…bestemmiavano Iddio e lor parenti,
l’umana spezie e ‘l loco e ‘l tempo e ‘l seme
di lor semenza e di lor nascimenti.
(Inferno · Canto III)
La fabbrica delle fake news a cui si è ridotto ormai il partito democratico – con la cortese partecipazione di quei media schierati apertamente dalla sua parte – produce l’ultimo clamoroso infortunio.
Intervistata in diretta a MaratonaMentana a proposito dei risultati elettorali dell’Abruzzo, qualcuno (la notizia è riportata senza beneficio di inventario almeno da Repubblica e da Huffington Post, mentre è più sfumata sul borderline Fatto Quotidiano) ha ritenuto di percepire dal labiale di Giorgia Meloni nientemeno che una bestemmia.
Vanno subito in rotativa i suddetti giornali, apparentemente felici di trovare qualcosa che storni l’attenzione dalla dèbacle sinistrorsa – l’ennesima – e che getti cattiva luce su uno dei soggetti risultati vincitori.
Peccato che sia lo stesso solerte Mentana, uomo per tutte le stagioni che prima di altri ha sentito arrivare la stagione nuova, a farsi parte diligente passando una mezza mattinata a visionare più e più volte (per sua stessa ammissione) il video in questione, prima di sentenziare pubblicamente che con la Meloni è in costante disaccordo ma «stavolta non c’é discussione». Nessuna bestemmia.
La Giorgia nazionale intanto si infuria, sentendosi ingiustamente accusata da chi dovrebbe dedicarsi soltanto all’informazione veritiera. E minaccia le opportune e strameritate querele.
Fin qui il fatto. Alcune considerazioni. Anzi una sola. Giorgia Meloni non ha bestemmiato, e fa bene a minacciare gli opportuni provvedimenti contro chi ha travisato le sue parole, il suo labiale, e a differenza del maratoneta non ha neanche perso un minuto a verificare. Ma il punto è un altro: e se anche fosse? Se avesse bestemmiato?
Siamo un paese storicamente appena lambito dalla riforma protestante. L’ossequio alla morale cattolica di stato si spinge fino a prescrivere comportamenti e comminare sanzioni per tanti atteggiamenti che ormai dovrebbero riguardare soltanto l’intimità della sfera individuale, compreso rivolgersi a Dio (o suoi parenti ed affini) prendendolo dal lato sbagliato.
In questa enorme Radio Maria che è diventata la pubblica informazione, ci si dimentica sempre ciò che sappiamo dai tempi di Cecco Angiolieri. Al pari della preghiera, la bestemmia è una manifestazione naturale dello spirito, una sfaccettatura del sempre variegato e complesso rapporto dell’uomo con il divino. A suo modo una forma di poesia, una specie di Cantico delle Creature a contrario.
E’ una prerogativa esclusiva dell’anima, come tale esorbitante da qualsiasi giurisdizione terrena. Tra Dio e l’uomo i protestanti hanno chiarito che non deve entrare in mezzo nessuno. Né la Chiesa, che sarebbe bene si occupasse di cose più serie, né tantomeno lo Stato, che sarebbe bene non se ne occupasse affatto.
Invece, siamo il paese in cui un calciatore viene squalificato perché al giudice sportivo sembra di ravvisare dal labiale – tramite prova televisiva – la pronuncia di parole blasfeme. Poi magari un rigore clamoroso come quello del Sassuolo contro la Juventus non si dà, e non si va nemmeno a controllarlo alla stessa prova televisiva. Ma la bestemmia in campo non è ammessa. Al limite è concesso un «perdindirindina, non mi entrare a piedi pari sul malleolo, e che diamine, su!»
Siamo il paese in cui i sepolcri imbiancati della sinistra sono più papalini del Papa, lo citano in continuazione a giustificazione delle loro politiche, si ergono a censori della pubblica moralità.
La Meloni non ha bestemmiato, e con ogni probabilità ed evidenza non se lo sognava e non se lo sogna nemmeno mai. Ma….e se fosse stato? Ci sarebbe stato, giuridicamente e politicamente per non dire moralmente, qualcosa di male? Dove sarebbe il caso, in ogni caso?
Riteniamo bestemmia assai peggiore – perché infama chi, a differenza di Dio, non si può difendere, come le creature ahiloro viventi in questo angolo del pianeta da Lui creato – la falsificazione occasionale o sistematica delle notizie operata da certi media. Non è un caso che in questi giorni ci siano direttori di giornale sfiduciati da editori alle prese con vendite in calo vertiginoso, ed altri che, sentendo la propria poltrona parimenti in bilico, la smettono di propinare sondaggi estemporanei sulla ripresa del PD e si offrono come soccorritori di chi non ha bisogno, i nuovi potenti di questo primo scorcio di Terza Repubblica. La piaggeria è da sempre l’altra faccia della calunnia.
A proposito di bestemmie, non per sparare su una Croce Rossa ormai crivellata di colpi, ma ci sarebbe poi da parlare del PD, le cui politiche ormai di motivi per bestemmiare ne offrono a iosa. I cui atti pubblici e privati ormai non si distinguono dalla fiction su Montalbano. Non sai più con quale degli Zingaretti hai a che fare.
Insomma, lasciateci bestemmiare in santa pace. Sappiamo noi perché.
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