(Dal nostro inviato) – Dopo la sconfitta la scorsa settimana all’Olimpico, la Fiorentina torna in campo al Franchi, contro il Torino alla presenza del suo pubblico, anche se con capienza ridotta al 50% per le restrizioni dovute alla pandemia del Covid19.
Una vigilia particolare per i viola, con il mercato della sessione estiva in pieno fermento, dopo Matija Nastasic sono ufficiali l’arrivo del mediano Lucas Torreira, il prestito del terzino Alvaro Odriozola, nuovi tasselli per completare una squadra competitiva.
Prima della gara viene premiato come migliore giovane dello scorso anno Dusan Vlahovic da Joseph Commisso, poi la Primavera (battuta nel pomeriggio alla prima gara del campionato dalla Juventus, ndr), effettua il giro del campo con la Coppa Italia conquistata lo scorso aprile, tra gli applausi degli spettatori (in totale 12.592). Il numero esiguo non raggiunge il massimo consentito, ma nello stesso tempo fa un certo effetto rivedere il pubblico tra gli spalti, una nuova cornice dopo mesi di silenzio.
I gruppi organizzati della Curva Fiesole, come ribadito attraverso un comunicato restano fuori dal settore, (fino al ritorno della capienza totale), anche se non fanno mancare il loro supporto, sia al passaggio del pullman della squadra, ma anche al fischio d’inizio con fuochi d’artificio.
Finalmente l’ingresso delle squadre in campo, tra gli applausi e cori si parte, il modulo del neo mister Italiano resta del 4-3-3, anche se con qualche cambio rispetto alla gara contro la Roma, Terracciano tra i pali, per la squalifica di Dragowski, Quarta in difesa al posto di Igor, Castrovilli in mediana al posto di Maleh.
Gli undici di partenza sono: Terracciano, Venuti, Milenkovic, Quarta, Biraghi (cap.), Bonaventura, Pulgar, Castrovilli, Callejon, Vlahovic, Gonzalez.
Parte in attacco e con molta intensità la squadra viola, subito in evidenza Gonzalez, Milenkovic non devia in porta un pallone su assist di Pulgar. Al minuto tredicesimo tra gli applausi del pubblico in piedi, l’arbitro di turno Mariani ferma il gioco per omaggiare anche dal campo il compianto Davide Astori.
La gara è avvincente ma il gioco è interrotto con falli ripetuti, dopo i richiami verbali iniziano le ammonizioni, il nervosismo in campo eccessivo, dagli spalti i malumori verso l’arbitraggio. Al 40° azione offensiva dei viola con Castrovilli che dalla sinistra passa verso il centro a Gonzalez, che con un gran tiro fa gonfiare la porta avversaria, esplode lo stadio con un boato che racchiude la tensione e una liberazione, i viola in vantaggio.
Nella ripresa si riparte con le stessa intensità da parte dei padroni di casa, ancora falli e conseguenti ammonizioni che portano il pubblico a inveire contro l’arbitro. Al 62° arriva il primo cambio esce Castrovilli (anche per un precedente fallo subito) per Duncan.
Tra gli ammoniti dopo quelle del primo tempo di Castrovilli, Milenkovic, Bonaventura si aggiunge anche Vlahovic per proteste dopo un contrasto con un suo avversario a sua volta punito con cartellino giallo. Al 68° Duncan trova un corridoio per Bonaventura che dalla destra passa a centro area dove Vlahovic, con un gran colpo di testa trova il primo goal della stagione e il raddoppio. Grande euforia della squadra e dalla panchina per il centravanti, mentre dagli spalti si alza il primo coro verso il serbo, con alè alè Dusan Dusan.
I viola trascinati dall’entusiasmo generale cercano la terza rete, ma gli avversari si chiudono e recuperano. Ci sono intanto altri cambi esce Callejon per Sottil, e nei minuti finali è la volta di Nico Gonzalez tra la standig ovation del pubblico a lasciare il posto a Saponara, e di Bonaventura per Maleh.
All’88° spazio libero nell’aria viola con il subentrato granata Verdi che accorcia le distanze. Nei cinque minuti di recupero intervento su Vlahovic che resta a terra, il centravanti è preso di mira dai pochi tifosi granata del settore ospiti, ma l’arbitro concede ulteriore recupero.
Al triplice fischio finale la squadra può festeggiare con la corsa verso la curva Fiesole per la prima meritata vittoria della stagione. Il ragazzo serbo uno dei protagonisti, impegnato nell’intervista di fine gara, ha risposto con gesti eloquenti verso la curva che ha continuato per diversi minuti ad applaudire a intonare il suo nome, quasi a sancire un forte legame di reciproca appartenenza. Il classe 2000 corteggiato da mezza Europa e da diversi club importanti, sembra ormai essere il simbolo di questa nuova Fiorentina, che fa esultare e innamorare, da difendere e osannare, un campione che fa sognare. Il centravanti che continua a mostrare segni di maturità, non solo per le sue capacità tecniche di goleador, ma anche per la disponibilità verso i compagni, nei contrasti con gli avversari, che spesso costringe ad ammonizioni.
Protagonista della gara si conferma a pareri unanimi l’argentino Nico Gonzalez, giocatore di qualità, di grinta, con le accelerazioni, i dribbling, i recuperi, il suo mancino sul primo palo ha fatto sobbalzare lo stadio, una prestazione intensa senza mai risparmiarsi. Una standing ovation con Nico, Nico più che meritata, racchiude quello che sta dimostrando il giocatore più pagato della storia della Fiorentina, un giocatore di livello assoluto che gioca con allegria affermando di non sentire o subire nessuna pressione esterna. Una coppia delle meraviglie già idolo dei tifosi.
Una vittoria che porta fiducia nei propri mezzi e autostima, una squadra che lotta con tenacia in attacco e in difesa, anche se ancora in questa fase iniziale sono da assimilare gli schemi di gioco e le nuove idee dell’allenatore. Il mister Italiano che ha dato la sua impronta già nel ritiro di Moena, con le sue convinzioni, ha sottolineato quanto importante è lo spirito di gruppo, con ogni singolo, dove tutti sono titolari nel conquistare una maglia ogni settimana. Una squadra che sta facendo i primi passi, con tutti i presupposti che questo anno zero, possa diventare la svolta per diventare grande.
Anche se l’anagrafe, per la nostra amata Fiorentina splendida ragazza che ha fatto innamorare e continua tutt’ora a far battere migliaia di cuori, festeggia i suoi 95 anni, essendo nata il 29 agosto 1926. Un amore incondizionato tra gioie e soddisfazioni, tra delusioni e amarezze, tramandato di padre in figlio, e proprio per questo senza fine. Al termine di questa serata interminabile tante le emozioni vissute, dal ritorno del pubblico sugli spalti, una cornice di colori e di lieti rumori, ad una vittoria che ha convinto e divertito, a nuovi beniamini da ammirare ed acclamare, per una stagione appena iniziata da vivere intensamente.
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