(Nella foto la squadra festeggia a fine gara sotto la curva, di Paolo Giuliani)
Nel lunch match della quinta giornata di campionato, la Fiorentina al Franchi ospita la Lazio, un test fondamentale, quasi da dentro o fuori, dopo un avvio di stagione deludente.
Il popolo viola risponde presente, con la Curva Ferrovia (la Fiesole trasferita, per i lavori di restauro dell’impianto), esaurita in ogni singolo posto, in totale presenti 19.624 spettatori.
Prima del fischio d’inizio, un minuto di raccoglimento in ricordo di Salvatore Schillaci, prematuramente scomparso in settimana.
Mister Raffaele Palladino effettua qualche cambio nella formazione di partenza, il modulo è del 3-5-1-1, in difesa tra i pali De Gea, con Comuzzo Quarta e Biraghi, Dodo sulla fascia destra, Bove, Cataldi, Mandragora, Gonsens a sinistra Colpani dietro a Kean, in panchina Gudmundsson, pronto a subentrare a gara in corso.
La formazione ospite guidata da un ex viola cresciuto nelle giovanili, mister Marco Baroni, tra i biancocelesti titolare l’ex di turno Castrovilli.
Primi minuti con fase di studio da parte delle due squadre, i laziali premono, ma la prima occasione da rete e di marca gigliata, con Cataldi che recupera palla per Kean, per Colpani, l’ex Monza con un gran destro vede la parata del portiere Provedel che manda il pallone sul palo.
Gli ospiti ancora in avanti, un tiro di Isaksen sulla linea di porta, ma è provvidenziale De Gea che si oppone a Zaccagni.
La gara resta equilibrata, con diversi capovolgimenti di fronte, cross di Dodo per Bove e Kean, non sfruttati dai due giocatori, l’ex giallorosso non trova lo specchio della porta, il secondo al volo manda la palla di poco fuori.
Gli ospiti rispondono con un destro di Nuno Tavares, che impegna De Gea che blocca. Il portiere spagnolo ex Manchester respinge un colpo di testa di Gila, ma si supera su un tiro di Dia che salva porta e risultato.
Al 41esimo da punizione battuta da Tavares, in area salta su tutti Gila che manda il pallone in rete, vantaggio per gli ospiti.
L’arbitro di turno Marcenaro chiude la prima fase tra le proteste dei viola, ai quali non fa battere un corner guadagnato.
Nella seconda frazione mister Palladino ridisegna modulo e squadra, doppio cambio escono Biraghi per Ranieri e Quarta per Gudmundsson, difesa a 4 con Gosens terzino sinistro, a centrocampo Cataldi e Mandragora, esterni Colpani e Bove, Gudmundsson a sostegno di Kean, una Fiorentina a trazione anteriore.
L’islandese dopo appena tre minuti guadagna un rigore, in area fermato da Guendouzi, l’arbitro indica il dischetto per la massima punizione.
Sul dischetto l’islandese senza esitazioni realizza il pari, il Franchi esplode dalla gioia.
La gara cambia ritmo, i viola meno contratti rispondono alle incursioni degli avversari con ottime coperture in difesa, ma provano anche a cercare azioni offensive.
L’ex Castrovilli, alla sostituzione esce tra i fischi, reo di aver festeggiato con la nuova squadra il vantaggio iniziale.
Al 60esimo ancora l’islandese ma il tiro è alto sulla traversa. Al 65esimo altro cambio tra i gigliati esce Mandragora per Kouame, un 4-2-3-1, con Bove che passa all’ennesimo ruolo, da trequartista iniziale, esterno dopo e mediano in questo caso con Cataldi davanti la difesa.
Un’altra azione da rete, cross dalla destra di Dodo per Kean davanti la porta che colpisce male e sfuma l’occasione.
All’81esimo altra sostituzione, esce Colpani tra gli applausi del Franchi, per Ikoné, pochi minuti dopo l’ultimo cambio esce Cataldi per Adli.
