(Dal nostro inviato) – Dopo il rocambolesco pari nel derby dell’Appennino la scorsa settimana a Bologna, la Fiorentina nella 35° giornata di campionato torna in campo al Franchi con una big di alta classifica, la Lazio, in piena corsa Champions. La prima giornata di caldo nella zona di Campo di Marte si nota per un maggiore movimento dei residenti, sembra di essere in un sabato estivo, della partita ci si accorge solo per le transenne che bloccano la viabilità nella zona.
I viola dopo polemiche e malumori della settimana, hanno necessità di fare punti che archiviare la pratica salvezza senza rischiare fino all’ultima gara. Si parte con il modulo collaudato del 3-5-2, Dragowski tra i pali, Milenkovic, Pezzella (cap.), Caceres, Venuti, Castrovilli, Pulgar, Bonaventura, Biraghi, Ribery, Vlahovic.
La gara si presenta avvincente dalle prime battute, le due squadre partono subito in avanti, con diversi capovolgimenti di fronte da una parte e dall’altra. Prima azione pericolosa dei biancocelesti con Correa a diretto contatto con il portiere polacco che respinge con una bella parata, Pezzella allontana dall’area.
I viola guadagnano due corner in serie, ma la prima occasione é quella di Vlahovic che passa a Bonaventura senza provare a tirare, e permettendo agli avversari di recuperare. Al 32′ arriva il goal del vantaggio della Fiorentina, azione che parte da Castrovilli dalla sinistra per Biraghi che confeziona un assist perfetto per Vlahovic pronto a ricevere sulla linea di porta, un tiro perfetto che batte Reina.
La gara è nervosa e concitata, brutti gli interventi su Castrovilli e Ribery, sanzionati con ammonizioni, in qualche fase l’arbitro sembra non riuscire a controllare la gara. Al 73′ primo cambio tra i gigliati esce Bonaventura per Amrabat. Al 77′ fallo in area su Caceres, l’arbitro non lo considera fallo da rigore, sembra per un precedente contatto, dalla panchina urla di disappunto.
La gara prosegue tra proteste e brutti interventi, si contano 8 gialli. All’85’ secondo cambio esce Ribery per Kouame. La gara diventa incandescente, finisce sul taccuino dell’arbitro anche mister Iachini, un indiavolato incontrollabile nei gesti e movimenti, con il francese Ribery costretto ad intervenire per limitare le plateali e reiterate proteste del proprio allenatore.
All’88’ da un corner il pallone arriva a centro area, Vlahovic sembra volare e con un il colpo di testa perfetto, realizza il fondamentale raddoppio. Entusiasmo in campo e nei pochi presenti sugli spalti irrefrenabile, tutti impazziti per il talento serbo.
Nei sei minuti di recupero, esce Castrovilli per Quarta, ancora cartellini, giallo per Caceres, rosso per somma di ammonizioni per il laziale Pereira, ancora giallo per Akpa Akrpro. Il triplice fischio finale mette fine ad una battaglia combattuta fino agli ultimi secondi, con una bella vittoria che mancava al Franchi dal 19 febbraio, tre punti che in attesa dei risultati di domenica potrebbero voler dire salvezza con tre giornate d’anticipo.
Un primo tempo con fasi di bel gioco, a viso aperto, senza calcoli e timori reverenziali (29 i punti di differenza, ndr), una difesa finalmente attenta e concentrata, che non ha subito gli avversari ma li ha affrontati e contenuti, centrocampo determinante nell’ arginare le incursioni avversarie, l’ attacco cinico pronto a colpire nelle occasioni create, la grinta di un gruppo compatto capace di lottare per 96 minuti, amministrando il vantaggio fino a conquistare un risultato fondamentale.
La seconda parte una gara brutta e spigolosa, a tratti con la cattiveria degli avversari, contenuta con grinta ed intelligenza, senza cadere nelle provocazioni. Una vittoria del gruppo merita gli applausi per tutti, dalla difesa discussa e condannata per diverse gare (57 goal al passivo sono numeri eloquenti) stasera determinante dalle parate decisive di Dragowski, alle risposte positive arrivate da Pezzella Milenkovic e Caceres, finalmente una prestazione brillante di Pulgar, il cileno inesauribile, si rivede la classe di Castrovilli.
Un super Ribery, quando brilla il suo talento ne trae beneficio tutto il collettivo, crea e mette scompiglio tra gli avversari costretti a fermarlo con pesanti interventi, il suo ruolo resta fondamentale anche fuori dal campo, un allenatore che continua ad incitare e dare consigli, l’ex Bayern è un misto di classe ed esperienza, quando non ha problemi fisici resta un esempio da seguire per tutti.
Ma il protagonista assoluto, ormai da settimane, é il classe 2000 Dusan Vlahovic, che a suon di doppiette e goal ha tenuto a galla e sta portando in porto la Fiorentina verso la salvezza. I numeri di questo ragazzo sono straordinari, stasera solo dietro a Ronaldo, con i suoi 21 goal, entra nella storia viola superando nomi del calibro di Hamrin, Petrone e Batistuta.
Non solo sta frantumando record di alcuni goleador come Rossi, Mutu e Gilardino, il centravanti viola sta dimostrando doti tecniche e maturità da vero campione, una crescita su ogni aspetto, nel contrastare, nel creare, nel difendere, un percorso incredibile per un attaccante considerato fino a poco fa solo una buona promessa.
Il suo secondo goal ha portato un’esplosione di gioia non solo a tutti i compagni in panchina che si sono riversarti in campo, ma all’intero ambiente gigliato che per una sera ha messo da parte questa stagione di amarezza e delusione. Una serata da ricordare, tra mille emozioni, grazie ad un campione esploso sulle rive dell’Arno, con la speranza possa diventare una nuova bandiera, un idolo per i tifosi, il sogno di un calcio di un tempo, quello per l’amore della maglia e per la squadra del cuore.
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