli torna al vecchio modulo, anche per il recupero di squalificati e infortunati, con il 4-3-3, Sportiello tra i pali, Laurini, Pezzella, Astori (cap.), Biraghi, Benassi, Badelj, Veretout, Chiesa, Simeone, Thereau. Al primo minuto viola sembrano determinati a fare la gara, ma sotto porta il tiro di Simeone viene deviato dalla difesa ospite.
La prima parte della gara dei viola termina al primo minuto. Gli scaligeri iniziano a creare occasioni offensive e al decimo passano in vantaggio con un colpo di testa di Vukovic su cross dell’ex viola Romulo. La reazione dei viola è inesistente, con il Verona che sfrutta gli errori di una difesa in difficoltà e ottiene il raddoppio meritato con Kean su cross di un altro ex viola, Matos.
I viola frastornati senza idee e carenti nel gioco sono in balia degli avversari, dagli spalti il disappunto del pubblico con i primi fischi all’uscita del campo. Nella ripresa tutti aspettano una squadra con un diverso atteggiamento, i primi cambi sono Gil Dias e Saponara al posto di Thereau e Benassi. Chiesa colpisce un palo, ma dal capovolgimento di fronte su un contropiede con la difesa inerme, il Verona porta a tre le reti ancora con Kean. Clamoroso e inatteso punteggio al Franchi.
Al settimo in goal la Fiorentina con Gil Dias su assist di Saponara, ma pochi minuti dopo ancora in goal il Verona con Ferrari, Laurini e Sportiello i responsabili di un crollo senza precedenti. Dagli spalti partono i cori sempre più consistenti verso la società.
Il terzo cambio è l’uscita di Pezzella infortunato, l’argentino ammonito salterà la prossima gara, per Milenkovic. Alla mezz’ora la Fiesole inizia a lasciare gli spalti, il settore vuoto è sinonimo della fine della pazienza anche nei confronti dei giocatori, al Franchi va di scena un triste finale con una contestazione che arriva anche dagli altri settori. L’ultima nota gli applausi verso Romulo. Per i viola una vera crisi di gioco, identità, risultati.
Al fischio finale la Fiesole è completamente vuota, senza striscioni e bandiere, una sconfitta pesante che riporta ad una frattura forse insanabile tra tifoseria e società. Fuori dallo stadio, di fronte alla tribuna più di mille sostenitori, sempre in modo civile e pacifico chiedono un confronto con qualche dirigente, presente solo Salica che come già avvenuto non si tira indietro. La rabbia dei tifosi è lecita e non salva nessuno, dal direttore tecnico, al presidente esecutivo, alla proprietà.
La disfatta ricorda un’altra pagina triste consumata al Franchi, contro la ben più titolata Juventus nel marzo 2012, che portò in seguito ad una vera rivoluzione tecnica e di squadra. Ma la sconfitta contro il modesto Verona fa più clamore per come arrivata, una squadra che ha mostrato tutti i suoi limiti, ma che è mancata in carattere e rabbia agonistica, un baratro dove la Fiorentina sembra non trovare via d’uscita. I principali protagonisti, dal tecnico Pioli, al direttore sportivo Corvino, non hanno saputo dare spiegazioni e motivazioni di questo vero tracollo, anzi hanno portato ad altre polemiche, e poche speranze per il prossimo futuro.
Una domenica amara per i tifosi viola che aspettano immediate soluzioni e garanzie, ma soprattutto un confronto con la proprietà per capire le loro reali intenzioni. Nel frattempo, la tifoseria in pieno fermento adotterà dei provvedimenti per le prossime gare, dalla trasferta a Bologna, al match contro la rivale di sempre Juventus. Sul banco degli imputati anche la squadra che oltre ad evidenti limiti tecnici, è mancata di personalità con un atteggiamento sbagliato nell’affrontare un avversario alla portata. I numeri sono impietosi, due vittorie, sei pareggi e quattro sconfitte, nelle ultime gare, e soli 28 punti in classifica devono far riflettere anche i giocatori che scendono in campo nel rispetto della maglia che indossano. La Fiorentina e i tifosi viola meritano di certo di più.
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