BERGAMO – I viola nel ventiseiesimo turno di campionato si ritrovano ad affrontare ancora l’Atalanta, dopo la prima semifinale di Coppa Italia dello scorso mercoledì. La sfida allo Stadio Atleti Azzurri di Bergamo, nel primo anniversario dalla scomparsa di Davide Astori. Sugli spalti 18.796 spettatori, 334 tifosi nel settore ospiti. La squadra gigliata in completo verde, colore del quartiere di S. Giovanni.
Negli undici di partenza rientro a tempo di record del Capitano Pezzella, qualche cambio in difesa, Benassi in panchina. Fischio d’inizio alle 18. Lafont tra i pali, Milenkovic, Pezzella (Cap.), Ceccherini, Laurini, Veretout, Edimilson, Biraghi, Chiesa, Simeone, Muriel. Fin dalle fasi di riscaldamento clima pesante nei confronti di Pioli subissato di fischi, ma è Federico Chiesa il bersaglio della tifoseria avversaria sommerso anche da offese pesanti.
Pochi minuti e goal lampo di Muriel, il colombiano recupera un pallone, salta l’avversario e mette in rete all’angolino basso. Partita in salita per i viola, e ritmo alto da parte delle due squadre, contropiede di Chiesa parato di istinto dal portiere Gollini. Al minuto tredici, come predisposto in tutti i campi della giornata, viene ricordato Davide Astori. L’ex viola Ilicic ferma il gioco e manda fuori il pallone, dalla curva dell’Atalanta uno striscione con la scritta Davide per sempre con noi, gli ospiti formano una coreografia sbandierando le bandierine del mercoledì di Coppa. L’intero stadio dedica un lungo applauso, forti emozioni in campo, totale la commozione delle due squadre, e sugli spalti.
Riprende il gioco, il ritmo vivace, da una punizione al ventottesimo, Ilicic complice una deviazione di Biraghi, trova il goal del pareggio. Subito dopo occasione per i viola, assist di Simeone e tiro di Laurini, ancora il portiere Gollini evita il peggio. Al trentaquattresimo Gomez parte dalla sua area percorre tutto il campo, la difesa viola non lo ostacola e con un destro conclude in porta per il raddoppio dei padroni di casa. La Fiorentina in difficoltà, lenta e poco concreta, poche conclusioni verso la porta.
Nella seconda frazione di gioco, il ritmo meno intenso, con l’Atalanta che controlla ed è pericolosa in contropiede. Al cinquantanovesimo, serie di cross degli orobici, dalla destra l’ultimo di Castagne verso Gosens che a pochi passi dalla porta realizza la terza rete. I primi cambi tra i gigliati sono Vitor Hugo e Dabo per Laurini e Pezzella Un minuto dopo e una bella giocata di Federico Chiesa si ferma sulla traversa, sfortunato il giocatore che poteva riaprire la gara. I viola provano ad attaccare, ma è Lafont che si supera in un paio di occasioni.
L’ultimo cambio nei minuti finali esce Ceccherini per Pjaca. Nei tre minuti di recupero un difensore chiude su Chiesa, Lafont ancora su Ilicic. La Fiorentina subisce la prima sconfitta dell’anno, e non riesce nella rimonta come avvenuto nelle precedenti gare, interrompendo la serie positiva in trasferta che durava dal 7 ottobre. Come già evidenziato nelle ultime prestazioni, è la difesa, reparto che aveva sempre dato una certa solidità e sicurezza, il principale imputato, in totale difficoltà, nove goal subito in tre gare, che si aggiungono a quelli contro Samp e Chievo a gennaio, davvero troppi. In Coppa Vitor Hugo su Ilicic aveva fatto un disastro, (ammissione dello stesso giocatore) il cambio con Ceccherini sullo sloveno non ha portato vantaggi, così come Milenkovic su Gomez, si salva un encomiabile Pezzella che da vero Capitano anticipa il suo rientro e non demerita.
A centrocampo Veretout ed Edimilson hanno subito la velocità degli avversari. In attacco il solito indomabile Chiesa, che in un clima ostile, ha messo in campo carattere, personalità da campione e qualità con una traversa, un assist e un goal sfiorato, ancora il migliore in campo, insieme a Lafont che ha limitato un passivo di goal più pesante Muriel dopo lo splendido goal ha rallentato e ha mostrato una certa stanchezza fisica, Simeone mai incisivo e pericoloso sotto porta. Insomma il solito copione già visto, con le difficoltà dei singoli e della squadra, superate in altre occasioni con le forti motivazioni, la grinta e la voglia di non mollare. In nome di Davide, per Davide che ha lasciato un esempio e ha dato compattezza al gruppo.
Una disfatta che allontana la zona Europa, anche per le vittorie delle dirette avversarie. Nelle prossime gare, dodici fino al termine del campionato, senza tralasciare il ritorno della semifinale ( una vera impresa), Pioli deve ridisegnare un nuovo assetto tattico, dare un gioco che manca dall’inizio della stagione, recuperare qualche giocatore che ha deluso, evitare il ripetersi degli errori. Il cammino impervio e difficile non deve essere un alibi per rinunciare a lottare, la terza stagione senza Europa, sarebbe un fallimento anche per il futuro.
Lascia un commento