Iachini aveva chiesto a Milano «undici animali in campo». Mettendosi d’accordo sulla specie, è stato accontentato. Nel primo tempo la partita ha assomigliato molto al rituale di accoppiamento di due bradipi, e se non fosse stato per la mega-boiata allestita nel finale da Ceccherini e Terraciano sarebbe terminato con un doppio zero che avrebbe sintetizzato perfettamente il commento.
La Fiorentina dei primi quarantacinque minuti è tutta in un tiro di Lirola al 4° minuto. L’Inter è in un paio di ciabattate di Godin e Vecino che non arrivano neanche nelle mani del portiere viola. Ma i nerazzurri hanno l’occhio anche al campionato (ci perdoni Marotta) e non alzano i ritmi. I viola ringraziano, anche perché i ritmi alti con il ritorno di Badelj in mediana sarebbero un bel problema, e si contentano di non svegliare il cane che dorme. Tra le due squadre, il tasso tecnico differente (l’Inter è seconda nella metà sinistra della classifica, la Fiorentina seconda in quella destra) almeno fino all’intervallo non si nota.
Poi Ceccherini si incasina su Lautaro, lo stende (sarebbe stato rigore abbastanza netto) e calamita a sé anche Terraciano che preso dal panico esce a vuoto. Risultato, Candreva ha davanti a sé la porta spalancata e l’Inter il passaggio di turno in Coppa Italia, quasi senza aver sudato.
Nella ripresa, i viola devono scoprirsi un po’ di più, e nel primo quarto d’ora l’Inter avrebbe gli spazi e le occasioni per chiuderla. Ne sbaglia quattro, di cui un paio clamorosi mentre in un’altra occasione Terraciano si riscatta abbondantemente, prima che Lirola riesca ad interrompere la serie negativa affacciandosi in area nerazzurra e guadagnandosi un calcio d’angolo.
L’Inter allenata da Conte quest’anno è forte, ma è brava anche a complicarsi la vita da sola. Da un possibile 3 o 4 a 0 si ritrova 1 a 1. Sull’angolo Caceres e Lautaro saltano assieme. Solo che siamo nell’area sbagliata, a ruoli invertiti. L’uruguaiano della Fiorentina salta di più e mette dentro il pareggio. Partita riaperta e dentro Cutrone per Badelj. Iachini non si copre, vuole vincerla, confidando più nel suo stellone personale che in una reale possibilità, per quanto si è visto in campo.
Lo stellone avrebbe la sua occasione di brillare alto nel cielo di San Siro quattro minuti dopo il pareggio. Vlahovic viene imbeccato bene a centro area e si ritrova da solo davanti ad Handanovic. Tocco sotto e parata del portiere sloveno con il braccio di richiamo. Difficile stabilire se è una prodezza dell’estremo difensore nerazzurro o un peccato di ingenuità del giovane attaccante viola. Quando simili miracoli li fa Dragowski propendiamo in genere per la prima spiegazione.
Fatto sta che il calcio ha delle leggi inderogabili. Gol non fatto, gol subito. Entra in campo il neoacquisto interista Eriksen, e la Milano nerazzurra festeggia subito il nuovo corso con Barella, che da fuori area al volo segna un eurogol.
Da lì alla fine c’é tempo perché Sottil sostituisca un Chiesa ritornato impalpabile, perché l’arbitro Doveri annulli giustamente a Lautaro il gol del 3 a 1 per fuorigioco e perché neghi alla Fiorentina il rigore del possibile 2 a 2 per fallo di Godin su Caceres (oggi il migliore degli attaccanti viola), tramutandolo addirittura in una punizione concessa ai padroni di casa.
Finisce così, con l’Inter che in semifinale troverà il disastrato Napoli e una strada a questo punto non disagevole verso la finale della Coppa Italia, mentre alla Fiorentina resta solo da mangiarsi le mani per aver visto sfumare quello che poteva essere l’unico suo obbiettivo stagionale, non proibitivo per quello che oggi ha fatto vedere la sua avversaria sicuramente più attrezzata tecnicamente.
Si ritorna nella realtà quotidiana, fatta di un calcio pane e salame (per carità, niente contro gli affettati) e dello stanco protrarsi di un campionato che ormai ha poco da dire se non per l’aggancio ad una eventuale Europa League che, abbiamo la sensazione, complicherebbe non poco il mercato estivo della A.C.F. Fiorentina. Quello di gennaio in compenso si chiude domani, ma a sentire Pradé per Firenze è chiuso da diversi giorni.
Parafrasando ciò che dice qualcuno, la dimensione della Fiorentina a quanto pare ormai è questa, e chi vuol vedere un calciomercato decente vada a vedere quello delle strisciate.
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