I minuti finali sono concitati, le due squadre anche se stanche continuano a creare azioni, ancora decisivo De Gea su tiro dalla distanza di Guendouzi.
Da corner pericolo per i viola, da rimpallo in area, pallone che arriva sul palo, il laziale Patric non riesce a ribattere in rete.
All’88esimo contatto sulla line di fondo tra Dodo e Tavares, dopo il consulto Var, l’arbitro viene richiamato a visionare le immagini, dopo pochi istanti si avvia verso l’area avversaria indicando per la seconda volta il dischetto.
Nel posizionare il pallone si nota una piccola discussione tra Kean e Gudmundsson, per battere il penalty, ha la meglio. l’islandese che perfetto dagli undici metri con un forte tiro centrale manda il pallone in rete.
Dopo 5 minuti di recupero, tra gli applausi cori ed entusiasmo sotto il settore dei tifosi viola, la squadra festeggia finalmente la prima vittoria della stagione.
Una gara con un primo tempo incerto e timoroso da parte dei giocatori, una squadra rinnovata in fase di conoscenza per posizioni ed automatismi di gioco e moduli.
Le cose migliorano nella seconda parte, anche per la scelta del tecnico di cambiare modulo ed interpreti, la gara mostra altro approccio e ritmo, ma anche spunti di buone giocate individuali con segnali positivi.
Le partite sono fatte di episodi che spesso condizionano il verdetto finale, in questo caso favorita la squadra di casa, anche se nei secondi 45 minuti per occasioni create, per il calo degli avversari, per determinazione, e un pizzico di fortuna, non demerita.
Sulla prestazione dei reparti e dei singoli, in quello difensivo si conferma il portiere David De Gea, reattivo, sicuro preciso, provvidenziale e decisivo, uno dei migliori nel suo ruolo.
Si distinguono con buone prove Cataldi e Gosens, anche Colpani in fase di miglioramento.
Buone le prove di Kean che anche se non trova la rete, lotta su ogni pallone, spesso recupera e gioca a tutto campo, più che positiva la sua prestazione, come quella di Edoardo Bove, che si adatta a diversi ruoli a seconda del cambio modulo, grinta e personalità da veterano il classe 2002, proveniente dalla Roma, anche nelle dichiarazioni del post gara in conferenza stampa.
Una citazione per il brasiliano Dodo che torna ad essere determinante per cross realizzati, ma soprattutto guadagna a tempo quasi scaduto, il rigore che porta tre punti fondamentali.
I titoli dei giornali, con paragoni lusinghieri di giocatori illustri che hanno fatto la storia della squadra gigliata (Kurt Hamrin, un po’ esagerato a parere nostro, gli auguriamo lo diventi), sono per Albert Gudmundsson, impatto travolgente dopo pochi minuti in campo, pari e doppietta al suo esordio.
Dopo i problemi fisici e personali, molti dubbi sull’islandese, diventato un mistero, l’ennesima scommessa di un giocatore di buone prospettive da confermare, diversi dubbi e perplessità per il suo esoso acquisto, ma dimostra con un ottimo approccio e temperamento, di essere un giocatore con caratteristiche importanti per diventare il punto di riferimento per la squadra.
Prima della gara qualcuno presagiva, con totale ottimismo, dopo le performance precedenti, che un successo potesse dare la svolta alla stagione, una sorta di cambio marcia per invertire un cammino in salita, consapevoli di percorrere una strada ancora lunga ma nella direzione giusta.
Una domenica di grandi e contrapposti emozioni, dalla paura di soccombere nel caos assoluto, alla felicità di festeggiare la vittoria, tre punti necessari e fondamentali per la classifica e per il morale, per affrontare con maggiore convinzione le prossime 3 gare prima della seconda sosta.
Dalla trasferta ad Empoli, alla prima al Franchi di Conference League, contro i gallesi del The New Saints, e infine ancora tra le mura di casa con il Milan, oltre schemi moduli e interpreti, la Fiorentina deve dimostrare di poter lottare per ogni competizione.
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